Attualità
«Macchine agricole, sicurezza e tecnologia vadano di pari passo»
Malavolti (FederUnacoma): troppe morti anche a causa di dotazioni obsolete
Il parco delle macchine agricole circolante in Italia è troppo vetusto e non rispetta le principali norme di sicurezza. Allo stesso tempo l’industria italiana realizza le macchine agricole più avanzate d’Europa. Due dati tra loro contrastanti che servono per una preziosa riflessione.
A stimolarla è stato Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma (Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura) durante il suo intervento “La sicurezza delle macchine agricole: un fondamento sociale ed economico” tenutosi nei giorni scorsi al campus di Cesena nell’ambito dell’appuntamento “Verso il secondo vertice Onu sui sistemi alimentari: le nuove sfide dell’agroalimentare tra sicurezza, logistica e trasformazione”.
“Noi lavoriamo per rendere produttivo e innovativo il settore dell’agricoltura: da una parte utilizziamo il ferro e dall’altra l’elettronica ma, soprattutto, lavoriamo insieme agli agricoltori per migliorare il loro stile di vita” ha detto Malavolti. E ha continuato: “In Italia misuriamo una scarsità di manodopera, per cui il nostro settore ha avuto una grande spinta per aumentare la produzione e, allo stesso tempo, anche per rendere il settore più sostenibile: dobbiamo imparare a preservare il suolo perché, se lo stressiamo troppo, a breve produrrà molto meno e questo può generare grandi preoccupazioni per tutti”.
Per rendere l’agricoltura più sostenibile, le azioni di ricerca di FederUnacoma sono state rivolte prima di tutto alla tecnologia: “Abbiamo cercato di costruire macchine in grado di produrre meglio, di utilizzare meno prodotti chimici e di piantare i semi con precisione maniacale, rendendoli tracciabili, quindi sapere per ognuno dove e a quale livello di profondità è stato piantato”.
Malavolti avverte come in questo processo ci sia stata una grave mancanza, quella della sicurezza dell’agricoltore che “non può essere messa in secondo piano rispetto alla produzione” ha specificato.
E ha aggiunto: “Secondo l'ultimo report annuale sugli infortuni nel settore agricolo e forestale, in Italia ci sono ogni anno 114 morti con trattore di cui 100 per ribaltamento trattori (dati 2016). Si tratta di numeri preoccupanti, considerato che in Germania le perdite ammontano a 9 (dati 2010) e in Inghilterra a 4 (dati 2004)”.
Malavolti intravede una sola motivazione dietro a questi numeri così preoccupanti, ovvero il fatto che “il parco macchine circolante sia ormai di 25/30 anni fa, per cui la sicurezza non è garantita. E non è un problema solo di negligenza dell’agricoltore, dipende altresì dal fatto che quando le macchine sono state costruite non esistevano adeguate misure di sicurezza”.
“L’eccellenza italiana non può essere sottovalutata – continua - facciamo competizione con Germania e Stati Uniti che sono colossi ben più strutturati di noi ma noi possiamo contare su macchine agricole molto più avanzate. Questo non esclude il fatto che abbiamo ancora troppi agricoltori che muoiono per motivi di sicurezza”.
E conclude: “È necessaria una revisione strutturale del parco circolante in Italia, lo stiamo chiedendo a tutti i ministeri. Quindi sì a fornire tecnologia agli agricoltori, a patto che sia in sicurezza”.
Il convegno si è svolto nei giorni scorsi al Campus universitario di Cesena alla presenza di ricercatori, politici, rappresentanti istituzionali e del settore privato per approfondire e valorizzare il ruolo chiave dell’Italia nel campo dell’alimentazione. La giornata rientra nelle tre giornate che il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha deciso di coordinare per approfondire il tema della sicurezza alimentare in termini non solo quantitativi ma qualitativi. Sono intervenuti, tra gli altri, Anna Maria Bernini (ministro dell’università e della ricerca), Antonio Tajani (ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale), Adolfo Urso (ministro delle imprese e del made in Italy), Mirco Carloni (presidente XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati), Luca De Carlo (presidente IX commissione permanente industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica), Galeazzo Bignami (vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti) e Francesco Lollobrigida (ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste).
Clicca qui per leggere anche l’intervento di Valentina Borghi
Nuovi macchinari in arrivo negli istituti agrari
Oltre 166 milioni di euro per l'acquisto di strumentazione e specifiche attrezzature green digitali fino ad un massimo di spesa di 250mila euro per gli istituti agrari, alberghieri, nautici ed aeronautici e fino a 350mila euro per ciascuna scuola con più di un indirizzo. Di questi fondi, 59,3 milioni di euro sono destinati esclusivamente alle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
E' quanto prevede un decreto emanato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, accolto favorevolmente da Federacma (la federazione che raggruppa le associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio) e riportato dall'Ansa.
"E' uno stanziamento di risorse che permetterà agli istituti tecnici e agrari di rinnovare finalmente il proprio parco macchine affinché gli studenti possano usufruire di mezzi all'avanguardia tecnologica per mettere in pratica ciò che apprendono", dichiara il presidente Andrea Borio, nel ringraziare il ministro, "abbiamo riavviato una interlocuzione che potrà giovarsi dei protocolli d'intesa sottoscritti nelle scorse settimane con Renisa, la rete degli istituti agrari e con la Rete nazionale fondazioni ITS Academy - Ambito Agroalimentare, affinché la meccanica agraria possa riacquistare il giusto spazio all'interno dei percorsi di studi".
Borio fa sapere poi che "nel nostro comparto ci sono molti posti di lavoro, tecnici e qualificati oggi disponibili e che gli studenti potrebbero occupare grazie ad una formazione adeguata. Lo stanziamento previsto non potrà che migliorare e innalzare il livello della didattica, soprattutto dal punto di vista della pratica, invogliando sempre più studenti ad intraprendere percorsi lavorativi e professioni connesse alla meccanica agraria".