Uva di Puglia Igp, volumi in aumento del 40%

Laporta, presidente del consorzio: «Le uve con seme continuano a difendersi bene sul mercato»

Uva di Puglia Igp, volumi in aumento del 40%

Volumi in aumento e prodotti a marchio ben valorizzati dalla distribuzione. Corre su questi due binari lo sviluppo del consorzio dell’uva di Puglia Igp, mentre - per il futuro - auspica anche un importante lavoro di rinnovamento varietale. Ne abbiamo parlato con il presidente del consorzio Michele Laporta.

Partiamo dal riconoscimento della certificazione Igp, arrivata nel 2022. “La certificazione non ha fatto altro che confermare il percorso di valorizzazione che ci eravamo posti fin dall’inizio” dice Laporta. 
E sulla stagione commenta: “Lo scorso anno l'andamento climatico ci ha un po’ penalizzato, mentre quest’anno si sta verificando quello che auspicavamo, ovvero volumi dell’Igp in aumento. Allo stesso tempo i nostri grappoli stanno beneficiando dell’ottima visibilità realizzata grazie ai prodotti a marchio nella distribuzione, come quello del nostro partner La Grande Bellezza Italiana, solo per citarne uno”.

Ad oggi il consorzio ha incrementato del 40% i volumi raggiunti nel 2022 e “la campagna non è ancora terminata – continua Laporta – probabilmente andremo avanti fino a fine dicembre”.
E aggiunge: “Il clima ci sta dando un contributo positivo ma dobbiamo comunquw mantenere requisiti di qualità molto elevati per cui dobbiamo fare molta attenzione. E lo stesso impegno lo abbiamo messo anche nella nostra programmazione in pre-campagna: abbiamo incontrato i confezionatori portando avanti un grande lavoro di sensibilizzazione sui livelli qualitativi dell’uva. Questo lavoro rientra appieno nelle mansioni di tutela e promozione del nostro consorzio”.

Quest’anno buona parte del lavoro del consorzio è stato incentrato anche nella campagna di comunicazione del prodotto: “Dovrà partire sempre di più dal territorio, affinché questo risponda in maniera positiva alla modalità di certificazione”, commenta il presidente.

A livello varietale, il consorzio comprende nella certificazione le uve bianche Italia, Regina e Vittoria, l’uva nera Michele Palieri e quella rosata Red Globe. Laporta sottolinea: “Stiamo assistendo ad un miglior posizionamento per le varietà tradizionali, che va contro all’idea generalizzata che le varietà con seme possano ostacolare il mercato. Queste ultime si stanno infatti posizionando bene e vogliamo innalzarne i livelli qualitativi, motivo per cui ci siamo anche già rivolti al Ministero. Le uve con seme continuano a difendersi molto bene sul mercato anche grazie alla protezione europea”.
E continua: “Per il futuro, vorremmo inserire nell’Igp anche alcune varietà storiche come la Pizzutella, ma prima dobbiamo ottenere il benestare del Ministero tramite un’apposita procedura che ci permetta di iniziare a commercializzarla dal prossimo anno”. È attesa per fine settembre una riunione del consiglio di amministrazione per trarre considerazioni e comprendere anche se aprire a varietà meno storiche e più innovative”.