Il meglio di IFN
Senza riferimenti su come gestire il presente non ha senso fare Futurpera
Fronte comune sul tema per Pera dell’Emilia Romagna IGP, UNAPera e OI PERA

Arriva proprio come una tromba d’aria su un frutteto già devastato da gelo e grandine, la frase lapidaria dei rappresentanti delle tre organizzazioni di riferimento del mondo delle pere sul Salone del settore, in programma a fine novembre.
“Finché le istituzioni non sbloccheranno i ristori per la drammatica situazione attuale, riteniamo non ci siano i presupposti per partecipare a Futurpera, nata proprio per condividere soluzioni innovative volte a superare le criticità del settore”. Con questa frase lapidaria, il Presidente del Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna IGP Mauro Grossi, il Presidente di UNAPera Adriano Aldrovandi e il Presidente dell’Organismo Interprofessionale della Pera Thomas Brandstaetter, riassumono il loro punto di vista sulla situazione che attanaglia il comparto pericolo italiano e, più in particolare, quello emiliano romagnolo alla vigilia dell’evento, di cui sono partner storici, dedicato a questo vanto della frutticoltura nazionale, che – come ricorda il nome – dovrebbe tracciare la strada per il futuro.
Sul fronte produttivo e commerciale, infatti, si sta consumando la campagna più difficile di sempre ma - grazie alla nascita dell’AOP UNAPera, allo sviluppo dell’IGP e alla ricerca messa in campo anche grazie all’OI - i produttori della regione, per quanto è nelle loro possibilità, stanno reagendo per arginare l’emergenza e programmare un rilancio.
La perdita di oltre 5.000 ettari di coltivazione in pochi anni a seguito della mancanza di reddito è stata di stimolo per compattare gran parte del mondo pericolo all’interno della nuova AOP. L’aggregazione, poi, ha permesso di dare nuovo slancio alla ricerca di soluzioni agronomiche adeguate alle modificate condizioni colturali e di rilanciare l’uso dell’IGP ma – dopo aver perso quest’anno il 70% della produzione a seguito delle calamità climatiche occorse fra primavera ed estate – senza un piano di aiuti per far fronte al contingente, i pericoltori non possono resistere e dare corpo al piano di rilancio, già in cantiere grazie alle provvidenze dell’OCM e al supporto della Regione Emilia Romagna con il PSR.
Senza interventi immediati, il primo comparto della frutticoltura dell’Emilia Romagna, che coinvolge circa 5.000 imprese agricole e dà lavoro a un indotto da 15.000 addetti, è destinato alla resa, coinvolgendo tutta la pericoltura nazionale, visto che l’Emilia Romagna è di gran lunga ancora la regione di riferimento.

“Da diversi mesi si parla di un piano di ristori ma, fino ad ora, nulla si è concretizzato e, oramai, per i produttori è scaduto il tempo per capire cosa fare la prossima stagione”, affermano i tre presidenti. “Senza un disegno per oggi non ha senso ritrovarsi a Futurpera per pensare a cosa fare nei prossimi anni, poiché mancano i presupposti su cui ragionare. Meglio attendere qualche mese, possibili occasioni non mancano, nella speranza che le Istituzioni riescano a sbloccare la situazione. Per ora è più proficuo concentrarsi sulla gestione di questa difficile campagna”.
Per la verità, ieri il ministro Lollobrigida ha parlato di 10 milioni di euro per le pere (per approfondimenti clicca qui ), dopo che - per lungo tempo - si era parlato di un piano straordinario da 35-50 milioni di euro per far fronte alle perdite per l’annata in corso, che sono dell’ordine dei 100 milioni di euro. Sul tema si era spesa anche Coldiretti, a partire dal Macfrut (per approfondimenti clicca qui), ma fino a oggi i pericoltori non hanno avuto nessun riferimento concreto, figuriamoci un ristoro. Se davvero il piano prevederà solo 10 milioni avrà l’effetto di un accanimento terapeutico, cioè allungherà solo l’agonia. I pericoltori adesso stanno facendo la loro parte, seppur in grande ritardo, ora – altrettanto in ritardo – è il tempo della politica nazionale, perché quella regionale può essere di supporto ma non ha le forze per un intervento una tantum di questo tipo. Ci auguriamo che un piano adeguato arrivi al più presto, così da poter fare Futurpera a inizio di marzo, come l’ente fiera ha già annunciato (per approfondimenti clicca qui), speriamo (per i produttori) non troppo frettolosamente.
