Ciliegie in Gdo, rischio o non rischio?

La stagione anomala si riflette sulle proposte assortimentali

Ciliegie in Gdo, rischio o non rischio?

A giugno siamo nel pieno della stagione delle ciliegie, eccellenze italiane che possono fregiarsi di diversi riconoscimenti IGP che certificano una qualità disitintiva nel panorama ortofrutticolo europeo. 

Tuttavia, la stagione fino ad ora è stata anomala, per usare un eufemismo, a causa del maltempo che sta colpendo a ripetizione i diversi areali produttivi. Che sia un mese anomalo lo si nota anche nelle proposte assortimentali delle diverse insegne della Gdo che mostrano strategie letteralmente agli antipodi, come abbiamo potuto verificare nella rilevazione di pochi giorni fa in diversi punti vendita del retail moderno. Infatti, alcuni di loro mostrano un approccio conservativo, con poche referenze inserite (al massimo un paio ma in alcuni non sono state trovate ciliegie a punto vendita); altri, invece, sono decisamente più aggressivi con proposte nettamente più profonde: dal prodotto da prezzo a quello premium arrivando a proporre 7/8 referenze contemporaneamente, da diverse provenienze. Infine, non mancano le catene che scelgono la classica “via di mezzo”, caratterizzata da poche referenze ma da spazi espositivi accativanti.

Su certi aspetti c’è convergenza, com’è il caso del prodotto confezionato. Infatti, in generale sappiamo benissimo come la ciliegia sia un prodotto da trattare con estrema cura, ed è per questo motivo che il prodotto confezionato, di solito a peso imposto, ha preso il sopravvento rispetto allo sfuso poiché preserva la qualità dei frutti e l'aspetto igienico-sanitario.

A questo punto sorge il dilemma: limitare l’esposizione per contenere gli sfridi o al contrario sviluppare una proposta accattivante per uno dei più classici prodotti da acquisto di impulso?

Considerando che la campagna di quest’anno sarà sicuramente più corta, vista la riduzione dei volumi, e caratterizzata da quotazioni più alte, occorre, in qualche modo rischiare per non subire perdite di fatturato importanti, difficili poi da recuperare a stagione avanzata.

,È in queste situazioni che la catena deve mettere in campo tutta la professionalità del caso: da un lato il buyer deve cercare di variare le zone di produzione “schivando” gli areali più colpiti dalla pioggia; il controllo qualità deve a sua volta evitare che prodotto già marcio arrivi sui banchi e lo stesso repartista, in una annata così difficile, deve porre la massima attenzione. Così facendo, i benefici ripagano dei rischi, anche perché il consumatore è particolarmente recettivo, poiché fra le altre referenze, le fragole volgono a fine stagione mentre le altre drupacee sono solo all’inizio (ed in ritardo), con una qualità non certo impeccabile. Infine, meloni e cocomeri attendono il vero caldo per sviluppare volumi interessanti.

Anche nei mercati rionali, negli ultimi giorni, le ciliegie hanno preso la scena sul resto e vengono messa in bella mostra nei banchi per invogliare chiunque si avvicini e quando questo non fosse sufficiente, sono gli stessi operatori a 'promuoverle', magari facendole assaggiare. 

A volte ad essere troppo tempestivi nel nostro settore si rischia, ma non è il caso di questi frutti, che sono una vera prelibatezza nel comparto della frutta e quando proposte con efficacia danno un'immagine positiva al reparto e, soprattutto, alzano il fatturato in maniera importante

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli