Economia circolare, è questione di visibilità

«Da Chicco a Chicco», un esempio per l'ortofrutta

Economia circolare, è questione di visibilità

Si chiama da “Chicco a chicco” ed è il progetto messo in atto nel 2011 da Nespresso e Banco Alimentare per trasformare il fondo di caffè in compost per la coltivazione del riso. Un progetto sostenibile che ha molto da insegnare all’ortofrutta, almeno in termini di comunicazione. 
 

Gli scarti della frutta e della verdura sono leader dell’economia circolare, su questo c’è poco da dire. Anche i progetti di trasformazione non mancano. L’ortofrutta è in grado di diventare packaging, tessuto, mangime e persino energia elettrica solo per citare alcune delle sue immense possibilità, superiori a quelle del caffè, ma chi ne è veramente a conoscenza? Come vengono comunicati questi importanti risultati?
 

La domanda è naturalmente retorica. La comunicazione non è il punto forte del nostro settore e lo sappiamo. Per questo prestare attenzione e prendere spunto da quello che fanno gli altri (rubandoci talvolta la scena) è sicuramente l’atteggiamento giusto per imparare. 
 

“Da chicco a chicco” ha permesso di raggiungere in 11 anni la produzione e donazione di 5mila quintali di riso, equivalenti a oltre 5 milioni e 300mila piatti. Se dai residui di caffè si riesce ad ottenere questo, figuriamoci cosa sarebbe possibile fare con l’ortofrutta se solo avviasse un progetto simile di collaborazione per aiutare chi ha più bisogno di un supporto concreto.

Gli spunti comunicativi non si esauriscono qui. Anche un recente spot del Caffè Borbone non fa che lodare le qualità sostenibili del prodotto senza fare alcun accenno alla bontà del caffè, ritenuta scontata. E se anche l'ortofrutta iniziasse a spostare l'attenzione sull'impatto leggero che ha sull'ambiente? D'altronde la sostenibilità è un driver di acquisto sempre sul podio.

Nel frattempo, scopriamo che anche il benessere ha sposato l’economia circolare. È infatti notizia dello scorso mese la sinergia tra Conserve Italia e Gruppo Coswell, ovvero i marchi Valfrutta e L’Angelica, quest’ultimo leader nelle tisane funzionali. “Tutti gli elementi di ogni singolo frutto - si legge nella comunicazione diramata da ECOswell, il progetto di sostenibilità di Coswell - sono infatti molto ricchi di sostanze nutritive come i polifenoli, ed ogni parte della frutta può essere utilizzata anche per la produzione di tisane, previa essicazione e senza alterarne le proprietà”.

“La collaborazione con Valfrutta ci consente di valorizzare l’eccellenza della frutta coltivata direttamente nel nostro territorio, in un progetto perfettamente coerente con i principi di economia circolare previsti da ECOswell, il nostro programma di sostenibilità aziendale”, ha dichiarato Daniele Paoli, Direttore Marketing Coswell.

La partnership con il Gruppo Coswell consente invece a Valfrutta di valorizzare ulteriormente le produzioni agricole coltivate dai soci e al contempo di ridurre l’impatto ambientale grazie ad un maggiore recupero dei prodotti di lavorazione della frutta.