Ieri a Macfrut si è provato ad indagare gli scenari attuali e le
prospettive dei consumi del settore pataticolo. L’occasione è stata la tavola
rotonda organizzata da Selenella - Consorzio patata italiana di qualità.
Il presidente, Massimo Cristiani, in apertura ha dichiarato:
“Portiamo ancora gli strascichi della pandemia a cui si aggiunge una situazione
di guerra che ha generato un aumento dell’inflazione piuttosto importante.
Questo ha una ricaduta sul concetto di spesa, bisogna cercare di capire come”.
A seguire sono intervenuti Daria Lodi, analista consumi
prodotti ortofrutticoli di Cso Italy, Luciano Trentini, coordinatore Cepa, Elena
Chiarello, Phd Programme Health, Safety and Green Systems dell’Università di
Bologna e Giacomo Accinelli, coordinatore del Consorzio Patata Italiana di
Qualità.

Daria Lodi ha affrontato il cambiamento dei consumi di
ortofrutta dalla pandemia a oggi: “Del lockdown hanno beneficiato i prodotti di
elevata shelf-life perché si sentiva l’esigenza di fare scorta e ci sono stati
importanti incrementi di vendite per finocchi, carote, cipolle e patate. Queste
ultime nel primo trimestre del 2020 sono state acquistate il 40% in più dell’anno
precedente. Il 2021 però non ha saputo mantenere le stesse cifre”.
Selenella sì, però. Parola del Consorzio. “Il 2020 è stato l’anno
della svolta per noi – ha dichiarato Accinelli -. L’incremento delle vendite è
stato altissimo, attorno al 15% in certi momenti. Nel 2021 abbiamo aumentato le
quote di mercato e anche nel 2022 siamo in controtendenza rispetto ai dati di
mercato e siamo ancora in crescita”.
Luciano Trentini ha fatto invece una veloce panoramica del
prodotto: “Con una produzione totale di 340 milioni di tonnellate, la patata è
uno di quei prodotti che può sfamare il mondo. In Europa i Paesi cardine sono:
Francia, Belgio, Paesi Bassi e Germania. In Italia invece la produzione sta
calando in modo importante”.