Spagna, l’inflazione elimina dal carrello pesce, carne e frutta

Rinuncia alla frutta il 18,1% degli intervistati, l'8,2% alla verdura

Spagna, l’inflazione elimina dal carrello pesce, carne e frutta

Secondo il sesto studio sulla salute e vita condotto dalla compagnia assicurativa Aegon, il 49% dei consumatori spagnoli ritiene che l’aumento generalizzato dei prezzi sui generi alimentari abbia cambiato il modo di mangiare e di fare la spesa. Il report rivela infatti come le persone abbiano escluso dalla loro dieta alcuni alimenti freschi fra i quali pesce, carne e frutta e come, in molti casi, siano state costrette a modificare l’ alimentazione, peggiorata in termini di salute negli ultimi mesi. 

In particolare, il 45% degli intervistati ha dichiarato di aver smesso di mangiare alcuni alimenti proprio a seguito del rincaro prezzi. Venendo alle categorie, il pesce è il primo alimento a cui il consumatore rinuncia (52,5%), seguito dalla carne (34,9%) e dalla frutta che si posiziona al terzo posto con il 18,1%. Il quadro che si delinea mostra come gli spagnoli abbiano tolto dal proprio carrello spesa gli alimenti base, ricchi di nutrienti e dal grande valore nutrizionale, prodotti che dovrebbero essere inclusi regolarmente nella dieta quotidiana e che sono stati inevitabilmente sostituiti da alimenti trasformati e meno freschi.

Analizzando i dati forniti dalla ricerca stratificati per cluster, le donne risultano essere quelle che più hanno  rinunciato al consumo di determinati alimenti (49,1%) rispetto agli uomini che raggiungono il 41%, percentuale che aumenta fra i giovani nella fascia d’età 18-25 (61,7%) e quelli tra i 26 e i 40 anni (48,8%). La situazione si aggrava se si considerano gli spagnoli che hanno perso il lavoro (67%) e coloro che ritengono che la propria situazione economica sia peggiorata (62,1%). 

Isole Canarie, la regione più colpita
Lo studio hai poi preso in considerazione i dati per comunità autonome ed è risultato che gli abitanti delle Isole Canarie sono i cittadini il cui paniere è stato maggiormente colpito dall’inflazione sui prodotti alimentari, con una percentuale di rinuncia pari al 66,4%. Seguono gli abitanti dell’Estremadura e della Navarra, rispettivamente con il 62,5% e il 56%. Dall’altro estremo della scala si posizionano invece i galiziani, per i quali solo il 37,6% degli intervistati è stato colpito dal rincaro dei prezzi. Seguono gli asturiani, con il 41,5%, e i cittadini di Castiglia e León, con il 43,7%. 


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