Dalla distribuzione
Zucche, non basta abbellire il reparto, occorre spiegarle
La comunicazione dei prodotti deve essere coerente alla loro segmentazione
Con qualche settimana di ritardo è partita la nuova stagione delle zucche italiane e, dalle prime stime, si prevede con una minore disponibilità rispetto al 2022, a causa degli eventi meteo avversi che hanno colpito la nostra Penisola.
Orami da diversi anni il prodotto Made in Italy riesce a coprire interamente o quasi il fabbisogno interno, questo anche grazie alle nuove scelte varietali che, oltre ad arricchire l’offerta, hanno aumentato il periodo di vendita.
A prescindere dalla tipologia, che fra l’altro varia notevolmente in funzione dell’area geografica sarebbe meglio prediligere i frutti che non superano i 2/3 kg anche in funzione della dimensione mefia delle famiglie. Invece, spesso, si trovano in vendita dei frutti anche di 4-6 chili che escono con una battuta di cassa proibitiva, soprattutto ad inizio campagna, quando i prezzi toccano facilmente 2 euro/chilo.
Le insegne della GDO nel corso della stagione dedicano molta attenzione a questa referenza, dandole molto spazio e visibilità in reparto, anche perché si presta a fare da “tappabuchi”, soprattutto grazie alla lunga shelf life e alla resistenza alle manipolazioni, che ne consente una decisa massificazione. Oltretutto, negli ultimi anni si stanno facendo strada le zucche decorative, utilizzate in prima battuta dai caporeparti più fantasiosi per abbellire il reparto, soprattutto in prossimità di Halloween e, in secondo luog,o per generare vendite incrementali ma solo se ben spiegate.
Proprio la comunicazione, tanto per cambiare, è un elemento che latita in diverse proposte assortimentali ed è un aspetto critico soprattutto quando si inseriscono nuove referenze. Per esempio, chi mi spiega quando la buccia si può mangiare o meno? E ancora, cosa dovrei fare con una zucca dal sapore di castagna? Quale delle proposte è adatta da cuocere al forno e quale per gli gnocchi? Tutte domande banali ma che spesso non trovano risposta, per lo meno non all’interno del reparto, a parte l’iniziativa di qualche produttore che inserisce folder informativi all’interno dell’imballaggio.
Sicuramente sono più facilmente fruibili le referenze ad alto contenuto di servizio come quelle di I° gamma evoluta e di IV° gamma, senza dimenticare l’importanza della V° gamma in forte crescita nei consumi.
Grazie a questa versatilità, le zucche hanno “sconfinato” anche in altri reparti, come i surgelati e la gastronomia, con una numerica importante di proposte-soluzioni in cucina capaci di soddisfare le diverse esigenze. Non da ultimo, si trovano anche le chips di zucca, che potrebbero ritagliarsi uno spazio interessante se valorizzate correttamente.
Quindi, c’è grande fermento verso un prodotto che si sta evolvendo molto velocemente, grazie soprattutto alla produzione che sta segmentando l’offerta con una qualità eccellente e con innovazioni di prodotto. Lato GDO occorre valorizzare con maggiore efficacia il prodotto sul punto vendita per non vanificare gli sforzi a monte.