Salvi: "Fruitimprese è una vera e propria associazione di filiera"

Lollobrigida alla 75esima assemblea dell'organizzazione ha tracciato le strategie per il futuro

Salvi: "Fruitimprese è una vera e propria associazione di filiera"

Il Presidente di Fruitimprese Marco Salvi, ha aperto la 75esima Assemblea annuale ricordando i passi salienti della storia dell'organizzazione e ha sottolineato come: "Oggi siamo una vera e propria associazione di filiera: dal lato produttivo aderiscono a noi alcune importanti organizzazioni di produttori e fanno riferimento ai nostri associati circa 20.000 aziende agricole, siamo operatori internazionali, rappresentiamo infatti tanti esportatori, ma anche i più importanti importatori rientrati alla base all’inizio degli anni 2000. 

Fra gli ospiti più attesi dell'evento vi era certamente il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che non ha deluso le aspettative, come ha confermato l'acclamazione ricevuta dalla paltea. Durante il suo intervento, oltre a evidenziare l’importanza strategia del settore agricolo per il governo italiano, ha sottolineato come in sede europea si stia cambiando approccio (anche grazie all’Italia) ma occorre insistere: “io sono il primo a volere la rivoluzione verde, ma questo non significa che dobbiamo sacrificare la produttività delle aziende agricole sull’altare di un ambientalismo miope. Mi piace citare Nazareno Strampelli (importante agronomo del secolo scorso che diminuendo la taglia del frumento ne ha aumentato le rese) perché a parità di superfici ha migliorato la capacità di sfamare il popolo. Questa è la vera rivoluzione verde”.

“Voglio ribadire come il primo compito dell’agricoltore è garantire la sicurezza alimentare e, non meno importante, salvaguardare il territorio che è a tutti gli effetti il suo “ufficio” di lavoro. Quindi è evidente come l’agricoltore sia il più grande ambientalista del mondo, perché, se fosse il contrario, sarebbe un esempio di masochismo più unico che raro. Tuttavia, in Europa dobbiamo combattere continuamente pregiudizi culturali nei confronti del settore agricolo, tanto ad arrivare ad assurdità: l’idea di eliminare gli agrofarmaci per i nostri produttori ma mantenerli nelle importazioni è una vera e propria follia. Il concetto di reciprocità dovrebbe essere alla base della politica agricola europea, ma così non è. Tuttavia, sono fiducioso per il futuro perché, anche grazie al ruolo dell’Italia, in sede europea si sta cambiando approccio, ma c’è tanto da lavorare, a partire dall’approccio nostrano. A livello politico deve passare il concetto che in sede comunitaria dobbiamo essere uniti, se vogliamo far valere le nostre ragioni, e a tal proposito ringrazio Paolo de Castro per il lavoro svolto fino ad ora. Scriviamo e condividiamo gli elementi unificanti del settore agricolo italiano e portiamo avanti tutti assieme le battaglie decisive per il nostro settore”.

Il Ministro non si è sottratto ad affrontare le criticità del sistema Italia: “Abbiamo un ritardo drammatico a livello logistico, soprattutto se paragonato alla Spagna che movimenta molte più merci tramite le ferrovie. E ancora: abbiamo un sistema dei mercati ortofrutticoli troppo parcellizzato che aumenta i costi. Questi sono solo alcuni esempi per farvi capire come ci sono sfide che riguardano tutti, a prescindere dal colore del partito. Dobbiamo pensare alle future generazioni, non smetterò mai di ripeterlo, e se tutti remeremo nella stessa direzione riusciremo ad ottenere risultati che neanche ci immaginiamo”.

Paolo De Castro, Europarlamentare

Sulla stessa lunghezza d’onda si è trovato l’Europarlamentare Paolo de Castro: “L’Europa è il luogo dove far convergere i punti comuni che ci interessano, costruendo maggioranze, e per farlo dobbiamo essere uniti. Il problema di questa legislatura è che ha prevalso l’indirizzo ambientalista tanto da far sembrare il settore agricolo il nemico numero uno. Così sono stati varati una serie di normative particolarmente vessatorie nei confronti dei nostri produttori (a partire dalla farm to fork), i quali, già ridotti allo stremo da margini sempre più contenuti, non hanno potuto fare altro che scendere in piazza. Il vero problema è che sono mancati i progetti seri che dessero alternative concrete ai nostri agricoltori. Spero che da qui in avanti si inverta la rotta per ridare lustro alle nostre produzioni”.

La Relazione di Marco Salvi

Una crescita a tutto tondo, dunque, ma che deve continuamente fare i conti con i problemi nazionali e internazionali che incidono sul settore. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, il blocco di Suez prospettano un quadro molto preoccupante, mettendo a rischio, nel solo caso di Suez, "centinaia di milioni di euro di export italiano di mele e kiwi che non si possono permettere di passare per il Capo di Buona Speranza, a causa dei maggiori costi e della perdita di freschezza del prodotto che i tempi di viaggio più lunghi richiedono”, con ripercussioni pesanti anche sul mercato interno.

Il Commercio Estero

Come riportato dal nostro approfondimento, il 2023 si è chiuso con il record del valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca che è in crescita del 9% rispetto al risultato dell’anno precedente. 

Cresce, invece, a due cifre l’import che segna un +14% in volume e un +16% in valore. Ne risente pesantemente la bilancia commerciale che vede ridursi il saldo a poco più di 543 milioni di euro, in calo del 30% rispetto al dato del 2022, e soprattutto mostra un disavanzo negativo a volume di oltre 500 mila tonnellate, che rendono l’Italia un importatore netto a tutti gli effetti.

Un riferimento particolare Salvi ha fatto alla crisi delle pere, "la cui discesa continua inesorabile”. L’interrogativo è quanto resisteranno i produttori di pere, i quali, seppur destinatari di alcuni aiuti straordinari, per i quali Salvi ha ringraziato il ministro Lollobrigida, sono ormai 4 anni che non hanno un ritorno economico sufficiente; si sta tentando di correre ai ripari con il progetto di aggregazione UNAPERA, ma senza il prodotto tutti gli sforzi potrebbero diventare inutili.

“Per quanto riguarda il futuro - ha poi puntualizzato il presidente di Fruitimprese - apprezziamo lo sforzo del MASAF e dell’ISMEA che hanno costituito una commissione dedicata all’apertura dei nuovi mercati. Oggi risultano aperti 28 dossier fitosanitari per esportare in 14 Paesi. Fruitimprese sta facendo la sua parte nel cercare di indirizzare al meglio le risorse disponibili e ci auguriamo che il lavoro di squadra possa portare buoni risultati nel breve-medio termine".

Il 2023 è stato l’anno nel quale il Green Deal ed in particolare la strategia Farm To Fork hanno mostrato tutte le loro contraddizioni: “Abbiamo scoperto - afferma Salvi - che la parola sostenibilità per i burocrati di Bruxelles ha una sola declinazione, quella dell’ambientalismo a tutti i costi, contraddicendo i principi di tutela degli agricoltori previsti dalla Politica Agricola Comune e imponendo decisioni drastiche, figlie di una ideologia miope che non tiene conto delle conseguenze delle scelte che si intende intraprendere”. 

"La proposta principale di questa strategia - ha aggiunto - quella riguardante l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, è stata ritirata da una presidente della Commissione Europea impaurita dalle sollevazioni di piazza degli agricoltori e previdente in vista della sua ricandidatura dopo le prossime elezioni europee. Altre proposte sono state temporaneamente bloccate, come quella sul ripristino della natura, mentre la stessa operazione non è riuscita per il regolamento sugli imballaggi ed i rifiuti di imballaggio che vede il settore ortofrutticolo sacrificato sull’altare della realpolitik".

Per quanto riguarda il comparto produttivo all’orizzonte ci sono delle innovazioni molto interessanti che promettono di rivoluzionare il settore. In primo luogo, le Tecniche di Evoluzione Assistita, conosciute anche come NBT o NGT che hanno le potenzialità per migliorare notevolmente l’aspetto produttivo, consentendo di accelerare i processi di evoluzione che in natura richiedono decenni. Le sperimentazioni in campo, che l’Italia da pioniera ha recentemente consentito, promettono di migliorare le prestazioni delle piante, renderle più resistenti ai cambiamenti climatici e meno dipendenti dai trattamenti chimici. 

Salvi in proposito ha affermato: "Anche in questo ambito l’Unione Europea deve battere un colpo, le discussioni sul nuovo regolamento si stanno incagliando sulla questione delle royalties, non vorremmo che le grandi compagnie della chimica impedissero a queste tecniche di essere a disposizione di tutti. Ben vengano quindi le iniziative del CREA che è già molto avanti nella sperimentazione. Altro pilastro importante su cui puntare per il futuro dell'ortofrutta è la tecnologia: a Ravenna, in un convegno organizzato da UNITEC, è stato presentato un modello di agrivoltaico che si adegua alle esigenze delle piante da frutto e lavora in sinergia con la natura, ma si è discusso anche di digitalizzazione e di utilizzo della robotica. Nel futuro dei nostri frutteti ci saranno sempre più sensori e attrezzature che autoproducono l’energia necessaria grazie all'ausilio dell'intelligenza artificiale".

"Anche noi - ha concluso il presidente Salvi - sogniamo un’agricoltura ad impatto zero, ma, per favore, dateci il tempo, le tecnologie ed i giusti incentivi per ottenerla".

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