«Parità di genere: il nostro impegno c’è ma serve anche quello delle istituzioni»

Nella giornata della donna, Maura Latini racconta il percorso di Coop per una filiera più equa

«Parità di genere: il nostro impegno c’è ma serve anche quello delle istituzioni»

“Per ridurre le differenze e le ingiustizie, è necessario un cambiamento culturale che può avvenire solo attraverso la formazione e l’informazione”. È questa la ricetta per una filiera più equa che arriva da Maura Latini, presidente di Coop Italia, in occasione della giornata delle donne.

Da sempre attenta alle tematiche legate a inclusione e parità di genere, Coop Italia continua ogni giorno il suo impegno per una reale uguaglianza di genere sociale ed economica, potendo ora anche rendicontare le attività intraprese.

Dal 2021 il retailer è impegnato nella campagna “Close the Gap. Riduciamo le differenze” e i numeri testimoniano il grande lavoro svolto: “Nel mondo Coop – spiega Latini - le donne rappresentano il 71,5% del totale dei lavoratori. Il 34,8% di loro ricopre ruoli direttivi e circa il 41% dei consiglieri nei Cda delle cooperative è donna”.
Inoltre, è ripartita la sottoscrizione alla petizione: “Il ciclo è ancora un lusso!”, lanciata dal collettivo Onde Rosa nel 2019 e sostenuta da Coop fin dal 2021. L’obiettivo, in questo caso, è di raggiungere un milione di firme per contrastare una legge di bilancio che ha riportato l’Iva sull’assorbenza femminile dal 5 al 10%.

“Ci sembra molto importante che su certi temi non si facciano passi indietro, anche considerando la grande difficoltà che il nostro Paese ha nel compiere avanzamenti sulla gender equality. È in quest’ottica che sta proseguendo la nostra campagna 'Close the Gap' - prosegue la manager - Da un lato, abbiamo voluto sfidare, in un certo senso, noi stessi, ottenendo la Certificazione della Parità di Genere secondo la UNI PdR 125. Uno strumento volontario, che prevede la misura e il monitoraggio di una serie di indicatori in sei aree e che, di fatto, costituisce una vera e propria prassi di riferimento per accompagnare e incentivare le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il divario di genere. Certificazione che, peraltro, impone avanzamenti e verifiche puntuali anno dopo anno".

“Dall’altro lato, abbiamo chiamato a raccolta pubblici esterni, ma anche la nostra base sociale e i nostri partner includendo in prima fila anche i fornitori del prodotto a marchio. Già nel biennio 2021-2022 avevamo intrapreso con alcuni di loro una progettualità sperimentale, coinvolgendo Oxfam e le strutture territoriali di Caritas; in quel caso ci eravamo concentrati sulle lavoratrici di sei filiere pilota di ortofrutta a marchio Coop, prevalentemente nel Sud d’Italia (complessivamente 280 donne)”

“Questo primo approccio”, prosegue Latini, “è stato di stimolo per sviluppare un ulteriore percorso formativo, scalabile e progressivo sulla parità di genere, destinato al management di tutte le aziende fornitrici di prodotto a marchio Coop (circa 800, tra cooperative, piccole, medie e grandi imprese). Con queste premesse debutta ora, nel 2024, un vero e proprio format di e-learning, messo a punto ancora con Oxfam e con il supporto di Scuola Coop, che sarà proposto all’intera platea di fornitori a marchio”.

Tra gli storici partner della sperimentazione, l’azienda di conserve alimentari Grimaldi, nella Valle del Sarno in Campania, che già dal 2021 aveva collaborato nella formazione delle sue dipendenti sull’uguaglianza di genere e che negli anni ha proseguito nel percorso, conseguendo - tra l’altro - nel 2023 certificazioni proprie sui temi dell’inclusione come la stessa Certificazione della Parità di Genere UNI PdR 125 e la SA8000 (lo standard riconosciuto a livello internazionale che si focalizza sul rispetto dei diritti umani e il rispetto del diritto del lavoro). 

“Tutte esperienze pluriennali, così come più recenti partnership che si muovono sempre nella direzione di una maggiore inclusione di genere come è il caso di VIP, l’associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta in Alto Adige; 1.600 membri, grandi produttori di mele e altri prodotti stagionali che hanno acconsentito a sperimentare il nuovo modello di formazione inclusiva proposto da Coop nella loro realtà.  E oltre a loro ci auguriamo che, d'ora in avanti, quanto proponiamo, ovviamente come formazione volontaria, possa trovare la massima condivisione”. 

Latini conclude con un appello sulla carenza dei servizi a supporto delle donne: “Si sente l’assenza delle istituzioni: dovrebbero essere loro a farsene carico”. (am)

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