Uva da tavola, Del Core: «Ormai i consumi vanno ad ondate»

Il mercato dei grappoli sta cambiando e bisogna trovare nuovi equilibri

Uva da tavola, Del Core: «Ormai i consumi vanno ad ondate»

Massimiliano Del Core, presidente della Commissione UVA da tavola (CUT) racconta a IFN i primi mesi della campagna del prodotto, spiegando quanto il comparto abbia bisogno di trovare nuovi equilibri per migliorare l’intera filiera. “Se analizziamo la campagna attuale possiamo parlarne con positività; è stata una stagione contraddistinta da una produzione di qualità in tutti i principali areali italiani. Le rese produttive hanno registrato un po' ovunque un calo, che oscilla tra il 22 e il 26% rispetto l’anno scorso; la Puglia ha registrato i cali più consistenti”.
“Abbiamo avuto una stagione costellata di sfide, soprattutto di natura climatica, dato che abbiamo fatto i conti con pioggia ed eventi estremi sino a maggio, per poi, successivamente, imbatterci in un caldo afoso che ha messo a dura prova le piante. L’andamento climatica ha causato problemi di natura agronomica, come la peronospora, e le piogge intense hanno reso difficoltose le operazioni da eseguire in vigna. Prima è partito l’areale siciliano, come consuetudine, e poi la Puglia, che ha avuto qualche giorno di ritardo a causa del meteo”.

“I mercati, al netto delle “false partenze” con prodotto non ancora adeguato, hanno risposto bene, soprattutto, nella primissima fase della campagna; la qualità è stato il driver principale, con caratteristiche ottime; in particolar modo, il grado brix e il colore degli acini hanno espresso al meglio il potenziale della produzione. Da qualche stagione non si otteneva una qualità simile. La Vittoria ha registrato un trend positivo e siamo fiduciosi, vista la partenza di Red Globe e Italia
“Ci siamo impegnati – afferma Del Core – per spuntare un prezzo adeguato che, fortunatamente, siamo riusciti per adesso ad ottenere. I consumi non sono stati esaltanti ma nemmeno deprimenti; possiamo dire che, ormai, assistiamo ad una domanda ad ondate, discontinua. E questo vale sia per le varietà tradizionali che per le seedless”.

È sterile pensare a un conflitto tra uve tradizionali e seedless: seguiamo i trend di consumo internazionali senza snaturare le nostre tradizioni. Ci vuole più programmazione nella filiera con l’obiettivo di allargare il calendario di consumo dell’uva da tavola seedless e valorizzare le varietà autoctone Made in Italy attraverso le denominazioni Igp, aprirci inoltre la strada verso nuovi mercati. Per questo serve sbloccare i dossier fitosanitari” conclude Del Core.