Ci sono clementine e clementine …

Sfogo di un lettore per la frutta propinata a scuola

Ci sono clementine e clementine …

Gentile Direttore, Le scrivo questa mail perché Vorrei porle un quesito. Come può vedere, nella foto allegata ci sono due clementine, quella di sinistra viene data nel pranzo alla mensa di mio figlio mentre quella di destra è stata comprata dal fruttivendolo. Non volendo sottolineare la differenza di calibro, Le posso giurare che la differenza di sapore è abissale. Come possiamo promuovere la frutta con un prodotto che a noi agricoltori viene considerato scarto? Se non erro l’iniziativa viene anche finanziata dal ministero dell’agricoltura. 

La ringrazio anticipatamente per un eventuale risposta al mio quesito.

Lettera firmata

Gent.mo Lettore, quanto scrive purtroppo non fa che confermare quanto vado dicendo da diverso tempo, ovvero che il nostro settore manca di coscienza comune e anche di lungimiranza. Lasciamo per un momento da parte il progetto “Frutta nelle Scuole”, di cui parlerò fra un attimo e concentriamoci solo sul prodotto che Lei ci ha sottoposto. Fare quella fornitura è come lesinare nella qualità del calcestruzzo per fare le fondamenta di una casa. Ne soffrirà tutta la costruzione mettendola a rischio per quanto lussuosa poi la si farà ma a chi realizza la prima fase permetterà di marginare di più. L’unico rischio potrebbe essere il crollo della costruzione, cosa che non può capitare con clementine “mosce”, per cui non vi è nemmeno questa ipotesi. Di certo, però, le fondamenta del nostro mercato, i giovani - che saranno i responsabili acquisto di domani – cresceranno poco propensi a consumare frutta e verdura e a poco serviranno le nostre pubblicità e le nostre promozioni, proprio come i marmi lussuosi in una casa con base instabile, per cui tutto l’impianto del mercato “scricchiolerà” e non è escluso che crolli miseramente proprio per crisi dei consumi, anche a seguito di queste operazioni scellerate.

Sui giovani e l’ortofrutta non si sta facendo quasi nulla e se considero il ritorno di operazioni come Frutta nelle scuole, forse va tolto anche il quasi. Così come sono state realizzate negli ultimi anni, queste iniziative rischiano infatti di essere addirittura controproducenti. Le responsabilità, purtroppo, sono diluite fra errori progettuali, ritardi della macchina pubblica, carenze organizzative e approccio utilitaristico. È inutile però piangere sul latte versato o illudersi che qualcosa migliori a breve, non ci sono le condizioni. Perdoni la visione pessimistica, o realistica, se preferisce. Continui però a far mangiare a suo figlio clementine buone, è un buon investimento per il futuro di tutti. Da parte mia, inizio sempre la prima lezione dell’anno con la frase: “Sapete quali sono i soldi meglio spesi? Quelli per mangiare!”. Dovrebbe vedere le facce allibite degli studenti, ma dopo qualche ora di dialogo non è raro che qualcuno cominci a mettere in discussione che il miglior investimento sia quello per l’ultimo modello di smartphone. Anche per convertirne uno solo all’anno varrebbe in ogni caso la pena di provarci!

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