Attualità
«L'Iva non aumenterà»: dettaglianti e grossisti plaudono
L'annuncio del ministro Calenda all'assemblea Confcommercio. I commenti di Prampolini e Di Pisa
“L’Iva non aumenterà, ve lo dico da ministro dello Sviluppo economico e da esponente del Governo, dopo averne parlato proprio questa mattina con il premier Gentiloni e il collega Padoan, dai quali ho ottenuto ampie rassicurazioni in merito”: è Carlo Calenda, dalla platea dell’assemblea di Confcommercio tenutasi ieri a Roma, a dare l’annuncio che fa tirare un sospiro di sollievo al modo imprenditoriale.
“La crescita attuale è insufficiente dal punto di vista sociale, economico e finanziario”, ha ammesso Calenda dopo la relazione del presidente confederale Carlo Sangalli, che ha chiesto di “premere l’acceleratore sul pedale delle riforme per sostenere gli indizi di vitalità degli ultimi tempi”. Per quanto riguarda invece la proposta di tagliare l'Irpef avanzata da Confcommercio, il ministro si è detto d'accordo, ma ritiene “sarebbe più utile per le aziende l’abolizione dell'Imu sui beni strumentali: questa è una battaglia che vale la pena combattere”.
“La notizia che l’Iva non sarà toccata è da accogliere senz’altro positivamente - commenta a caldo il presidente dei grossisti di Fedagro-Confcommercio Valentino Di Pisa - un eventuale aumento avrebbe portato una gelata dei consumi”. “L’intervento di Calenda - prosegue Di Pisa - è stato molto equilibrato e ben calibrato, adeguato al contesto; auspico che tutto quello che ha detto sia rispettato e si traduca in realtà. Oltretutto il Ministro ha spronato le piccole imprese del terziario di mercato a utilizzare gli strumenti dell’Industria 4.0, anche per finanziarsi e beneficiare dei contributi europei, dopo che per anni sono rimasti inutilizzati miliardi di euro”.
"Ci rasserenano le dichiarazioni del Ministro Calenda sull'Iva il cui aumento, siamo certi, bloccherebbe la seppur timida ripresa dei consumi", mette in rilievo la presidente dei dettaglianti dell'alimentazione Fida-Confcommercio Donatella Prampolini. Ora però occorre prendere immediatamente in mano questioni come il problema dei voucher, che non riteniamo affatto risolto dalla soluzione che vede escluse le aziende con oltre cinque dipendenti, o la possibilità di riportare le perdite per le piccole imprese in contabilità semplificata. Entrambe le misure trovano come freno solo la demagogia che vuole a tutti i costi vedere negli imprenditori, una classe pronta a sfruttare furbescamente le pieghe delle norme, anziché ciò che sono: il motore dell'economia italiana".