Dalla distribuzione
«Banane, i prezzi andrebbero aumentati»
Perla (Bdl): «Con queste quotazioni non riusciamo a fare marginalità»

Continua il dibattito sui prezzi delle banane. Dopo aver analizzato l’opinione dei produttori (clicca qui per approfondire) e delle associazioni del commercio equo solidale (clicca qui per leggere), abbiamo coinvolto anche il mondo dell’ingrosso e dei maturatori.
A descriverci i trend del settore è Giampiero Perla, maturatore nonchè titolare dell’azienda grossista Bdl, operante al centro agroalimentare riminese.
“Il costo dell’energia elettrica è triplicato – spiega a IFN – se prima l’incidenza dell’energia era 0,60 euro a cartone, oggi arriviamo a 1,60 euro. I prezzi finali invece non sono stati modificati e il problema principale ora è capire come riuscire a creare della marginalità per il guadagno”.

L’ipotesi inflazionistica sui prezzi è ben presto da abbandonare, considerato lo stato economico della maggior parte delle famiglie italiane: “Già fanno fatica a comprare banane con i prezzi attuali, figuriamoci se li aumentiamo” specifica il maturatore. E aggiunge: “Inoltre una quindicina di giorni fa abbiamo subito un aumento per le banane dovuto all’andamento di mercato ma facciamo fatica a ripartire questi costi sulle vendite”.
La decisione non può di certo essere quella di smettere di commercializzare il frutto, considerati gli impegni di fornitura già programmati da tempo. Per cui la soluzione rimane il risparmio su altre fasi della filiera: “Sto cercando di ottimizzare gli scarichi delle celle di maturazione e, se prima ne utilizzavo cinque, ora ne mantengo attive solo tre”.
Il futuro però rimane incerto: “I dubbi sono tanti – dice – e per il futuro inizio ad interrogarmi se proseguire con questa attività di maturazione banane”.

Sul resto dei prodotti, il grossista commenta: “Con questo clima ancora caldo non c’è ancora stata una vera e propria partenza dei prodotti autunnali come mele, pere e agrumi. Stanno andando ancora abbastanza bene le pesche tardive e l’uva”.
Bdl commercializza l’uva Italia pugliese (frutti di qualità coltivati in impianti coperti) a 2 euro al chilogrammo mentre le varietà seedless raggiungono anche i 3 euro al chilogrammo.
