Dal campo
Bayer, la filiera del finocchio a confronto a Napoli
Italianità, localismo e sostenibilità fra le richieste dei consumatori
Vegetables by Bayer, la divisione sementi orticole di Bayer Crop Science, ha promosso e organizzato il convegno “La filiera italiana del finocchio: innovare per valorizzare”, tenutosi giovedì 11 luglio presso lo Starhotel Terminus di Napoli. L’ evento ha offerto alla platea (produttori, commercianti, buyer e società di servizi) riflessioni, spunti e contenuti utili a sostenerne la commercializzazione del finocchio sul territorio nazionale e non solo.
La giornata si è articolata in tre momenti di approfondimento, a partire da un’analisi dello scenario produttivo, a cura di Mario Schiano, analista di mercato di ISMEA. Il finocchio, con i suoi 19 mila ettari investiti, per più del 75% concentrati in Sud e Centro Italia, e un valore della produzione alla fase agricola stimato in oltre 250 milioni di euro, si caratterizza come una coltura tipicamente italiana e risulta al settimo posto tra gli ortaggi più esportati con oltre 55 mln di kg/anno destinati prevalentemente a Germania, Francia e Svizzera. Come evidenziato da Schiano nel suo intervento, di fatto questa quantità non rappresenta che il 10% della produzione totale ed è evidente come esista un potenziale ancora inesplorato in particolare in Paesi quali Spagna, Polonia, Ungheria, Romania.
Ma quali sono le principali sfide dal punto di vista della produzione? Barbara Parisse, ricercatrice ed esperta di agro-metereologia del CREA, ha approfondito l’influenza del cambiamento climatico sulla produzione individuando rischi ma anche opportunità legati al crescente stress termico e idrico, in alcuni casi accompagnato da episodi di salinizzazione, che caratterizza gli areali vocati alla produzione del finocchio. In un contesto climatico con frequenti episodi estremi e conseguenti stress termici per le colture, l'efficacia e la qualità della gestione dell'acqua svolgono un ruolo cruciale nel determinare sia la quantità che la qualità del raccolto: è qui che l’agro-meteo-climatologia si rivela un importante strumento di conoscenza dei processi decisionali e può venire in aiuto indicando come possibile strumento di mitigazione dell’impatto dei cambiamenti climatici l’adozione di pratiche agronomiche già note e utilizzate anche per altre colture, pacciamatura, irrigazione a goccia, oltre naturalmente alla scelta di varietà sempre più resilienti.
Proprio di come la Ricerca e Sviluppo delle case sementiere operino attraverso il miglioramento genetico ha parlato Fabrizio Poletti, responsabile della coltura del finocchio di Bayer Crop Science, illustrando l’impegno di ricercatori e genetisti all’interno dell’innovativa e sostenibile Stazione di Ricerca di Latina per mettere a punto varietà sempre più flessibili e resilienti, caratterizzate da piante sane e facili da coltivare come auspicato dai produttori e da grumoli di elevata qualità così come richiesto dal consumatore finale.
Ma cosa cercano davvero i consumatori? Qual è il loro vissuto e quali i driver di acquisto nel reparto ortofrutta per la scelta di questo importante e salutare ortaggio presente nell’alimentazione di molti italiani?
A queste e altre domande ha cercato di rispondere Salvo Garipoli, direttore di SGMARKETING, che ha presentato i risultati di un’analisi consumer sulle abitudini di acquisto e consumo del finocchio condotta su un campione composto da 800 acquirenti in modalità CAWI e commissionata proprio da Bayer Crop Science.
Italianità, localismo, stagionalità, ma anche qualità (l’assenza di difetti è al primo posto nei desideri del 27% dei rispondenti) e sostenibilità (aspetto rilevante per 1 consumatore su 5). Il vissuto dei consumatori italiani nei confronti del finocchio varia sensibilmente a seconda della latitudine. Nel nord d’Italia il finocchio viene acquistato prevalentemente nella distribuzione moderna e il consumatore chiede prodotti ad alto contenuto di servizio (salubri, poco calorici, sostenibili nella produzione e nel packaging, pronti al consumo). Nel sud del nostro Paese l’acquisto è più orientato al dettaglio e si è riscontrata una maggiore sensibilità ai temi come italianità e stagionalità. “Siamo di fronte ad una categoria di prodotto che presenta sensibili aree di miglioramento sul fronte della comunicazione”, commenta Garipoli.
“È proprio a partire dal racconto degli elementi di connotazione della filiera produttiva, dei benefici nutrizionali intrinseci e dei consigli di utilizzo, le tre principali aree nelle quali la nostra ricerca ha identificato un gap tra le informazioni ricercate e quelle trovate, che si contribuirà a sostenerne il posizionamento sul mercato quale espressione del più autentico orgoglio italiano”.
A chiusura di un intenso pomeriggio di riflessioni e discussioni, sempre Garipoli ha fatto le veci del padrone di casa nella moderazione di una Tavola Rotonda che ha visto la partecipazione di Germano Fabiani, responsabile ortofrutta di Coop Italia - Duccio Caccioni, direttore di mercato del CAAB di Bologna e Giuseppe Semeraro, buyer ortofrutta di Megamark. Un interessante momento di riflessione sull’andamento della referenza, le aree di valorizzazione e le leve operative più idonee a supportarne il consumo. Anche qui le parole chiave ricorrenti sono le stesse: qualità, servizio, sostenibilità (non solo ambientale ma anche sociale) e ancora una volta risulta urgente il bisogno di un potenziamento nella comunicazione del valore intrinseco della filiera e del prodotto per stimolare il consumo di finocchio anche nelle fasce più giovani della popolazione, interessate da un drammatico calo di interesse nei confronti dell’ortofrutta.
“Come realtà leader nell’industria sementiera e in particolare nel mondo del finocchio, sentiamo fortemente la responsabilità di farci promotori di occasioni di scambio e formazione per tutta la filiera. Infatti, per questo convegno abbiamo scelto privilegiare gli interventi che analizzassero le problematiche reali di chi si dedica alla produzione e commercializzazione del finocchio, nell’ottica di identificare possibili strategie e sinergie per generare valore in questa importante referenza”, commenta Fabrizio Poletti, responsabile della crop per Vegetables by Bayer, divisione sementi di Bayer Crop Science. “Siamo contenti che questo incontro abbia incontrato il gradimento di una platea composta da tutte le più importanti realtà produttive e commerciali della filiera”. (aa)
In foto d'apertura: Fabrizio Poletti, responsabile della crop per Vegetables by Bayer, divisione sementi di Bayer Crop Science
Fonte: Ufficio stampa Bayer