Attualità
Maltempo, quale eredità per il settore primario?
Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini chiede misure veloci e consistenti
Un’attenta perimetrazione delle aree colpite da alluvioni e frane, senza dimenticare nessuno; un preciso censimento dei danni, azienda per azienda; e poi una Legge speciale per consentire un immediato ristori dei danni patiti e una veloce ricostruzione, perché i tempi della campagna mal si conciliano con quelli burocratici. E’ questo il messaggio emerso dall’Assemblea di Confagricol-tura Forlì-Cesena e Rimini, che si è tenuta lunedì 12 giugno a Poderi del Nespoli (Civitella di Ro-magna), in Val Bidente, una delle zone maggiormente toccate dalle frane.
L’obiettivo dell’appuntamento era quello di condividere informazioni e conoscenze, nello spirito di far squadra con tutti i soggetti in campo in questa emergenza, a partire dalla gestione dei terreni e delle colture travolte da acqua e fango. Questa, infatti, è una pesante eredità che gli agricoltori si stanno trovando ad affrontare. Per questo nella tavola rotonda “L’agricoltura nel post alluvione – Il rapporto tra uomo e territorio”, Confagricoltura ha chiamato esperti che potessero fornire indicazioni precise ai propri associati.
All’evento hanno preso parte Carlo Carli (Presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini), Annamaria Barrile (Direttore Generale di Confagricoltura nazionale), Giuseppe Bortone (Direttore Arpae ER), Alvaro Crociani (Direttore Ri.Nova), Pierluigi Randi (Tecnico Meteorologo e Presidente Associazione Meteo Professionisti) e Alberto Mazzoni (Vicepresidente FNP Bioeconomie Confagri-coltura).
“Abbiamo scelto la Val Bidente per la nostra Assemblea per mandare un messaggio di vicinanza ai territori e agli agricoltori più colpiti dall’alluvione - commenta il presidente Carlo Carli - I segni di quanto è accaduto sono ancora visibili ed evidenti, mentre la conta dei danni non è ancora del tut-to chiara, ma è sicuramente ingente. Per questo, mai come in questa occasione, è arrivato il mo-mento di fare tutti squadra e di remare così verso un’unica direzione che sia di supporto all’intero mondo agricolo, che è prossimo al collasso. È necessario che le varie Istituzioni, in primo luogo il Governo, procedano nel fornirci un percorso semplice e veloce per ottenere i finanziamenti pro-messi, dando così ossigeno alle aziende. La nostra richiesta è quella di una Legge speciale per la ricostruzione in agricoltura: serve un iter straordinario per far fronte a un evento dalla portata straordinaria. Diventa quindi fondamentale muoversi in fretta perché ogni giorno di ritardo può diventare cruciale per la sopravvivenza di un’azienda agricola”.
Giuseppe Bortone, Direttore Arpae Emilia Romagna, ha spiegato numeri alla mano l’eccezionalità dei due fenomeni avversi che si sono verificati nel mese di maggio: giornate di pioggia con valori che non si registravano dal 1961. Picchi straordinari che, dopo oltre un anno e mezzo di siccità, hanno provocato il disastro che tutti conosciamo. “Al momento stiamo lavorando per monitorare e analizzare la qualità delle acque superficiali e i punti dove stanno lavorando le idrovore – ha detto Bortone - Al momento la situazione è sotto controllo: non ci sono sostanze inquinanti, ma solo della sostanza organica degradabile riconducibile prettamente all’erosione del terreno”.
È dello stesso parere anche Alvaro Crociani, Direttore di Ri.Nova, che, grazie al lavoro realizzato in sinergia con i ricercatori dell’Università di Bologna e i funzionari della Regione, ha stabilito che “nell’acqua non è presente nessuna forma di inquinamento, anche perché nell’Appennino sono presenti pochi insediamenti che non hanno influito a modificare la qualità dell’acqua. Al momento è presente solo tanta argilla con poca sabbia e molti residui organici”.
L’effetto dei depositi sui terreni agricoli è un fenomeno monitorato, proprio per capire se ci saranno ripercussioni sulla fertilità degli stessi. E, per gli alberi da frutto, le prossime settimane saranno decisive per capire la reale portata dei danni.
Pier Luigi Randi ha fornito un quadro meteoclimatico, dando contezza delle precipitazioni straordinarie.
“Abbiamo evidenziato l’importanza di fare gruppo e di aiutarci in maniera reciproca, mettendo a disposizione l’uno dell’altro le rispettive competenze - afferma Alberto Mazzoni, Vicepresidente FNP Bioeconomie Confagricoltura - In questo momento è opportuno che anche tutte le Istituzioni siano di aiuto e ci forniscano il supporto necessario economico e logistico. Mi riferisco, ad esempio alle infrastrutture collinari colpite dalle frane, che sono da ricostruire totalmente e nel minor tempo possibile. C’è il nodo della tenuta delle imprese da sciogliere subito, assicurando la liquidità necessaria. Sarà poi fondamentale trovarsi tutti insieme per pianificare il futuro e capire come affrontare gli effetti del cambiamento climatico: sarebbe impossibile sopravvivere ad un’altra situazione simile”.
Fonte: Ufficio stampa Confagricoltura di Forlì-Cesena e Rimni