Il meglio di IFN
Francescon: pochi meloni fino a metà luglio
Scarsa allegagione e fitopatie ridurranno l’offerta almeno del 40%
Della Casa - Come osservavamo già nelle scorse settimane (leggi l’articolo completo), l’avvio di questa campagna meloni è fra le più bizzarre e indecifrabili che ricordiamo. Proviamo a fare il punto sulla situazione con Bruno Francescon, Presidente dell’omonima OP.
Francescon - Per la Sicilia, addirittura, è stata la più deludente che si ricordi e parliamo al passato perché oramai il prodotto è finito malgrado siamo solo a inizio giugno. Ritardo nella maturazione, maggiore produzione e clima sfavorevole nelle aree di consumo nella seconda metà di maggio hanno creato un tappo sul mercato, tanto che in poche settimane il prezzo del prodotto all’ingrosso è passato da 3 euro a 70 centesimi; i produttori – dovendo ragionare con meno di 20 centesimi al kg – hanno preferito lasciare la produzione della seconda fioritura in campo e, anche per questo, la campagna è già finita.
Della Casa - Ora che siamo arrivati in continente con la produzione, come si sta evolvendo il mercato?
Francescon – In pochi giorni il prezzo è di nuovo salito verso 1,7 – 1,8 euro la Kg e ci attendiamo punte di due euro nel fine settimane perché la produzione è poca a fronte di una domanda nella norma per il periodo, sia in Italia che nel resto d’Europa. Un po’ in tutte le aree produttive continentali, infatti, dobbiamo fare i conti con scarsa allegagione – da ogni pianta in media si sviluppano 4 frutti anziché i soliti 6 – e con problemi fitosanitari importanti, causati da Peronospora e Didymella. Questa situazione si protrarrà almeno fino alla fine di questo ciclo e stimiamo porterà ad una riduzione dell’offerta di almeno il 40%, sempre che – nel frattempo – non intervengano altre problematiche, su cui facciamo ogni tipo di scongiuro. Per questo occorrerà gestire bene la disponibilità del prodotto evitando iniziative promozionali impattanti che non saranno necessarie.
Della Casa – Si può fare qualche previsione anche per la seconda parte della campagna?
Francescon – Non sulle rese, è troppo presto, ma di certo sulle superfici dedicate abbiamo dati molto confidenti. Da quanto emerge dal confronto con ditte sementire e vivaisti, di certo mancherà almeno il 15% delle superfici investite lo scorso anno che – anche senza particolari problemi – ci daranno un’offerta più equilibrata rispetto alla domanda, per cui ci attendiamo prezzi più alti di almeno il 20% rispetto allo scorso anno se solo la domanda sarà nella media.