Smarties.bio, radicchi veneti per gli Stati Uniti

Smarties.bio, radicchi veneti per gli Stati Uniti
Il New York Times, in prossimità del solstizio estivo 2021, esce con un articolo lungo e approfondito sul “momento” dei radicchi veneti negli Stati Uniti per elogiarli e per fornire ai suoi lettori le istruzioni per l’uso (dall’elenco delle molte varietà ai consigli per una coltivazione adeguata a periodo e luogo). Clicca qui per leggere l'articolo

Il successo dei due giovani genetisti, Andrea Ghedina e Luca Bertaggia, fondatori della startup Smarties.bio deriva dalla grande passione e dedizione per la ricerca e sviluppo della genetica di varietà orticole della famiglia delle cicorie tipiche dell’area di Chioggia (molte varietà di Rosso di Chioggia, i tipi di Rosso di Verona, il Rosso di Treviso Precoce, il Rosso di Treviso Tardivo e il Variegato di Lusia). Nel 2020 Andrea e Luca fanno partire una partnership con due realtà statunitensi, l’azienda sementiera Uprising Seeds di Mr. Campbell e il Culinary Breeding Network di Lane Selman. E da oltre oceano arriva presto il riconoscimento che anche il gusto amaro, tipico dei radicchi, piace agli americani rientrando a pieno titolo a far parte dei cinque gusti fondamentali (dolce, amaro, salato, acido e umami). Le cicorie venete cominciano così a essere apprezzate dagli americani per le loro proprietà essenziali e non solo come nota di colore all’interno delle buste con mix di insalate vendute nei supermercati.

Lane Selman, professore associato alla Oregon State University, promuove il “Progetto Gusto Italiano” attraverso il Culinary Breeding Network. La “mission” è di costruire comunità di coltivatori di piante e di sementi, agricoltori, acquirenti di prodotti, chef e altre parti interessate per migliorare la qualità delle verdure e del cibo in generale. Tra gli obiettivi: educare il pubblico sull'importanza della coltivazione biologica delle piante; incoraggiare e responsabilizzare le persone a cucinare con cibi coltivati localmente; creare comunità e incoraggiare la collaborazione; coinvolgere il grande pubblico attraverso eventi e attività interattive. Tra le migliaia di feste e sagre italiane oggi esiste anche una “Sagra del Radicchio” in Oregon, e un “Chicory week” arrivato alla quarta edizione.

La salute e la cultura passano attraverso la conoscenza, e Smarties.bio ne è un ottimo esempio perché è protagonista principale della diffusione di alcune delle eccellenze italiane. Si tratta di tipologie di vegetali particolari e poco noti che ha selezionato nel tempo, dal broccolo Fiolaro di Creazzo alla catalogna gigante di Chioggia, alla cipolla rosa di Bassano, alla verza Moretta.

La startup veneta è giovane, smart, aperta al futuro e all’innovazione, ma ha le sue radici nell’esperienza maturata in precedenza nell’azienda agricola T&T Produce di Silvano Tiozzo. Andrea e Luca oggi portano avanti il progetto di ricerca genetica in ambito orticolo dedicandosi a un’attività di recupero e salvaguardia di varietà autoctone locali, coniugando tradizione e innovazione, al fine di renderle le idonee al mercato moderno.
Esiste, infatti, un’enorme ricchezza di tipicità locali italiane che i due genetisti stanno dimostrando di salvaguardare lavorando su più livelli: tutelando il biologico e investendo nella nuova sfida moderna “agricoltura urbana”

L’attuale progetto Gusto Italiano intende portare avanti alcuni valori tramandati dalla azienda d’origine alla neonata Smarties.bio, che oggi incrociano anche i valori della comunità fondata da Mrs. Selman. Quali valori? Credere che la difesa e la promozione del mangiare italiano e del mangiare sano sia la via per salvaguardare la biodiversità contro una globalizzazione delle culture e dei gusti. Credere che il mangiare sano abbia inizio dal seme e dal lavoro di miglioramento genetico per selezionare i semi migliori e quelli di antiche cultivar. Credere che qualità e salubrità dei cibi debbano andare di pari passo con sapore e gusto.

Alcuni studiosi riportano che la scoperta dell’America ha rappresentato l'avvio di una prima forma di globalizzazione alimentare e di una lenta ibridazione culinaria. Molti vegetali sono stati introdotti nelle culture alimentari straniere incontrando non poche difficoltà. Potremmo, per esempio, pensare oggi a una cucina autenticamente napoletana senza pomodori, una calabrese senza peperoncino, una cucina basca senza peperoni, oppure una belga senza patate? Quando nel XV secolo gli Europei colonizzarono il Nuovo Mondo, scoprirono specie vegetali fino allora sconosciute oggi parte della cucina tradizionale italiana, nazionale e regionale. L’anno 1492 si può considerare l’inizio di una prima forma di globalizzazione alimentare e di una lenta ibridazione culinaria.

Un altro valore di Smarties.bio è di credere che la conoscenza scientifica in ambito agricolo sia la giusta chiave per la conoscenza delle varietà vincenti da un punto di vista organolettico. La qualità parte dal seme, soprattutto dal seme mantenuto in purezza da alcuni agricoltori del territorio veneto con i quali l’azienda collabora creando comunità e fornendo semi e consulenza su varietà performanti in pieno campo per ridurre l’utilizzo della chimica e stimolare la produttività in ambienti marginali.
Il cambiamento è vita. Cambia la realtà e si trasformano le aziende. “Vita” è una parola che deriva dal greco “Bìos”, nel suo significato originario porta con sé qualcosa che va oltre la vita naturale – in comune con gli esseri viventi –, rimanda a qualcosa di più ampio e che comprende le facoltà superiori e le scelte dell’uomo. Andrea e Luca hanno scelto questa stessa parola per dare il nome alla loro azienda: Smarties.bio.

Fonte: Ufficio stampa Smarties.bio