Mercato rionale, dalle stelle alle stalle

Due modelli di business agli antipodi che vivono gomito a gomito

Mercato rionale, dalle stelle alle stalle

Di solito pubblichiamo analisi dettagliate sui punti vendita della GDO, ma non ci dimentichiamo dell’importanza del dettaglio tradizionale, soprattutto in alcune zone d’Italia. Nella fattispecie abbiamo analizzato il classico mercato cittadino, presente due giorni alla settimana, per capire quale sia il posizionamento prezzi e la qualità della proposta nei banchi presenti, in un momento dove diverse referenze estive mostrano in generale prezzi più alti del solito.

L’impatto del mercato è sempre di grande effetto, un mix di colori e profumi veramente accattivante, soprattutto davanti a quei banchi gestititi da veri propri professionisti che curano ogni dettaglio. 

L’esposizione maniacale va a braccetto con qualità di alto livello e con precisione dei cartellini segnaprezzo. Tuttavia, a mio avviso, ciò che fa veramente la differenza e la professionalità degli operatori nei rapporti con la clientela. Gentilezza, competenza, disponibilità e, perché no, qualche battuta per sdrammatizzare, sono doti che conquistano e fidelizzano la clientela, tant’è che davanti a questi banchi c’è la fila per fare la spesa nonostante i prezzi non siano proprio a buon mercato, se mi permettete il gioco di parole. Alcuni, sono dei veri maestri della vendita, perché fanno assaggiare il prodotto magari al nipotino che obbliga la nonna ad acquistare e, nell’eventualità che il prodotto acquistato non soddisfi l’acquirente (anche se accade molto raramente), il fruttivendolo garantisce il rimborso.

A fianco di questi banchi, ce ne sono altri (per la verità ancora pochi), anch'essi molti affollati, nei quali l’assortimento è decisamente più contenuto e la qualità proposta è pessima

Nel migliore dei casi è merce di II° categoria, altre volte sarebbe da bidone dell’organico. I prezzi, chiaramente, sono molto bassi con cartelli generici da  1,00 o da  1,30/1,40 € al kg, senza nessuna indicazione davanti ai prodotti su varietà/provenienze o altri riferimenti come da obblighi di legge. 

I clienti, in questo caso si servono da soli, in modo selvaggio, rovistando e pulendosi da soli la merce che si trova nei bins o in cassette di legno/plastica che riportano impresse indicazioni diverse dal contenuto; quindi, imballaggi riutilizzati nel tempo (e si vede). In sostanza una proposta commerciale molto aggressiva sui prezzi e di bassa qualità, ma che comunque attrae numerosi clienti dai giovani agli anziani, sia italiani che stranieri.

Inoltre, occorre notare come questi category killer abbiano pure aumentato i prezzi nell’arco degli ultimi mesi, passando da 0,50-0,99 euro/kg a 1-1,40 euro/chilo.

Quindi nella enorme piazza convivono ravvicinate due proposte commerciali veramente agli antipodi, una, veramente premium, l'altra -  invece - di primo prezzo.
Credo che molti consumatori girando tra i banchi facciano fatica anche a capire il vero valore dei prodotti, perché i delta prezzi degli stessi articoli sono molto alti, per un melone si passa dai 4,00/6,00 euro al kg a 1,00/1,40 euro al kg.

Chiaramente essendo in condizioni di libero mercato ognuno pratica la propria strategia di vendita, accaparrandosi la propria fetta di mercato. Tuttavia, bisognerebbe almeno farlo ad armi pari rispettando tutti le norme di commercializzazione, ma questo non sempre avviene. Evidentemente chi deve fare i controlli sta chiudendo entrambi gli occhi.

In ultima analisi, è interessante notare come sia sparita la “fascia di mezzo”, a dimostrazione di come il mercato rionale rifletta a suo modo, una polarizzazione dei consumi sempre più accentuata che, aben guardare, rappresenta un problema per il produttore che vede chiusi interessanti spazi di mercato.

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli

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