Proseguono gli incontri per il contrasto al caporalato

I commenti delle principali associazioni a margine della riunione con i ministri Calderone e Lollobrigida

Proseguono gli incontri per il contrasto al caporalato

Si è tenuta nei giorni scorsi una nuova riunione del tavolo per il contrasto al caporalato presso la Sala D’Antona del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, alla presenza dei Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone e dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.
All’incontro con le parti sociali, sindacali e datoriali hanno preso parte anche il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, i Sottosegretari all’Agricoltura e alla Sovranità Alimentare Patrizio La Pietra e all’Interno Wanda Ferro, il Commissario straordinario per il superamento degli insediamenti abusivi in agricoltura Maurizio Falco, così come i rappresentanti di Agea, Inail, Inps, Inl, del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro e di quello per la tutela alimentare.
La riunione è stata occasione per un riepilogo delle attività in atto e delle misure già disposte, anche in vista dei necessari decreti attuativi rispetto alla cui composizione si vuole mantenere l’approccio dialogico già sperimentato per la stesura di altri decreti.

Ai partecipanti è stato chiesto di porre all’attenzione del tavolo delle proposte di intervento utili a migliorare le azioni di contrasto in vista della predisposizione della prossima Manovra di bilancio.

Il commento di COLDIRETTI: Caporalato, rivedere sistema ingressi
Permessi di soggiorno temporaneo per gli irregolari che denunciano i “caporali”

Per sconfiggere il caporalato, occorre potenziare la rete del lavoro agricolo di qualità, eliminare gli spazi di manovra concessi a chi lucra sul lavoro nero dall’attuale disciplina sull’ingresso degli extracomunitari in Italia e legare i contributi europei al rispetto dei diritti degli occupati in agricoltura. È la posizione della Coldiretti portata dal presidente nazionale Ettore Prandini e dal responsabile lavoro dell’organizzazione Romano Magrini al tavolo convocato al Ministero del Lavoro.

Il primo passo non può che essere la modifica delle attuali regole sul decreto flussi che rappresentano uno dei maggiori canali da cui si approvvigiona di manodopera il sistema del caporalato. In tale ottica, è necessario – spiega Coldiretti – il superamento del sistema del "click day" ma anche escludere dalla possibilità di presentare le domande di ingresso ai datori di lavoro che in passato hanno inoltrato le istanze di nullaosta per gli stagionali e poi non hanno assunto il lavoratore. Serve poi un maggiore coinvolgimento delle associazioni di rappresentanza nelle attività di verifica e controllo, l’introduzione di un limite alle richieste che possono essere presentate direttamente dal singolo cittadino e l’esclusione dal regime delle quote per le conversioni dei permessi di soggiorno stagionali in permessi di soggiorno per lavoro subordinato.

Al tempo stesso, serve un sistema di premialità per le imprese virtuose, attualizzando la legge sul caporalato 199/2016, una legge che Coldiretti è stata l'unica organizzazione di rappresentanza a livello nazionale a sostenere fino in fondo, perché ci potesse essere anche in Italia uno strumento in più per poter intervenire in maniera pesante rispetto a chi ha scelto di stare fuori dalla legalità. È necessario riconoscere un vero vantaggio economico/sociale alle imprese che si iscrivono alla rete del lavoro agricolo di qualità, che va completata a livello territoriale dando un ruolo centrale agli Enti bilaterali agricoli, ma anche garantire al lavoratore che denuncia il caporale di sfruttamento un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione. Bene la recente legge 101/2024 che ha previsto un sistema informativo unico e la costituzione di una banca dati degli appalti in agricoltura che servirà a combattere forme di caporalato che passano attraverso le cooperative e le imprese senza terra. In questo ambito occorre escludere dalla banca dati i contoterzisti che sicuramente per il livello di investimenti fatti non sono a rischio e che peraltro avranno a breve un proprio albo nazionale.

A livello generale, serve far applicare la condizionalità sociale che vincola la concessione dei pagamenti della Pac (Politica agricola comune) al rispetto di norme relative alle condizioni di lavoro e di impiego dei lavoratori agricoli, inclusa la salute e la sicurezza sul lavoro.

Ma per togliere spazi all’illegalità, occorrono anche azioni efficaci sul fronte delle pratiche commerciali sleali, un “caporalato di filiera” che vede oggi la passata di pomodoro essere pagata meno della bottiglia che la contiene, lavorando sui prezzi di produzione da definire in base anche al costo del lavoro. In tale ottica, va approvata la “Legge Caselli” contro i reati agroalimentari, ancora ferma in Parlamento, per rendere più responsabili e trasparenti le filiere. Serve poi garantire l’applicazione del principio di reciprocità sui prodotti importati per evitare che sulle nostre tavole finiscano cibi ottenuti dallo sfruttamento del lavoro, spesso addirittura minorile, anche attraverso la modifica del codice doganale sull’ultima trasformazione dei cibi e l’obbligo dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nella UE, al centro della battaglia lanciata da Coldiretti al Brennero. Occorre infine – conclude Coldiretti – un piano per recuperare gli alloggi agricoli dismessi per ospitare i lavoratori agricoli dipendenti e un rafforzamento del sistema pubblico di trasporto, anche “stagionale”, nelle aree rurali interessate alle grandi raccolte stagionali, per sottrarre ai caporali una delle principali “armi” a disposizione.

Il commento di CONFAGRICOLTURA: “Pronti a collaborare fattivamente. Già avanzate proposte specifiche”

Confagricoltura è pronta a collaborare in modo fattivo all’attuazione delle misure contro il caporalato già previste nel cosiddetto “decreto-legge agricoltura”, a partire da quelle relative allo scambio di informazioni tra le pubbliche amministrazioni e all’istituzione dell’elenco di imprese che svolgono appalti di servizi in agricoltura.
Lo ha dichiarato l’Organizzazione degli imprenditori agricoli nel corso dell’incontro al Tavolo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento del Lavoro.

La lotta a questi deprecabili fenomeni resta una assoluta priorità per Confagricoltura, che ha anche avanzato specifiche proposte di merito per togliere linfa vitale ai caporali, come quella di rafforzare il servizio di collocamento pubblico e privato (con il coinvolgimento degli enti bilaterali), di riconoscere un bonus ai datori di lavoro che organizzano in proprio il sistema di trasporto degli addetti, e di concedere appositi incentivi per il recupero del patrimonio edilizio rurale da adibire ad alloggi per lavoratori stranieri.
Confagricoltura, pur apprezzando le misure introdotte in materia dal decreto agricoltura, ha anche avanzato alcune proposte correttive delle norme previste, chiedendo in particolare di escludere le imprese agromeccaniche dall’obbligo di iscrizione nell’elenco e di estendere agli operai stagionali la cassa integrazione per emergenze climatiche, anche in relazione alle ordinanze regionali che in molti territori vietano il lavoro all’aperto tra le ore 12:30 e le 16.
Resta sullo sfondo la delicata questione delle criticità relative alla gestione del sistema che regola i flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari nel nostro Paese, rispetto al quale Confagricoltura ha già da tempo avanzato un articolato progetto di miglioramento e semplificazione.

Il commento di COPAGRI: Caporalato, piaga intollerabile che danneggia immagine e competitività delle realtà agricole.

Intervento del presidente Battista alla riunione con i ministri Calderone e Lollobrigida

“Non ci stancheremo mai di ripetere che quella del caporalato è una drammatica piaga da estirpare e combattere senza esitazioni, in quanto oltre a sfruttare le difficoltà dei lavoratori, danneggia la maggioranza delle realtà agricole, che operano in un quadro di legalità e che hanno avviato un percorso virtuoso in linea con gli obiettivi della Legge 199/2016”. Lo ha ribadito il presidente della Copagri Tommaso Battista intervenendo alla riunione convocata dai Ministeri del Lavoro e dell’Agricoltura per proseguire il confronto sulle misure per combattere il fenomeno del caporalato.

“Nel portare avanti tutte le misure necessarie a eradicare questo triste fenomeno, percorso che vedrà sempre la Copagri schiarata in prima linea, è sempre bene tenere a mente che parliamo di una questione che si ripercuote direttamente sull’immagine dell’intero comparto primario e che, in secondo luogo, va a danneggiare tutte le realtà sane anche in termini di competitività, in quanto costituisce a tutti gli effetti una forma di intollerabile concorrenza sleale e di alterazione delle dinamiche di mercato”, ha aggiunto Battista.

“Nel condividere pienamente la necessità di continuare a stringere le maglie dei controlli contro i tristi fenomeni del caporalato e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, teniamo però a precisare, sempre con il fine di tutelare l’immagine della maggioranza delle imprese sane, l’abissale differenza che intercorre tra le mere irregolarità, anche solo amministrative, legate al mancato rispetto della normativa in materia di sicurezza e i reati riferiti allo sfruttamento vero e proprio”, ha continuato il presidente della Copagri.

“Per tali ragioni - ha proseguito Battista - riteniamo che la lotta al caporalato, oltre alla necessaria repressione delle condotte illecite, non possa prescindere da un approccio più ampio che abbracci le politiche del lavoro, la gestione dei flussi migratori, la corretta informazione ai consumatori e la messa in campo di politiche premianti nei confronti di tutti coloro i quali fanno dell’etica il faro della propria attività”.

“In tale ambito, bisogna continuare a lavorare per assicurare un maggiore interscambio tra le banche dati a disposizione della PA, così da agevolare l’incrocio fra la domanda e l’offerta di lavoro e scongiurare il ricorso ai caporali, assicurando al contempo una particolare attenzione al rafforzamento delle piattaforme pubbliche per l’intermediazione della manodopera e adoperandosi, inoltre, per incentivare l’ingresso nel mondo agricolo e per facilitare le assunzioni di manodopera straniera, andando a superare la logica del click day”, ha concluso il presidente.

Il commento di FAI-CISL: Caporalato, “Serve approccio sistemico che comprenda anche il soggiorno per chi lavora da anni in Italia”

“Se veramente vogliamo valorizzare la parte sana della nostra agricoltura e debellare le irregolarità serve un approccio sistemico, come chiediamo da tempo, non singole misure, seppure positive. Restiamo convinti che serva un cronoprogramma per realizzare con tempi certi una strategia complessiva, e da questo punto di vista è positivo l’annuncio di un nuovo incontro nei primi di settembre. Date le aperture riscontrate su diversi punti che avevamo posto, come la valorizzazione degli enti bilaterali, le restrizioni alle imprese senza terra, agevolazioni per alloggi e trasporti e per favorire l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità, auspichiamo che anche con la prossima legge di bilancio si possa intervenire positivamente purché le risorse non arrivino più alle imprese che fanno dumping e violano le norme sul lavoro. Per noi rimane prioritaria comunque anche una revisione delle concessioni dei permessi di soggiorno, visti i tanti lavoratori stranieri che diventano irregolari sul nostro territorio mentre le imprese lamentano la mancanza di manodopera”.

Lo afferma il Segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, a margine dell’incontro svolto al Ministero del Lavoro.
“Consideriamo positivo - ha affermato il leader della Federazione agroalimentare della Cisl intervenendo all’incontro - che il Decreto Agricoltura abbia previsto un migliore incrocio dei dati, è da tempo tra i punti primari delle nostre richieste, però se vogliamo che funzioni occorrono risorse in termini di strumentazioni e personale. Ma uno dei nodi principali rimane il lavoro degli immigrati: quanto emerso anche con le ispezioni effettuate dopo la morte di Satnam Singh a Latina, con livelli altissimi di irregolarità riscontrati, dimostra che bisogna offrire a chi entra legalmente per lavori stagionali la possibilità di rimanere con un’altra occupazione regolare, ma soprattutto che bisogna tutelare chi denuncia e concedere permessi di soggiorno di lavoro a chi da anni lavora in Italia. Quanto al superamento del click day, occorre assicurare un diritto di precedenza ai lavoratori che hanno già lavorato nel nostro paese con competenze certificate dagli enti bilaterali, perché troppi lavoratori non arrivano al rilascio del nulla osta, e troppi non fanno ingresso in Italia pur avendo completato il processo”.
“Altro punto chiave da realizzare - ha concluso Rota - è spendere in maniera efficace e trasparente i 200 milioni del Pnrr stanziati per superare i ghetti dei braccianti: non ci risulta speso ancora un solo centesimo sul territorio”. (gc)

Fonte: Uffici Stampa Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Fai-Cisl