Attualità
Aiuti, in che modo la Gdo può contribuire?
Da parte dei distributori serve un atteggiamento collaborativo nei confronti dei partner
Dopo il disastro in Romagna, stiamo assistendo a tante e diverse forme di solidarietà di primo soccorso verso le popolazioni locali che hanno vissuto una tragedia imprevedibile, di enormi proporzioni, con il settore agroalimentare messo in ginocchio.
Ma passata questa prima emergenza, come potrà la GDO aiutare concretamente i produttori ortofrutticoli, che al momento vivono un presente fatto di drammi e un futuro a tinte fosche?
Ricordiamo, infatti, come nei mesi estivi, in situazioni 'normali', le produzioni romagnole siano importanti per gran parte delle insegne del territorio, con volumi interessanti soprattutto nella categoria delle drupacee (nettarine, pesche e albicocche), oltre a molte verdure a foglia (insalate, rucola, spinaci), prodotti che di solito erano presenze fisse anche nei volantini delle varie insegne per tutto il periodo estivo, con volumi importanti di vendite.
Proprio per l'importanza di queste produzioni, a fronte di quanto accaduto, l'economia del territorio andrà sostenuta per farla riprendere, dando segnali concreti al mondo produttivo, da sempre partner attivo delle insegne della GDO, con articoli importanti anche con certificazioni I.G.P. e/o con marchi 'premium'. Quindi è necessario da parte dei distributori un atteggiamento positivo e collaborativo nei confronti dei loro partner.
Come fare concretamente?
La filiera ortofrutticola romagnola, che al momento è già sotto “attacco”, avrà bisogno di riprendersi in modo graduale e senza stress; la mancanza momentanea di merce da queste zone produttive innescherà il rialzo dei prezzi sui mercati, per la legge domanda-offerta; quindi, ci vorrà un'attenzione particolare sulle quotazioni dei prodotti romagnoli, cercando di non inasprire giornalmente la contrattazione dei prodotti al ribasso, soprattutto per quanto riguarda gli ortaggi. Inoltre, sarà fondamentale alleggerire o togliere gli articoli dai volantini, in modo da non chiedere sconti aggiuntivi, oltre a evitare di chiedere prodotto aggiuntivo quando si sa in partenza che mancherà la disponibilità.
Lo stress a cui le piante sono state sottoposte in queste settimane, oltre che limitarne la produttività, potrà dare prodotti con qualche difetto estetico, visto quanto accaduto. Quindi, anche in questo caso occorrerà maggiore flessibilità in fase di accettazione nei vari centri di distribuzione, ma tenendo invece inalterati i parametri della qualità intrinseca dei prodotti (bontà, grado brix), che non dovrà mancare per non deludere il consumatore finale.
Nel caso, poi, fosse necessario, occorre prevedere anche azioni 'straordinarie', coordinate a supporto di eventuali eccedenze o casi specifici, particolari in alcune aree (come già fatto in altre stagioni per altri prodotti).
È chiaro ed evidente che per le insegne del territorio, che da anni puntano (giustamente) sul prodotto locale, lo sforzo sarà superiore, in quanto sarà opportuno dare maggior risalto nelle esposizioni, aiutando così i consumatori a identificarli meglio e, quindi, a incentivare i consumi, che sono un aiuto diretto e concreto ai produttori romagnoli.
Queste sinergie tra insegne e produttori sono necessarie per rialzarsi tutti insieme, consapevoli che ambedue le parti dovranno rinunciare a qualcosa, ma - ragionando da filiera - non si può agire diversamente. È fondamentale non lasciare indietro nessuno, ridando speranze ad un territorio produttivo così importante per tutta l'Italia.
Ha collaborato Fabrizio Pattuelli