La produzione si rinnova, la Gdo resta al palo

Solo il reparto ortofrutta sfugge all'innovazione tecnologica

La produzione si rinnova, la Gdo resta al palo

Nell'Expo di Milano del 2015 era stato presentato il negozio del futuro, ma ad oggi di quanto visto allora non si trova riscontro. E dire che a livello produttivo l’innovazione tecnologica negli ultimi anni ha aiutato a migliorare non poco il lavoro in campagna (la famosa agricoltura 4.0), con gli agricoltori che hanno intrecciato la loro esperienza con le nuove tecniche e tratto benefici tangibili nel loro lavoro quotidiano. Per esempio la nascita delle serre tecnologiche ha permesso in molti casi di ottenere prodotti più salubri e di qualità costante nel tempo, mentre le nuove vertical farms, ora in fase di avviamento, disegneranno altri orizzonti.

Osservando invece l'ultimo pezzo della filiera, ovvero, il reparto ortofrutta, nella gestione e nelle proposte assortimentali non sembrano esserci cambiamenti dettati dall’avvento di nuove tecnologie. Anzi, rispetto al passato poco o nulla sembra essere cambiato e, quindi, scontiamo forti ritardi.

E dire che, osservando altri settori del mondo dei freschi, si notano diversi cambiamenti: dai banchi espositivi refrigerati a risparmio energetico e a basso impatto ambientale che, oltre ai vantaggi immediati di recupero dei costi hanno migliorato la conservazione dei prodotti ai i nuovi pack in skin che hanno cambiato e migliorato la presentazione e la conservazione di molti prodotti dei reparti carne, pesce, verdure, primi piatti, dando appeal visivo a prodotti che di solito non ne avevano. E questo solo per citare alcuni esempi.

Il tutto mentre nel reparto ortofrutta si applicano tattiche difensive poco aperte al cambiamento e alla innovazione. L'arresto della crescita dei prodotti confezionati è solo un ritorno al passato (anni '80) dove la proposta in vendita era solo icosì; l’unica novità è l'avvento del peso fisso (ma solo dove è facile). La presentazione nei reparti con proposte di prodotti sfusi-confezionati in banchi-isole (non refrigerate) per maggior parte della GDO è rimasta come allora e questo non aiuta certo a migliorarne la shelf-life. Chiaramente non tutti i prodotti ortofrutticoli necessitano di 'freddo', ma su molti di questi aiuterebbe a mantenerli presentabili nel corso della giornata.

È chiaro come gli spazi refrigerati siano insufficienti e quelli presenti siano dedicati quasi esclusivamente ai prodotti di IV e V° gamma, categoria che però da tempo sconta una mancanza di spazi adeguati rispetto alla crescita dei volumi-vendite. Andando oltre, la tecnologia con l’utilizzo di diversi programmi gestionali per gli ordini con diversi livelli di assistenza, migliora e facilita il lavoro dei repartisti nella gestione ordini-stock. Questo però da solo non basta perché va abbinato al mestiere dei singoli, in quanto le variabili giornaliere di cui tenere conto nel nostro settore sono molteplici e spesso imprevedibili.
Quindi, le nuove tecnologie, come l’utilizzo di piattaforme e-learning, potrebbero dare grande supporto per la formazione del personale cercando di garantire insegnamenti costanti e continui durante il corso dell’anno.

Un altro aspetto dalle grandi potenzialità, ma veramente poco presidiato, riguarda la comunicazione in reparto. Che sia aerea o vicino ai prodotti sconta ritardi nel supporto tecnologico, dove la parte manuale nella preparazione di cartelli-porta prezzi è sempre molto dispersiva, mentre se fosse utilizzata in modo diverso (sfruttando display o mini-monitor) oltre ad accorciare alcune operazioni, aiuterebbe nel supporto esplicativo della vendita e conoscenza dei nuovi prodotti, con info veloci e fruibili con semplicità, per evitare di lasciare tutto alla consultazione delle etichette dei prodotti.

Tuttavia, non si può dire che negli anni nulla sia cambiato; soprattutto nella gestione dei Ce.Di sono stati fatti passi da gigante, solo il reparto sembra essere “sfuggito” all'innovazione tecnologica che sta interessando tutti gli anelli della filiera. Un vero peccato, sembra quasi ci sia timore da parte delle catene di osare per rinnovare. Certamente il momento di consumi stagnanti non aiuta ma è proprio dalle difficoltà che si aprono opportunità e che si devono ripensare nuovi modelli e aprirsi alle novità che vengono dal mondo esterno, che continua a viaggiare forte e non aspetta.


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