Dal campo
Senza successore non c’è futuro: a rischio l’80% delle aziende agricole
Unica via percorribile per non chiudere battenti, vendita o affitto
L’agricoltura attrae sempre di più nuove leve, giovani di belle speranze che decidono di ereditare le aziende di famiglia o partire da neofiti e avventurarsi nel mondo agricolo. Ma – come emerge da un’indagine svolta da Agri2000 – questa ventata di gioventù tra i frutteti e i campi non basta per limitare uno dei tanti problemi dell’agricoltura: trovare un successore per dare continuità all'azienda.
Quindi manca chi prenderà le redini all’interno delle aziende, si parla di successori o ereditieri, perché le attività agricole sono strettamente legate alla storia delle famiglie che con amore le guidano da anni. Infatti, le imprese crescono con la storia di famiglia, e tanti imprenditori (con dovuto orgoglio) sottolineano la linea di successione che rappresenta la guida dell’azienda.
Ma i dati che emergono dall’indagine, svolta in una regione cardine per l’agroalimentare italiano, L’Emilia-Romagna, sono preoccupanti. “L’80 delle aziende agricole in provincia di Reggio-Emilia è senza successore. E in tutta la Regione circa il 75% degli imprenditori agricoli sopra i 50 anni non ha ancora trovato un successore a cui affidare l’attività: quindi unica via percorribile per il 50% degli intervistati probabilmente sarà vendere mentre per il 40% sarà affittare”.
Sulla base dei dati del 7° Censimento generale dell’agricoltura – secondo Agri2000 Net – in Emilia-Romagna, potrebbero chiudere appunto circa 30.000 imprese, su un totale di circa 43.000 gestite da over 50 attualmente in attività.
Ma da cosa scaturiscono questi dati?
Uno dei motivi principali è la scarsa redditività delle imprese, che dissuade gli imprenditori dalla voglia di continuare a portare avanti l’impresa, anche se molti degli interpellati (70%) sostengono che l’elemento “passione” avvicina e spinge i giovani verso questa attività difficile, ma stimolante e ricca di opportunità.
Questi dati sono stati presentati a margine della premiazione di AgriManager 2024 - come si legge sul Resto Del Carlino - assegnato all’impresa che ha saputo effettuare il passaggio generazionale con successo: la cooperativa La Collina, che si è distinta per la sua continua propensione all’innovazione e il passaggio generazionale effettuato con successo. Un’impresa nata nel 1975 da una “famiglia allargata” composta da 13 persone, di cui 12 ragazzi e un prete, andata ad abitare in una stessa casa per coltivare terreni e realizzare opere sociali. "Per evitare di chiudere l’azienda – ha detto il responsabile di progetto AgriManager Camillo Gardini – è sempre più importante passare dalla mentalità di produttori a quella di imprenditori". Al premio era associata anche la donazione di prodotti agroalimentari per un valore di mille euro alla Cooperativa Sociale San Giovanni Bosco, ente del terzo settore del territorio.