Melannurca, investimenti in superfici e comunicazione

Galdiero (Aop Luce): «L’Igp è sinonimo di garanzia per i consumatori»

Melannurca, investimenti in superfici e comunicazione

Nuovi investimenti in superfici e una collaborazione consolidata con le catene della Gdo. Sono le strategie di crescita della melannurca campana Igp, che da frutto tipico è diventato a diffusione nazionale. Con Giacomo Galdiero, ad di Aop Luce abbiamo fatto il punto sulla campagna, dal punto di vista produttivo e commerciale.

“Negli ultimi 10 anni è stato fatto un grande lavoro di comunicazione sulla Melannurca - spiega a IFN – sia tramite il marchio di indicazione geografica protetta ma anche grazie alla fiducia data al prodotto da parte della Gdo. Oggi  il frutto è distribuito abbastanza capillarmente su tutto il territorio italiano, anche a marchio del distributore nelle linee delle produzioni tipiche/top di gamma”.

Un risultato a cui ha contribuito anche l’aumento delle superfici dedicate: negli ultimi due anni Aop Luce ha incrementato gli investimenti di circa il 10% rispetto agli anni precedenti. Questo a significare la profonda fiducia che l’azienda nutre nei confronti di questo prodotto.

“Nonostante la melannurca non sia una mela esteticamente molto bella e di grande pezzatura se confrontata con altre varietà – continua Galdiero – i consumatori continuano ad apprezzarla per le sue caratteristiche organolettiche molto particolari, diverse rispetto a quelle di tutte le altre mele. Qualità a cui si aggiunge anche il valore dell’Igp, che viene considerato come una garanzia in più per chi acquista e suscita parecchio interesse nel mercato”.

Sulle tempistiche delle campagna, la raccolta è già terminata ma servirà ancora qualche giorno per completare il processo di arrossamento sui letti di paglia e quindi completamente chiusa la fase di maturazione degli ultimi stacchi. 
“A settembre avevamo previsto volumi inferiori di almeno il 15% rispetto al 2021 – commenta l’ad della Aop - ma ad oggi che abbiamo un quadro più chiaro e superiamo decisamente il 20% di prodotto in meno: da un lato è fisiologicamente un’annata leggermente scarica dopo la precedente, che era stata molto abbondante; dall’altro, il caldo eccessivo in alcune fasi dello sviluppo fenologico e la carenza di acqua hanno inciso negativamente sui quantitativi e sui calibri, infatti prevalgono i calibri medio-piccoli”.

Le temperature estreme non hanno lasciato conseguenze sulla qualità dei frutti, che appare come eccellente. “Il clima estivo di ottobre ha facilitato tutte le operazioni sul “melaio”, pertanto non avremo problemi sulla tenuta dei frutti in cella fino alla primavera – specifica Galdiero - Infatti la Melannurca è molto più delicata rispetto alle altre mele, proprio a causa della fase di permanenza sul melaio e dei vari passaggi manuali che la caratterizzano ed il clima gioca un ruolo fondamentale lungo tutto il processo”.

I rincari dei costi di produzione si sono ripercossi in questa prima fase della campagna sui materiali utilizzati per la lavorazione. “Abbiamo avuto delle difficoltà di reperimento per il truciolo di abete vergine, che viene utilizzato per ricoprire i terreni sui quali viene posta a maturare la Melannurca – dice l’ad dell’azienda – il suo prezzo quest’anno è del 30% superiore rispetto ad anno scorso, quando già aveva ricevuto un aumento rispetto alla sua quotazione ‘normale’”.

Anche gli imballi utilizzati per la lavorazione, lo stoccaggio ed il confezionamento continuano a subire aumenti: “In base alla destinazione d’uso, alla tipologia ed al formato, l’incremento dei costi varia dal +25% al +50% rispetto all’anno scorso – conclude Galdiero - a ciò si aggiungono gli aumenti dell’energia elettrica, ovviamente fondamentale per la frigoconsevazione della Melannurca da settembre a marzo”.