Presentati i risultati dei progetti In-Noce e Sost.Noce

Agrintesa e New Factor al centro della filiera del noce da frutto

Presentati i risultati dei progetti In-Noce e Sost.Noce

Si è svolta nei giorni scorsi la riunione conclusiva di presentazione dei risultati relativi due importanti progetti che vedono coinvolta Agrintesa, insieme ai propri soci focalizzati sulla coltura del noce da frutto, e la società New Factor. Si tratta di due progetti che fanno riferimento alla programmazione PSR Regione Emilia-Romagna 2014-2020 e che hanno avuto come focus il noce da frutto, sia in termini di aggregazione e valorizzazione della filiera, sia in termini di ricerca tesa al miglioramento delle tecniche agronomiche.
Il progetto In-Noce, teso alla qualificazione delle noci emiliano-romagnole, dalla produzione alla lavorazione, fino alla commercializzazione, ha coinvolto 11 aziende agricole di Emilia-Romagna e Marche; la capofila New Factor, con sedi operative a Forlì e Rimini, da oltre 20 anni porta avanti la coltivazione specializzata del noce da frutto e si è creata un importante spazio commerciale a livello nazionale col marchio “Noce di Romagna”. La valorizzazione della qualità premium delle noci romagnole passa soprattutto attraverso l’aggregazione del prodotto e la condivisione di programmi di sviluppo controllato e di rafforzamento nei rapporti col mercato.

Il progetto Sost.Noce era invece prioritariamente finalizzato a migliorare la competitività e la sostenibilità della filiera del noce da frutto introducendo innovazioni in tutte le fasi del processo produttivo. 
Nel corso dell’incontro sono stati presentati i risultati di 5 anni di sperimentazione (2018-22) volti all’ottimizzazione della gestione idrica: il supporto tecnico-scientifico del Canale Emiliano Romagnolo ha permesso di mettere a punto sia le necessità idriche del noce, sia i criteri di migliore distribuzione dell’acqua irrigua, al fine di ridurne i consumi. E’ oggi disponibile per i frutticoltori la taratura dei parametri irrigui per il noce, oltre al DSS Irriframe, un servizio messo a disposizione gratuitamente dai Consorzi di bonifica per tutti i nocicoltori.

Una seconda parte, parallela, dell’attività di ricerca agronomica è stata invece seguita dal Distal dell’Università di Bologna. E’ stato messo in evidenza come la coltura del noce presenti ancora alcuni limiti di conoscenza relativamente alle asportazioni di nutrienti, per cui spesso la fertilizzazione è basata su conoscenze empiriche e/o acquisite in ambiti pedo-climatici diversi rispetto a quello emiliano-romagnolo. La sperimentazione, condotta nel forlivese sulla varietà Chandler, la principale nel nostro territorio, ha valutato le asportazioni di macro e micronutrienti da parte dei frutti, delle foglie e dello scheletro della pianta, nonché le quantità di nutrienti rimobilizzate alla fine della stagione. Si è giunti pertanto ad una valutazione precisa dei fabbisogni annuali delle piante, che confermano quanto il noce presenti elevate necessità di nutrienti, senza dimenticare l’importanza di incrementare i contenuti medi di sostanza organica nei suoli al fine di migliorarne la fertilità chimica, fisica e microbiologica.

Per approfondimenti sul Progetto In-Noce, un innovativo progetto di filiera per valorizzare la coltura clicca qui; sul Progetto Sost.Noce clicca qui.

Ottimizzazione della gestione idrica del noce da frutto
Sono stati illustrati i risultati relativi a cinque anni di sperimentazione (2018-2022) durante i quali sono state quantificate le necessità idriche del noce da frutto e sviluppato un modello nel DSS Irriframe per una gestione irrigua ottimale. Presso l’azienda agricola San Martino (FC) sono state confrontate tre modalità di restituzione irrigua corrispondenti al 100%, 75% e 55% dei consumi idrici stimati. I risultati ottenuti durante gli anni di sperimentazione confermano concretamente la possibilità di utilizzare il modello Irriframe per ridurre le esigenze irrigue del noce.

Prendendo in considerazione i dati di resa e qualità raccolti tra il 2018 e il 2022, lievi decrementi produttivi sono stati riscontrati con il 55% di restituzione idrica, mentre non sono emerse differenze significative né a livello quantitativo né qualitativo (pezzatura e colore del gheriglio) tra le tesi del 100% e del 75%.
 
La tesi del 75% ha anzi mostrato in alcune annate rese superiori rispetto alla piena restituzione, dovute a un maggior carico di frutti per pianta di peso medio simile alla tesi del 100%. A dimostrazione che un'eccessiva irrigazione può ridurre l'induzione a frutto della pianta nell’anno successivo.

I dati raccolti tramite sensori di umidità hanno confermato apporti idrici adeguati nella tesi del 75%, mentre con la tesi al 55% si è osservata una progressiva asciugatura del terreno, indicativa di apporti idrici insufficienti.
Sulla base di questi risultati sono stati tarati i parametri irrigui per il noce nel DSS Irriframe, servizio irrigazione messo a disposizione gratuitamente dai Consorzi di bonifica per tutti i nocicoltori.

Stima delle esigenze nutrizionali di un noceto commerciale in piena produzione
A cura di Moreno Toselli, Elena Baldi, Luigi Manfrini, Giulio Perulli, Maurizio Quartieri (DISTAL – Bologna)
La coltura del noce presenta ancora alcuni limiti di conoscenza relativamente alle asportazioni di nutrienti, per cui spesso la fertilizzazione è basata su conoscenze acquisite in ambiti pedo-climatici diversi rispetto a quello regionale. La sperimentazione è stata condotta in ambiente forlivese, su alberi adulti di Chandler innestati su franco, messi a dimora del 2009, con sesti di m 7 x 5 con l’obiettivo di valutare le asportazioni di macro e micronutrienti da parte dei frutti, delle foglie e dello scheletro, nonché la quantità di nutrienti rimobilizzata alla fine della stagione e accumulata negli organi di riserva per essere utilizzata alla ripresa vegetativa della primavera successiva. 

L’elemento maggiormente trovato nei diversi organi è risultato l’azoto (N), con circa 180 kg ha-1, rinvenuto in larga parte nel gheriglio e, in quantità minore, nelle foglie abscisse e nello scheletro. Un comportamento opposto è stato osservato per il calcio (Ca), presente in massima parte nelle foglie e limitatamente nel frutto. Seguono il potassio (K), equamente ripartito nei diversi organi esaminati e, in misura minore, fosforo (P), magnesio (Mg) e zolfo (S). Le quantità asportate di micronutrienti sono risultate dell’ordine dei 200-400 g per ettaro per boro (B), manganese (Mn), rame (Cu) e zinco (Zn); fa eccezione il ferro ((Fe) che si è accumulato prevalentemente nelle foglie, e ancora presente soprattutto in quelle abscisse (oltre 2 kg ha-1), confermando un comportamento già osservato in altre specie. Dalla differenza ottenuta dall’analisi fogliare alla raccolta e alla caduta naturale, è stato possibile apprezzare che solo l’N (diminuito di circa 35 kg ha-1) e il B (diminuito di circa 1500 g ha-1) hanno dato origine alla rimobilizzazione interna. L’aumento di quantità di Ca e Fe nelle foglie abscisse indica un’eccessiva disponibilità per l’albero, tale da rendere necessari meccanismi di allontanamento dell’elemento con gli organi senescenti. Alla luce dei risultati ottenuti, il piano di concimazione in ambiente forlivese dovrebbe prevedere la seguente disponibilità annuale di nutrienti (in kg ha-1): N: 180, P: 23, K: 100, Ca: 90, Mg: 22, S: 20, B: 0,4, Cu: 0,3, Fe: 0,5, Mn: 0,4 Zn: 0,2.  
(am)

Fonte: Ufficio stampa In-Noce