Dalla distribuzione
Produttori, la Gdo non è il nemico
Non serve puntarsi il dito contro
Nei giorni scorsi al Macfrut mi sono sentito porre questa domanda: “Come mai la GDO viene “demonizzata” dal mondo produttivo?”. Una domanda a mio avviso provocatoria, piena di preconcetti, che nel 2023 non mi sarei mai aspettato, perché è sicuramente figlia del passato, in quanto è da anni che i due 'mondi' lavorano insieme e non potrebbe essere altrimenti, vista anche l’attuale situazione di stagnazione dei consumi. Con questo non voglio dire che le catene distributive siano degli enti no profit, anzi, non mancano le criticità e c’è molto ancora da fare, ma già il fatto che l’MDD aumenti di anno in anno dà il senso di come i distributori non possano prescindere dai produttori e viceversa. D’altronde, la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli è cambiata notevolmente. Fino agli anni anni '90 i mercati generali erano il punto di riferimento di tutta la filiera italiana e estera, ma non sono stati al passo con la crescita tumultuosa della Grande distribuzione organizzata, che nel frattempo ha dato risposte ad un consumatore in continua evoluzione. I buyer, infatti, non trovando più in mercato ciò che faceva per loro (alternanza di qualità e di approvvigionamento) si sono adoperati per programmare direttamente con la produzione.
Questo dialogo diretto è stato quindi un’importante opportunità per il mondo produttivo che ha potuto così calibrare al meglio l’offerta ed ha permesso di allacciare importanti rapporti e, successivamente, di sviluppare progetti di filiera, come per l’appunto i prodotti MDD, tuttora portati avanti e implementati da tutte le insegne distributive. Non da meno, nell'ultimo decennio si sono sviluppati vari progetti con focus sui prodotti locali cantierati dalle diverse insegne con massima attenzione nelle esposizioni di questi ultimi o creando, addirittura, linee ad hoc. Questa è stata, e sarà, un'opportunità anche per i piccoli-medio produttori per avvicinarsi al mondo distributivo, tant’è che diverse piccole realtà agricole si stanno sviluppando grazie a questi progetti della tanto demonizzata Grande distribuzione organizzata.
Chiaramente per i piccoli produttori servire la Gdo non è semplice, il percorso per diventare fornitori è lungo, fatto di continui controlli sanitari e qualitativi, adeguamenti degli stabilimenti di lavorazione, imballi specifici e via discorrendo. Tutto questo spesso si traduce in costi aggiuntivi, su cui qualche fornitore storce il naso, ma le insegne hanno il dovere di garantire qualità e prezzi giusti ai propri consumatori e, vedendo il ritmo con cui si aprono nuovi negozi, il ruolo della distribuzione aumenterà ulteriormente nei prossimi anni. Allo stesso tempo, la catena distributiva non può pensare di crescere se non ha fornitori adeguati e soddisfatti allo stesso tempo. In pratica i destini si incrociano e demonizzare l’insegna brutta e cattiva così come fare richieste impossibile al produttore non porta da nessuna parte. Chi l’ha capito ne sta traendo vantaggio e non potrà che essere così anche in futuro.