Export, sarà un autunno complicato per le mele

Pezzo (Fruitimprese Veneto): «Scarseggia il calibro grosso»

Export, sarà un autunno complicato per le mele

Le esportazioni delle mele non procedono nel verso giusto. Con la crisi dovuta alla guerra in Ucraina che ha comportato difficoltà commerciali, quest’anno il sentiment per l’export delle pomacee non è dei più positivi, complice anche il caldo che ha comportato un calo della produzione.


A fare il punto è Stefano Pezzo, presidente di Fruitimprese Veneto.  “È difficile riuscire a trovare nuovi sbocchi commerciali. Oltremare l’export è fermo per problemi legati a fattori contingenti, agli elevati costi logistici riguardanti i container, e le problematiche dei vari Paesi. Il problema per le mele è serio”, spiega senza mezzi termini il presidente a IFN.
 

In Europa non va decisamente meglio. “La guerra in Ucraina compromette l’espansione del commercio italiano in quella direzione e quindi si riversa nei paesi europei, generando un mercato sempre più affollato e competitivo. Le mele polacche a inizio anno hanno invaso il mercato, e per questo dobbiamo capire che produzione abbia la Polonia per sapere se sarà più o meno competitiva”.


Le produzioni di mele, pere e kiwi sono in forte riduzione quest’anno perché portano con sé gli effetti della prolungata siccità che si riflettono non solo in termini di volume “circa un 20% in meno”, segnala Pezzo, ma anche di dimensione dei prodotti. “Ad esempio – prosegue Pezzo – la mancanza di escursione termica tra giorno e notte ha creato problemi di colorazione invece per le mele rosse, come le Gala. Mentre la Granny Smith, tipica del Veneto, farà fatica a raggiungere un calibro superiore all’80”.
 

Questo si riflette poi in una maggiore incertezza nella vendita del prodotto. “I mercati italiani sono abituati ai calibri grossi – spiega ancora il presidente – ma quest’anno dovranno accontentarsi perché il prodotto di pezzatura elevata non sarà tanto”.


Sul fronte pericolo invece si fanno i conti con le patologie che hanno ridotto la produzione. Quest’anno le stime produttive sono più elevate dell’anno passato, campagna di grande deficit produttivo, ma di poco. “In Veneto – continua Pezzo – viviamo la stessa situazione dell’Emilia-Romagna”.