Dalla distribuzione
Pomodori, come non essere bistrattati
Dalla qualità al prezzo, i fattori che fanno la differenza
Tra gli ortaggi la categoria del pomodoro è la più performante assieme alla IV Gamma: vale il 15% della spesa complessiva delle famiglie italiane per le verdure (clicca qui per conoscere tutti i numeri del pomodoro elaborati da Ismea). Parliamo quindi di valori e volumi importanti per tutta la filiera.
Ma per anni i pomodori sono stati “bistrattati” dai clienti, che ne lamentavano la mancanza di qualità: così la filiera – dalla produzione alla vendita - ha accettato la sfida del miglioramento lavorando in sinergia, facendo drastiche scelte varietali, migliorandone in modo importante l'aspetto qualitativo, scelta premiata anche dai consumatori che hanno apprezzato. Non a caso la categoria che continua a crescere nelle vendite e anche nei primi nove mesi del 2022 – un periodo non certo facile – fa segnare un -2,3% a volume e un +12,6% a valore in Gdo, secondo le elaborazioni del Monitor Ortofrutta di Agroter.
Nonostante il 2022 sia stata un'annata sfortunata sui volumi per mancanze produttive. Infatti la la scarsità di pioggia a il caldo eccessivo (nel periodo estivo) hanno creato buchi produttivi; mentre sulle vendite, invece, ci sono valori ampiamente positivi per l'aspetto inflattivo, dovuto appunto alla forte richiesta ma non soddisfatta dalla produzione italiana e non solo.
L'importanza della categoria è anche testimoniata dal fatto che molte insegne hanno creato in questi anni un proprio marchio, facendone un importante elemento distintivo, lavorando sulla scelta delle varietà, sui pack e sulla profondità di assortimento.
Ma vediamo tra gli “insalatari” come e' andata l'annata. Il pomodoro rosso grappolo sfuso, che da anni si è adattato a questa destinazione d'uso, ha sostituito nelle vendite il tondo verde (che in Italia ormai non viene quasi prodotto): proprio per questo è il prodotto di punta e con maggior vendita per la Gdo, tanto da diventare l'articolo su cui si scatena la “guerra del prezzo” tra le insegne.
Differente sorte (per fortuna) per Cuor di Bue e Costoluto, su cui invece si è scelto di farne una sfida prettamente qualitativa e verso l'alto, con nuove varietà come il Marmande e Rosamunda, che presto raggiungeranno la consacrazione; l'oblungo verde, prodotto praticamente solo in Italia, non teme la concorrenza straniera, ma purtroppo ha risentito di un'annata produttiva scarsa; mentre l'oblungo rosso, di solito presente solo in estate, con l'aiuto delle nuove varietà ha allungato la propria stagione e migliorato la qualità, alzando l'asticella.
Situazione diversa per i pomodorini italiani ciliegini-datterini (anche Igp) che da anni, sia per i volumi che per le vendite, hanno conquistato la scena della categoria: il prodotto estero è quasi assente e quindi quando mancano in Italia è difficile sostituirli: nei mesi scorsi abbiamo vissuto una grossa crisi produttiva, con prezzi che erano schizzati in alto (ora invece si sono ridimensionati).
Il lavoro fatto sul miglioramento della qualità dalla produzione italiana su queste tipologie, ha dato esiti positivi ed il loro consumo è ormai esteso tutto l'anno, con una riconosciuta qualità e profondità assortimentale fatta di diversi tipi di pomodori per forme (tondi-allungati) e colori, con i rossi sempre leader di vendite, ma con i gialli in forte crescita e con i viola-marroni ancora agli inizi. Una segmentazione che è un vanto produttivo italiano.
Nota di merito anche per il pomodoro da sugo, che ogni anno conferma dati positivi di vendita: la stagione, come da “tradizione”, si sviluppa in circa 30-40 giorni circa tra luglio e agosto. Quest'anno si sono visti prezzi medi molto bassi, quindi il prodotto è considerato povero, dove però il ridimensionamento del peso medio a collo con cui viene venduto, tra i 7-10 kg, il miglioramento qualitativo e la mancanza di “guerra del prezzo” tra le varie insegne, ha finalmente dato un senso alla vendita di questo prodotto e un riconosciuto valore in tutta la filiera .
Una categoria, quella del pomodoro, che dopo anni di critiche ha quindi saputo trasformarsi ed adattarsi alle nuove richieste del mercato, diventando fiore all'occhiello del reparto ortofrutta, contrastando anche in maniera forte le possibili “invasioni” di prodotti esteri, sfida sempre aperta della nostra produzione italiana.