Dal campo
Pomodoro Pachino, tante aziende a rischio
L’inverno atipico manda in tilt la produzione
![Pomodoro Pachino, tante aziende a rischio](/upload/pomodoro-di-pachino-grande-w.jpg)
Momento di crisi profonda per il pomodoro di Pachino Igp e per le imprese del territorio che stanno facendo i conti con una stagione piena di insidie. A raccontare a IFN il sentiment dell’areale è Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp. “Le aziende sono messe a forte rischio da questa stagione atipica sia in termini climatici che commerciali. I prezzi pagati ai produttori in campagna spesso non riescono a coprire tutti gli investimenti fatti dalle imprese agricole e, talvolta, si scende sotto al costo di produzione. Non dimentichiamoci – sottolinea il presidente – che ci sono limiti precisi che regolano il prezzo minimo di acquisto del prodotto che devono essere rispettati per tutelare le imprese e migliaia di operatori”.
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Ma l’allarme che lancia il Consorzio è la graduale perdita di competitività del Pachino sui mercati esteri. “Competere con gli altri Paesi è impossibile per noi – afferma Fortunato – perché c’è un divario di costi di produzione e manodopera che gioca a svantaggio delle imprese siciliane; all'estero il costo della forza lavoro incide sul prodotto solo per un 10% rispetto al 60% dell'Italia. bisognerebbe soffermarsi di più sulle garanzie fitosanitarie che non sono analoghe per tutti i competitors".
L’areale siciliano è anche svantaggiato dalla dinamica venutasi a creare Oltreoceano. “Il Canada ci ha chiuso le frontiere a tempo indeterminato - si rammarica il presidente - a causa della potenziale presenza della Tuta absoluta. Per noi è un danno incalcolabile perdere il mercato nordamericano; attendiamo gli ispettori per dimostrare, una volta per tutte, la trasparenza e sicurezza della nostra filiera”.
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Se dal freddo Canada le frontiere sono chiuse, il caldo atipico, che ha caratterizzato gli ultimi mesi, ha poi destabilizzato la produzione. “Temperature mai registrate – racconta Fortunato – che hanno fatto impazzire le piante: in 15 giorni sono stati raccolti i volumi che nel 2021 abbiamo staccato in un mese e mezzo. Una sovrapproduzione del genere si traduce in un’offerta molto ampia che non trova riscontro in una domanda, già, fiacca di suo”.
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Ma oltre alla preoccupazione, dalle parole del presidente emerge la voglia di ribadire l’importanza economica e sociale di un comparto che si annovera tra i più rilevanti della Sicilia e che va, anche per questo, tutelato e recuperato.
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