Scarichi aerei e rucola della Piana del Sele, no a facili allarmismi

Il Consorzio rassicura sulla sicurezza dei prodotti

Scarichi aerei e rucola della Piana del Sele, no a facili allarmismi

“Sono poco chiare e sostanzialmente incomprensibili le ragioni per le quali si paventato rischi per la salute e addirittura il ritiro dal mercato di una delle eccellenze della Piana del Sele”. È la risposta di Vito Busillo, presidente del Consorzio di tutela, alla nota inviata da Vincenzo Petrosino, oncologo salernitano, a tutti gli enti territoriali e al ministero dell’Agricoltura, in occasione dell’avvio dei voli sull’aeroporto Costa d'Amalfi di Pontecagnano Bellizzi. Petrosino sostiene la tesi della “variazione sostanziale dei luoghi” e quindi della qualità della produzione agricola.

“Prima di agitare lo spettro dei metalli pesanti sulla rucola e sulla IV gamma – dichiara Busillo – bisognerebbe approfondire i regolamenti comunitari e i sistemi di produzione, costruiti in base a criteri scientifici. Per fortuna ci troviamo in Europa, dove le norme a tutela della salute sono così stringenti da non consentire a chiunque di avanzare tesi infondate. Ma andiamo per gradi e facciamo chiarezza”.

La rucola IGP Piana del Sele – spiega Busillo – è coltivata per circa il 98% della sua superficie in ambiente protetto per dodici mesi all’anno, ovvero in serra, sotto una copertura in plastica che ha uno spessore medio tra i 150 e i 200 micrometri. Già solo questo fa capire il livello di rischio di contaminazioni da scarichi aerei. Ricordo che i particolati PM10 hanno un diametro inferiore a 10 micrometri e che i teli sono porosi ai gas, ma non agli inerti come i particolati”. “La seconda considerazione – incalza Busillo – è che l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi dista in linea d’aria dal mare circa 4 chilometri; quindi, gran parte degli scarichi aerei volano dove non c’è attività agricola”. “Se poi parliamo di controlli – aggiunge il presidente del Consorzio – occorre rammentare che attualmente circa il 92% della rucola e altre baby leaf sono nel processo della IV gamma, che prevede il lavaggio prima dell’imbustamento, con conseguente rimozione di eventuali contaminanti dalla superficie delle foglie”.

“Se ciò non bastasse, informo che il canale della IV gamma prevede la vendita presso la GDO, dove sono imposte analisi frequenti di controllo sui contaminanti chimici, quali metalli pesanti, microbiologici e di agrofarmaci. Pertanto, possiamo tranquillamente affermare che i prodotti di IV gamma sono i più controllati dal punto di vista chimico, fisico e microbiologico”. La normativa attuale, sul contenuto in metalli pesanti nella rucola e altre baby leaf, è regolata dal nuovo Reg. UE 2023/915 che stabilisce i valori massimi di cadmio e piombo, e di altri contaminanti, al di sopra dei quali non può avvenire la vendita di ortofrutticoli. Tali valori sono molto restrittivi sulla rucola (0,10 mg/kg di Cd - 0,30 mg/kg di Pb). Pertanto, le aziende socie del Consorzio già effettuano controlli su metalli pesanti e altri contaminanti. (aa)

Foto d'apertura: Vito Busillo, presidente del Consorzio di tutela

Fonte: Ufficio Stampa Consorzio di tutela Rucola della Piana del Sele IGP