Dalla distribuzione
Susine: nella distribuzione regna il caos
Manca una segmentazione comprensibile
In questi mesi autunnali, le susine italiane sono fra i prodotti del momento in quanto si avvantaggiano della transizione fra la frutta estiva e quella invernale. Non a caso sono spesso protagoniste nei volantini promozionali delle diverse insegne.
Dalle nostre rilevazioni settimanali, però, abbiamo notato qualche sovraesposizione nei reparti ortofrutta, dove si notano spazi troppo ampi, anzi, a dire il vero più che lo spazio il problema è la proliferazione incontrollata delle numeriche: abbiamo trovato esposte fino a 16 referenze in alcuni Superstore/ipermercati, per passare alle 8-10 in alcuni supermercati medio-piccoli, fino alle 4-5 dei discount.
Sappiamo benissimo come nel passaggio da una stagione all’altra ci siano avvicendamenti negli assortimenti della frutta e che, quindi, gli spazi espositivi nei reparti vadano coperti, ma le numeriche che superano le 6-8 referenze nelle strutture più grandi, in proporzione alle vendite che sono buone ma non clamorose, sono sicuramente eccessive e creano solo confusione ai consumatori oltre che problemi di sfridi.
Tutto parte da una non-segmentazione. Infatti, da alcuni anni a questa parte (come da normativa di legge) le susine sono state suddivise per colore in rosse-nere-variegate e gialle, che a livello visivo sono sicuramente distinguibili agli occhi del consumatore, ma non sono così caratterizzate a livello gustativo. E comunque, anche se lo fossero, chi spiega tante sfumature al consumatore?
Al momento nessuno; anzi, si tende ad agevolare la confusione fra confezioni “multi colore” a scale prezzi spesso inesistenti da una tonalità all’altra. La logica che accomuna diverse catene è semplice: riempire lo spazio con massificazione di prodotto.
Parimenti, occorrerebbe essere più “furbi” anche nel prodotto confezionato, dove si dovrebbe evitare grammature da 1 chilogrammo (fra le più diffuse), a nostro avviso troppo grandi per il consumo medio domestico; per questo sarebbe meglio sgrammarle almeno a 750 grammi ed avere così una battuta di cassa più appetibile.
Se non altro, con il prodotto premium si notano proposte assortimentali più equilibrate, caratterizzate da grammatture corrette (400-500 grammi) ed un livello qualitativo eccellente che può essere comunicato nella confezione.
Pensiamo che si debba partire da qui. Ora è il momento di selezionare meglio la proposta e fare “pulizia” negli assortimenti, valorizzando quelle più buone da mangiare e destinando la scarsa qualità al primo prezzo, creando una evidente scala prezzi e di valori, facilitando così la visibilità di quelle in vendita.
Ultimo, ma non meno importante, è la comunicazione in reparto, che spesso nelle nostre analisi è presa in causa come grande assente, ma nel caso della susina l’assenza è aggravata anche da una “pigrizia” dei produttori, che di certo non aiutano i distributori.
Ha collaborato Fabrizio Pattuelli