Dalla distribuzione
Piccoli frutti: distribuzione in difficoltà, a parte i discount
Le catene italiane prediligono scelte conservative a differenza dei competitor stranieri
La categoria dei frutti di bosco sta vivendo un momento complicato. Nell’ultimo anno, infatti, ci sono state a più riprese diverse difficoltà nei principali areali produttivi, con una inevitabile ricaduta sia sui prezzi che sulla qualità. Ciò si riflette anche nei banchi della distribuzione italiana, che parte già da una situazione non particolarmente brillante, in termini di gestione e assortimenti, soprattutto se paragonata a mercati più maturi, come quello anglosassone.
Non a caso, proprio le catene molto forti nel Regno Unito, come Aldi e Lidl, hanno proposte particolarmente interessanti, mentre fra le catene nazionali ormai c’è uno schema consolidato: la categoria viene gestita all’interno del murale refrigerato, con mediamente numeriche da 4-5 referenze, a parte qualche insegna che nei negozi più grandi propone - almeno sui mirtilli -assortimenti più profondi, con grammature che variano da 125-250-500 grammi.
La forbice dei prezzi a scaffale varia tra 11-12 €/kg (in offerta) per i formati più grandi, fino a 22/24 €/kg per quelli più piccoli. Chiaramente, quando c’è una promozione col formato “famiglia” da mezzo chilo, si predilige l’esposizione al di fuori del murale refrigerato, in modo da avere maggiori spazi a disposizione.
Notoriamente, quella dei frutti di bosco è una delle famiglie più difficili da gestire a causa della delicatezza dei frutti e della shelf life limitata. A maggior ragione, la situazione si complica ulteriormente quando ci sono problemi produttivi e, allo stesso tempo, siamo di fronte a un calo dei consumi, come in questo periodo. Quindi, da parte dei repartisti, l’attenzione deve essere massima e l’obiettivo è sviluppare rotazioni veloci, evitando di fare giacenze a negozio.
Un obiettivo che dovrebbe essere più facile da raggiungere per i mirtilli, che sono i meno problematici nella gestione e sono gli alto-vendenti della categoria. Tuttavia, si potrebbe e dovrebbe però rischiare di più. In generale, è scarsa la proposta sia per formato (in molte insegne solo da 125 grammi) che per qualità proposta (troppa differenza di calibri grossi-piccoli). Servirebbe, quindi, una miglior selezione per calibro, altrimenti visivamente il prodotto non invoglia l'acquisto, soprattutto agli attuali prezzi di scaffale.
Al contrario, occorre ribadire che i discounter - come Aldi e Lidl - dedicano ampi spazi (anche a murale) al mirtillo, con diversi formati e la qualità osservata all’interno dei negozi è di tutto rispetto.
D’altronde, riuscire ad avere buone performance all’interno di una categoria che ha i prezzi al chilo più alti del reparto è fondamentale per generare fatturato e margine. Quindi, al di là delle difficoltà contingenti, è altamente strategico porre la massima attenzione a questa categoria, innovando proposte e assortimenti, mantenendo la qualità come stella polare. Uno schema che, tanto per cambiare, alcuni discounter hanno già recepito.
Ha collaborato Fabrizio Pattuelli