«Siccità, non basta parlarne solo in estate»

Francesco Pugliese (Conad) sprona a passare dalle chiacchiere all'azione

«Siccità, non basta parlarne solo in estate»

Sulle problematiche relative alla siccità è intervenuto anche Francesco Pugliese (ceo di Conad), che su LinkedIn ha riportato un suo intervento personale dove sprona a passare dalle chiacchiere sul tema all'azione: 

Non molto tempo fa leggevo che alcune aziende agricole del nord, dalle parti di Sondrio, hanno iniziato a coltivare ulivi. Ulivi! Al nord! Per me che sono Pugliese di nome e di fatto, nato nella Città dei due mari, è stato un colpo. In Valtellina si coltivano quasi 10mila piante di ulivo e nelle regioni del Mezzogiorno si coltivano piante di avocado. Riscriviamo la geografia alimentare del mondo.

Ci troviamo a essere nel terzo anno consecutivo in cui il clima, sempre più caldo, sta raggiungendo livelli pericolosi per la salute ambientale, economica e sociale. Un fenomeno che rischia di mettere in ginocchio la sovranità alimentare, l’agricoltura e i suoi cicli, la distribuzione e la stagionalità dei prodotti. Ed ecco che la siccità diventa un fenomeno mondiale.
Nell’ultimo anno, il nostro Paese ha registrato il 30% in meno di precipitazioni, anche – 40% al Nord.

La ricchissima Pianura Padana, dove nasce un terzo dei nostri prodotti #madeinItaly e metà dell’allevamento, è stata fra le aree più colpite. Se le conseguenze della guerra in Ucraina ci stavano mettendo in difficoltà, la mancanza di acqua ci metterà in ginocchio.
Qui non si sta più parlando di un evento eccezionale, di un’estate un po’ più calda e un inverno meno freddo. Qui si sta parlando di un fenomeno endemico che colpisce tutti i Paesi, e danneggia tutti noi, a partire dalla nostra quotidianità alimentare. Vuol dire che rischiamo di non avere più riso sulle nostre tavole. Il riso! Forse non tutti lo sanno, ma l’Italia è il principale produttore europeo di riso. Vuol dire che ci perdiamo tutti.

Per questo è fondamentale capire che questo non è un problema solo degli agricoltori e delle 300mila imprese agricole che con l’acqua ci campano e che si stanno impegnando per promuovere un uso razionale, dallo sviluppo di irrigazioni a basso impatto fino a quello di colture meno idro-esigenti. Non basta. Serve che questa emergenza idrica diventi un tema da prima pagina anche passato agosto, il primo punto sulle agende dei piani più alti, parte di un piano nazionale in cui si semplifica la burocrazia e che preveda più approvvigionamenti e infrastrutture e meno perdite.
Quando salgo a Milano, in macchina, lo vedo il Po sempre più basso, magro. Ma quando giro per il resto d’Italia, vedo anche le reti idriche colabrodo e località che già oggi hanno acqua corrente solo in certe ore del giorno. È ora di dire basta.

Noi, come singoli cittadini dobbiamo prendere in mano la situazione e sentirci responsabili, ma in grado di poter fare qualcosa. Meno spreco di cibo, meno spreco di acqua e più consapevolezza che tutto ciò che sbagliamo e consideriamo scontato oggi, ci tornerà indietro come un boomerang domani. E poi la pretesa che la politica, che chi amministra si prenda le sue responsabilità e agisca. Meno titoloni, e più azione.

Fonte: Francesco Pugliese su LinkedIn