Pesca e Nettarina di Romagna IGP, sì alle nuove varietà

Prof. Bassi e Presidente Pari: opinioni a confronto

Pesca e Nettarina di Romagna IGP, sì alle nuove varietà

Recentemente, dopo un iter alquanto tortuoso durato 5 anni, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea il Regolamento che approva e rende applicabile la modifica al disciplinare della Pesca e Nettarina di Romagna IGP che consente a nuove varietà di fregiarsi dell’indicazione geografica protetta. A tal proposito riceviamo e pubblichiamo una riflessione che ci è giunta dal Prof. Daniele Bassi, dell’Università di Milano.


Gent.mi
si ragiona spesso di qualità su questo Notiziario, e leggendo il nuovo disciplinare IGP pesche si resta 'basiti'. Entrare nel (troppo lungo) lungo elenco della varietà ammesse merita un discorso a parte, qui è sufficiente notare la presenza 'inopportuna' di molte cultivar obsolete.
Ma il vero punto è un altro: con la soglia minima di 11 gradi brix nel periodo medio tardivo e produzioni ammesse fino a 50t/ha, come si pensa di raggiungere requisiti minimi di qualità gustativa?
Vale la pena rammentare che oggi ci sono cultivar che raggiungono senza problemi i 15 gradi brix, ovviamente  a patto che non si esageri con acqua e azoto.
Par di capire che abbia prevalso la logica del 'tutto dentro', con buona pace dei consumatori e che non ci sia la minima intenzione di migliorare!
Grazie per l'attenzione.
Saluti
Daniele Bassi


Caro Prof. Bassi,
come sempre siamo lieti di ricevere i Suoi commenti mai banali e che ci permettono di approfondire temi a noi cari come quello della qualità delle produzioni ortofrutticole. Nella fattispecie ci siamo permessi di inoltrare le sue riflessioni a Paolo Pari, Presidente del Consorzio di Tutela della Pesca e Nettarina di Romagna IGP, che è certamente la persona più titolata a rispondere alle sue riflessioni.

Come ben sa il prof. Bassi, il processo di modifica di un disciplinare di produzione di un prodotto IGP è un processo molto complicato e, soprattutto, che richiede molto tempo. Francamente 5 anni, solo per aggiornare il parco varietale, è un lasso di tempo che non si concilia con l’evoluzione varietale del comparto peschicolo, notoriamente fra i più frenetici del settore ortofrutticolo. Il nostro principale obiettivo, che abbiamo raggiunto, era quello di allargare il parco varietale a selezioni più performanti sotto il profilo qualitativo in modo da aumentare i volumi commercializzabili, eliminarne altre che generano un legame con la tradizione è stato giudicato inutile e inopportuno, anche perché pr ogni modifica richiesta va adeguatamente motivata e la ridotta produttività rischia di essere un boomerang quando si parla di indicazioni geografiche. In merito ai parametri qualitativi, è certamente un argomento decisivo, per i quali non si è ritenuto di fare particolari integrazioni all’interno del disciplinare (che avrebbero ulteriormente allungato l’Iter) perché auspichiamo che lo strumento con cui governare questo aspetto sia un regolamento interno al Consorzio, sul modello di quello della qualità “selezione” introdotto dalla Pera dell’Emilia Romagna IGP, che diviene vincolante per tutti coloro che vogliono usare l’appellativo e che favorirà lo sviluppo delle nuove varietà introdotte proprio perché più performanti sotto questo profilo. Saremo così abbastanza snelli e rapidi nel soddisfare le esigenze del consumatore mutuando i buoni risultati che la segmentazione - grazie a regolamenti interni - sta dando per ben più blasonati prodotti come il Parmigiano Reggiano.
Paolo Pari
Presidente del Consorzio di tutela della pesca e nettarina di Romagna IGP

 

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