«Gli agricoltori sono i primi ambientalisti del pianeta»

Il confronto fra Lollobrigida e Giansanti in relazione alle politiche europee

«Gli agricoltori sono i primi ambientalisti del pianeta»

L’agricoltore è parte attiva o passiva del cambiamento climatico? Ne hanno discusso ieri mattina il ministro alle politiche agricole Francesco Lollobrigida e il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nell’incontro “Le nuove sfide del comparto agricolo”, condotto dal giornalista Bruno Vespa al termine dei lavori della seconda giornata dell’Assemblea generale di Confagricoltura.
  
 “Tutti pensano che il settore agricolo sia parte del cambiamento climatico ma è un grande errore, noi lo subiamo come tutti”, ha esordito Giansanti, specificando che “l’attività agricola è l’unica che riesce a governare il territorio e i suoi processi produttivi tramite la decarbonizzazione e coltivando piante che sottraggono anidride carbonica dall’atmosfera”. E ha continuato: “La normativa approvata ieri (clicca qui per approfondire) non tiene conto della specificità dei singoli territori, caratteristiche di cui bisogna sempre tener conto quando vanno approvate nuove leggi”.

Giansanti ha specificato come le normative tuttora in atto per il settore agricolo risalgano a troppi anni fa e non considerino eventi recenti, come il Covid e la guerra in Ucraina, che hanno spostato tantissimi equilibri. “Oggi in Europa ci stanno chiedendo di produrre meno e non ci riconoscono le sostanze utili per curare le piante, modalità che bloccano la sviluppo del settore”, ha specificato il presidente di Confagricoltura. “Se l’agricoltura dà garanzie al Paese, i legislatori europei sembrano andare nella direzione contraria – ha aggiunto – e soprattutto la normativa deve valere così in Europa come in altre parti del mondo, per evitare vantaggi iniquii”.

Un'immagine dell'incontro tra Lollobrigida e Giansanti, moderato da Vespa

Sulla stessa tematica è intervenuto anche il ministro alle politiche agricole Francesco Lollobrigida.
“Agricoltori, pescatori e allevatori sono i primi ambientalisti del pianeta – ha detto – perché traggono le loro risorse dalla terra, che mantengono in salute per questa ragione. E spesso molte persone che scelgono l’agricoltura, hanno ricevuto la terra dai genitori e la vogliono lasciare ancora meglio ai propri figli”.
E ha aggiunto: “Dobbiamo capire che l’agricoltore non è nemico dell’ambiente, anzi senza agricoltura verrebbe giù tutta la struttura del territorio. Ed è quello che abbiamo visto in zone che soffrono di dissesti idrogeologici, in cui i danni avrebbero potuto essere più limitati se ci fosse stata un'agricoltura fiorente”.
E ha concluso: “È però fondamentale tenere in piedi il binario della sostenibilità ambientale insieme a quella economica: solo così si garantisce un corretto equilibrio sociale. Al contrario, limitando alcune attività e lasciandone altre libere di agire indisturbate, si va a creare un caos economico in cui si finisce per acquistare da chi non rispetta le regole”.