Bilancio 2023: toccato il fondo si può solo risalire!

Sperando di non dover cominciare a scavare …. tanti auguri a tutti

Bilancio 2023: toccato il fondo si può solo risalire!

Annus horribilis l’ha già bollato qualcuno e la definizione è quanto mai azzeccata per il comparto ortofrutticolo, visto che oltre a guerre, terrorismo, instabilità politica ed economica, inondazioni e smottamenti, il 2023 ha riservato anche caldi invernali anomali, gelate primaverili, grandinate estive e finali d’autunno più simili alla tarda primavera che all’inizio dell’inverno.

È proprio il clima anomalo, infatti, la principale criticità che l’ortofrutticoltura, più che ogni altro comparto dell’agricoltura, ha sofferto in un anno dove tutto il sistema economico e sociale a livello internazionale è stato stressato dalle guerre già in atto e scosso da nuovi conflitti e tensioni, con ripercussioni non solo sul fronte del costo del denaro ma anche sulla circolazione delle merci. Ai pirati e ai cambiamenti climatici che stanno paralizzando i due canali più importanti per le grandi linee del traffico marittimo si sono aggiunti, di recente, i terroristi. L’instabilità internazionale è infatti la seconda criticità, che deve fare riflettere sull’orizzonte possibile della nostra globalizzazione commerciale. Siamo proprio sicuri in questo scenario di abbandonare la Germania a favore di Spagna e Grecia, per cercare fortuna con prodotti estremamente deperibili nel Far East? È una riflessione che vado condividendo da qualche tempo e credo meriti qualche approfondimento. Parimenti, comunque, occorrerà continuare a riequilibrare sul fronte internazionale la transizione green, portandola da una visione ideologica a una pragmatica, se non vogliamo che a farne le spese siano prima gli agricoltori e, subito dopo, i cittadini. Sugli agrofarmaci la direzione è giusta, sugli imballaggi c’è ancora da fare, sulle aree umide siamo in alto mare.

Il dato incontrovertibile, però, è che l’ortofrutticoltura nelle aree temperate e in quelle continentali non può più fare affidamento su un clima favorevole e necessita di importanti protezioni dal freddo, dal caldo, dai parassiti e dalla grandine, con costi di investimento insostenibili agli attuali prezzi finali dei prodotti, mentre  neanche la protezione passiva, grazie all’assicurazione, è più proponibile, perché manca sia chi assicura che il sostegno pubblico necessario. Parimenti, ma dall’altra parte della barricata e specie nel nostro paese, l’inflazione dilaga mentre i salari non si muovono, per cui le famiglie redistribuiscono la spesa sulla base del valore percepito e, sfortunatamente, l’ortofrutta non è nelle priorità, per cui se ne compra sempre meno, cercando di spendere il meno possibile. Questa è la terza area di criticità, soprattutto perché i settori che hanno in questi anni trasmesso valore e si sono assicurati fidelizzazione possono scaricare tutti i maggiori costi che l’inflazione produce anche per loro, riducendo così ancor più i margini di manovra per chi annaspa nelle retrovie, come frutta e verdura.

Non si può fare però di ogni erba un fascio, come dice il proverbio, perché quando la ricerca e un sistema di imprese organizzate mettono in vendita prodotti “in grado di dare soddisfazione”, come per incanto la disponibilità a pagare aumenta e tutta la filiera gongola, come nel caso delle uve e delle midi-angurie senza semi, malgrado il carrello tricolore. Il numero di casi e le loro dimensioni ci dicono che non sono nicchie - e come tali per pochi - ma esempi, che andrebbero seguiti con maggior enfasi, sviluppando la ricerca – da una parte – e l’organizzazione della filiera, dall’altra. Non servono ammucchiate, ma aggregazioni rilevanti in grado di incidere sul mercato. Tutto il resto è inutile o deleterio. Per dare soddisfazione, poi, l’impiego delle tecnologie è indispensabile sia perché selezionano meglio e in modo più efficiente dell’uomo e, poi, perché la manodopera è un problema irrisolvibile senza l’ausilio della robotizzazione nei paesi sviluppati. Senza soddisfazione il sistema rischia di implodere e non potremmo pensare a un prossimo futuro mirabilis come da ottimista voglio vedere.

Tanti auguri di un sereno Natale e di un felice anno nuovo a tutti Voi e alle Vostre famiglie
 

 

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