Chiquita condannata per un caso di finanziamento paramilitare in Colombia

Il verdetto arriva dalla giuria del Tribunale di West Palm in Florida

Chiquita condannata per un caso di finanziamento paramilitare in Colombia

Dopo oltre sei settimane di processo, la giuria del Tribunale di West Palm in Florida ha ritenuto il gigante delle banane Chiquita imputabile della morte di otto delle nove vittime uccise anni fa dall’Autodefensas Unidas de Colombia (Forze di Autodifesa Unite della Colombia - AUC). La società sarebbe infatti responsabile del finanziamento delle AUC, un'organizzazione ritenuta dagli Stati Uniti di matrice terroristica e nota per le sue violazioni dei diritti umani. Chiquita dovrà pagare 38,3 milioni di dollari di danni.

EarthRights International, una ONG che ha contribuito alla costruzione del caso e che rappresenta i 16 querelanti, nonché tutti familiari delle vittime, ha definito il verdetto come una grande vittoria per i diritti umani. “Speriamo che questo mandi un messaggio a Chiquita e ad altre aziende: le vite umane non devono essere il prezzo degli affari - ha dichiarato Marco Simons di EarthRights a Law360 - sfortunatamente, il linguaggio che molte aziende adottano è solo quello del denaro, quindi i verdetti significativi possono cambiare il comportamento di quest’ultime”.
Secondo EarthRights, questa è la prima volta che una giuria americana ritiene una grande azienda statunitense responsabile di complicità in gravi abusi dei diritti umani all'estero. In particolare, il tribunale ha stabilito che l'azienda produttrice di banane ha effettuato diversi pagamenti, dal 1997 al 2004, alle AUC, elencati come “servizi di sicurezza”. Tuttavia, la giuria ha accettato la tesi secondo cui il denaro trasferito ai paramilitari sia stato utilizzato per commettere crimini di guerra come omicidi, rapimenti, estorsioni, torture e sparizioni forzate. Le AUC hanno infatti terrorizzato il paese negli anni '90, come parte di uno scontro con le guerriglie di sinistra colombiane, spesso con l'aiuto di membri delle forze armate. Il gruppo ha poi deposto le armi nel 2006, confessando i crimini e accettando di risarcire le vittime. 

In risposta, Chiquita ha sostenuto che tali pagamenti rappresentavano estorsioni a fronte di minacce violente contro i lavoratori e le proprietà dell'azienda in Colombia, tesi confermate anche dall’ex capo delle operazioni della Chiquita Colombia, Charles Keiser, che ha sottolineato come la società non abbia avuto altra scelta se non quella di adeguarsi. Tuttavia, gli avvocati rappresentati delle famiglie colombiane colpite hanno sostenuto che il gigante delle banane abbia approfittato della situazione di guerra per acquistare terreni agricoli in modo più economico. Difatti, Chiquita acquistò 35 fattorie e più di 4.000 ettari di terreno a Santa Marta e Urabá, nel nord della Colombia. Le aziende agricole sono state consolidate sotto la sua controllata Banadex, attraverso la quale l'azienda l'azienda avrebbe effettuato i pagamenti incriminati.
Chiquita ha infine dichiarato attraverso un comunicato la sua intenzione di appellarsi al verdetto.(gc)

Clicca qui per iscriverti alla Newsletter quotidiana di IFN