Dal campo
Pesche e nettarine di Romagna Igp, si fa sul serio
Presentato il piano di comunicazione che punta dritto ai giovani
Dopo anni di difficoltà, dal 2023 in Emilia-Romagna si è fermata l’emorragia di superfici del settore peschicolo. I segnali sono positivi, secondo le rilevazioni di CSO Italy che elabora annualmente il catasto ortofrutticolo regionale a partire dal 1998. Oggi l’Emilia-Romagna concentra circa 4.800 ettari in produzione di nettarine e 1.700 ettari di pesche per un totale di quasi 7 mila ettari, di cui circa 1.000 sono certificati IGP, esprimendo quindi un ruolo importante nel panorama nazionale. L’Emilia-Romagna, infatti, è la prima regione produttrice di nettarine in Italia, con circa il 25% del totale nazionale che si concentrano nella regione storica della Romagna, che comprende le province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e parte di quella ferrarese e Bolognese e che sono valorizzate grazie alla certificazione IGP della Pesca e nettarina di Romagna.
Con l’intento di sfruttare al massimo la congiuntura positiva anche sul fronte dei consumi (i dati elaborati da CSO Italy su rilevazioni GFK evidenziano (23vs22) i consumi di pesche in aumento dell’1%, e i consumi di nettarina in crescita del 3%) il Consorzio di Tutela e Valorizzazione, ha presentato ieri mattina a Cesenatico, la nuova campagna di comunicazione, nell’ambito delle attività del progetto promozionale finanziato dalla Regione Emilia Romagna attraverso Piano di Sviluppo 2023-2027. La campagna di comunicazione – di durate biennale – è realizzata da RP Circuiti srl e si rivolge ai giovani (25-45 anni), mettendo in primo piano i produttori, protagonisti indiscussi di questa rinascita romagnola.
L’obiettivo è raggiungere 60 milioni di contatti e la programmazione si svilupperà su tutti i canali digitali attraverso contenuti video, immagini, testimonianze e uno spot pubblicitario per il canale YouTube. Le storie, le difficoltà, le sfide quotidiane dei produttori IGP saranno oggetto anche di un podcast audio e video di 10 puntate dedicato alla pesca e nettarina di Romagna IGP. Il focus della comunicazione punterà tutto sui contenuti valoriali legati ad un prodotto come la pesca e nettarina e ai suoi produttori che ne determinano l’unicità nota ed apprezzata in Italia e in Europa.
L’investimento sulle giovani generazioni è sicuramente strategico, come ha sottolineato Daria Lodi di CSO Italy, che ha evidenziato l’incremento del +12% degli acquisti di pesche tra gli under 35, forse per effetto delle pesche piatte. Gli acquisti di nettarine aumentano del 5% nella fascia d’età over 65 e anche questo è un trend inaspettato se si considera che la nettarina era fino a pochi anni fa era la preferita dai giovani. Dall’analisi di Daria Lodi si evidenzia proprio nella domanda di innovazione dei giovani consumatori, la risposta a queste tendenze e le nuove nettarine piatte potranno andare incontro a queste esigenze.
A livello di canali distributivi, i dati di CSO Italy mettono in evidenza una crescita di vendite di pesche e nettarine nell’ultimo triennio del discount con il recente +8% del 2023 rispetto al 2022 e crescono del + 11% i fruttivendoli nel 2023 rispetto all’anno precedente e dopo tre anni di calo costante.
Paolo Pari, Presidente del Consorzio di Tutela e valorizzazione, ha evidenziato l’importanza che la pesca nettarina di Romagna ha a livello di notorietà: “Il legame prodotto/territorio è molto forte - dichiara Paolo Pari - I dati si attestano intorno al 70% di persone che associano la pesca e nettarina con l’Indicazione Geografica protetta. Questo dato ci rende consapevoli del fatto che c’è margine di crescita in termini di volumi prodotti e commercializzati soprattutto in un momento come quello attuale dove il localismo è un valore riconosciuto dal consumatore”.
La tavola rotonda
Anche il confronto tra produzione e distribuzione nella tavola rotonda dell’evento di Cesenatico evidenzia un atteggiamento di fiducia sulla tenuta di un comparto strategico per la frutticoltura italiana. Dal lato produttivo emerge l’importanza di garantire un prodotto di qualità in modo da valorizzare il marchio, e su questo aspetto l’innovazione varietale giocherà un ruolo importante, che si scontra, tuttavia, con la difficoltà di aggiornare il disciplinare di produzione in tempi rapidi (il consorzio ha impiegato ben 5 anni per aggiornare il parco varietale). La distribuzione si sta dimostrando interessata a promuovere i prodotti IGP a maggior ragione se la qualità è all’altezza e se c’è una comunicazione che aiuta a veicolare il prodotto. Entriamo quindi nel dettaglio degli interventi.
Per Mirco Zanelli (Apofruit) “Il localismo è il fulcro dell’IGP, perché permette di difendere e diffondere le caratteristiche uniche di un territorio e dei suoi prodotti, in Italia e all’estero. È una sfida che si ritrova inserita in profondi cambiamenti a livello di clima e che dobbiamo affrontare continuando a puntare sulla qualità e la competitività della produzione”.
Enrico Bucchi (Alegra), sottolinea invece l’importanza di promuovere le caratteristiche di Pesca e Nettarina attraverso campagne di promozione per una conoscenza sempre più diffusa della loro unicità: “La forza della Pesca e Nettarina di Romagna IGP sta nelle sue caratteristiche premium, che gli permettono di differenziarsi naturalmente dagli altri competitor. Questo progetto di comunicazione è una ventata di novità per il comparto e che ci permetterà di coinvolgere le nuove generazioni di consumatori che rappresentano il nostro presente e futuro”.
“C’è bisogno di una costante attenzione e di un continuo aggiornamento e di ricerca sulle varietà, e speriamo che a livello comunitario si intervenga per velocizzare l’introduzione di nuove cultivar all’interno del disciplinare - ha aggiunto Andrea Bini (Il Frutteto) - perché il marchio IGP ci permette di comunicare un territorio intero, fornire una qualità superiore. Valori che dobbiamo mantenere a livello produttivo e comunicare al consumatore”. “L’autenticità - dichiara Vincenzo Finelli (Orogel) - non significa rendere un prodotto più bello ma riconoscere gli sforzi dei produttori nel coltivare frutti di qualità superiore che, grazie al disciplinare, garantisce caratteristiche organolettiche di grande valore”.
Antonio Zani (Granfrutta Zani), ha sottolineato l’importanza delle varietà autoctone: “Dobbiamo puntare sul miglioramento genetico italiano evitando di dipendere continuamente dalla Spagna o da altri Paesi stranieri. Noi crediamo in questo percorso, non certo facile, perché ci permetterà di mantenere quella qualità che il marchio IGP rappresenta”.
Gabriele Ferri (Naturitalia) ha concluso la tavola rotonda dedicata ai produttori evidenziando l’importanza della segmentazione: “Nel vino le sfumature di sapore e aroma sono un plus da raccontare, mentre noi vendiamo indistintamente pesche dolci, acide, più o meno spicche. So benissimo che gli spazi nei negozi sono limitati, ma su questo tema occorre lavorarci, almeno per dare una indicazione di massima al consumatore. Non dimentichiamo nemmeno il ruolo dell’export che nei nostri areali è fondamentale”.
Dalla distribuzione Germano Fabiani (Coop Italia) conferma le potenzialità della Pesca e Nettarina: “Avendo una disponibilità stagionale molto ristretta nel tempo è fondamentale concentrare gli sforzi e le attività, con strategie che consentano a questi prodotti una sempre maggiore penetrazione a livello di valori gustativi e produttivi nei consumatori italiani e all’estero. È questa la chiave per raggiungere le persone e fargli comprendere l’alto valore di un prodotto a marchio IGP rispetto agli altri”.
Luca Cardamone (MD), sostiene come “Il ruolo della comunicazione ed il posizionamento all’interno dei reparti ortofrutticoli è fondamentale per trasmettere la qualità premium di un prodotto. All’interno dei nostri discount i risultati dei prodotti IGP sono sorprendenti. Attraverso un rapporto diretto con il prodotto e le sue qualità, i consumatori ne percepiscono il valore e sono più portati ad acquistarlo”.
In questo frangente, secondo Alessandro Giunchi (Mercato Ortofrutticolo Cesena), il ruolo degli operatori è fondamentale: “I nostri operatori sono garanti di qualità, osservando direttamente il prodotto che viene distribuito e potendo agire direttamente nella scelta, comunicando ai compratori, come quelli dell’Horeca, le potenzialità che possono avere questi prodotti se inseriti nella loro offerta, a livello di gamma alta e dalle caratteristiche migliori”.
“La convinzione - conclude Valtiero Mazzotti, Direttore Generale dell’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia Romagna - è che per la tenuta e il rilancio della frutticoltura sarà vincente avere una produzione costante e di qualità, possibilmente caratterizzata da un marchio come l’IGP che, assicurando forniture regolari, riuscirà anche a rilanciare l’affidabilità di un sistema produttivo che può tornare a dare soddisfazione e buona occupazione”.
Interessante la chiosa finale del dirigente che ha spronato il settore ad autodisciplinarsi per una migliore qualità del prodotto: “Abbiamo visto come sia a dir poco farraginoso modificare i disciplinari di produzione, ma nulla vieta ai produttori di sviluppare dei disciplinari interni per alzare ulteriormente l’asticella della qualità, perché senza di essa non si va da nessuna parte”.