Sostenibilità
Pacciamatura biodegradabile, la sostenibilità cresce in campo
Risultati e nuove applicazioni del Mater-Bi di Novamont dalla nostra diretta social
La sostenibilità si ottiene già in campo con i teli in Mater-Bi per la pacciamatura biodegradabile di Novamont. Dagli anni ormai lontani del suo lancio, questa tecnologia è stata in grado di guadagnarsi la fiducia di numerosi operatori ortofrutticoli che utilizzano i teli sulle più svariate colture, dalla frutticole alle orticole. Ieri nella nostra diretta social “Pacciamatura biodegradabile tra esperienze ed innovazione” (clicca qui per rivederla su Youtube, su Facebook e su LinkedIn) abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni produttori e tecnici per ampliare sempre di più lo sguardo verso questi mezzi tecnici innovativi.
Punto di partenza per l’utilizzo del Mater-Bi è la sostenibilità, un valore che va compreso sotto tutte le sue sfumature: “Per generare sostenibilità deve esserci un perfetto equilibrio tra i sistemi ambiente, società ed economia; nessuno dei tre deve essere lasciato indietro” è intervenuto alla diretta Roberto Della Casa, direttore scientifico del monitor ortofrutta di Agroter nonché publisher representative di Italiafruit News. E ha aggiunto: “Se uno solo dei sistemi viene a mancare, non si verificherà alcuna sostenibilità. E le prove le abbiamo nella storia: finché la sostenibilità è stata intesa solo in termini ambientali, non è stato possibile attuarla veramente. Il suo legame con l’economia è fondamentale perché il settore possa svilupparsi e valorizzare i diritti di tutti gli operatori della filiera. E riportare l’agricoltura sul piano razionale significa fare un utilizzo oculato delle tecnologie, proprio come succede con i teli in Mater-Bi”.
Tra le aziende che utilizzano la pacciamatura biodegradabile dei teli in Mater-Bi di Novamont c’è la Op Ortofruit di Saluzzo (Cuneo) per cui è intervenuto il tecnico Ezio Giraudo: “Abbiamo iniziato ad usare il Mater-Bi circa 15 anni fa e, al di là delle problematiche di utilizzo iniziali, ad oggi lo usiamo sulla quasi totalità delle nostre coltivazioni: cucurbitacee, solanacee e colture a foglia. I vantaggi della pacciamatura biodegradabile sono sicuramente legati alla sua facilità di utilizzo e al fatto che i teli non vanno rimossi dal terreno al termine del ciclo colturale”.
Giraudo ne ha sottolineato i vantaggi soprattutto sulle colture dai cicli brevi, in cui il telo può essere interrato da un giorno all’altro per passare alla coltura successiva. Ad incidere positivamente è anche il fattore economico, considerato che gli operatori possono risparmiare le spese di rimozione e smaltimento dei teli. “Attualmente stiamo sperimentando il Mater-Bi sulla fragola che ha un ciclo biennale e necessità di un materiale più spesso – dice Giraudo – e presto ci piacerebbe utilizzare i teli anche per i nostri piccoli frutti”.
Anche il Crea – Ci (centro di cerealicoltura e colture industriali sede di Caserta) vanta una lunga esperienza con i teli in Mater-Bi. Il tecnico Eugenio Cozzolino ha riassunto alcune delle sperimentazioni portate avanti negli anni: “Per esempio sulla fragola abbiamo ottenuto degli ottimi risultati intesi come polpa più consistente e rese superiori del 10%, oltre ad un maggior contenuto di zuccheri – ha spiegato Cozzolino – ma abbiamo lavorato anche sul melone: a fronte di rese equivalenti, per questo frutto abbiamo ottenuto risultati qualitativi superiori. Inoltre abbiamo testato i teli sui pomodori da industria, aumentandone l’attività antiossidante, la concentrazione di acido ascorbico, il contenuto di polifenoli e di flavonoidi. Per la maggior parte delle colture, abbiamo registrato caratteristiche qualitative migliori rispetto ai tradizionali teli in polietilene. E oggi la ricerca continua su nuovi prodotti”.
Le nuove frontiere del Mater-Bi sono oggi le colture innovative, come quella della canapa, coltivata nell’azienda di Dario Magnani a Verona: “Ci siamo avvicinati al Mater-Bi circa quattro anni fa, quando il mercato ha iniziato a chiederci prodotti a residuo zero e con l’utilizzo dei teli, abbiamo eliminato del tutto l’utilizzo di fitofarmaci. Noi in particolare utilizziamo il telo bicolore perché trapiantiamo in estate con temperature molto elevate e finora abbiamo ottenuto ottimi risultati, senza parlare del risparmio economico derivato dall’assenza di smaltimento”.
A credere nel valore del Mater-Bi anche Simone Truant dell’omonima azienda agricola, specializzata nella produzione di barbatelle per uva da tavola e da vino. “Abbiamo iniziato ad usare il Mater-Bi ad aprile sulle barbatelle innestate – dice – e se all’inizio avevamo qualche dubbio sulla biodegradabilità del materiale, poi non abbiamo avuto alcun problema: una volta persa la sua composizione elastica, il materiale ha iniziato a diventare ‘croccante’ ed è bastata una passata di erpice per interrarlo. Il risparmio economico è stato notevole dato che non abbiamo dovuto raccogliere ed eliminare nessun tipo di telo, considerate anche le difficoltà di reperimento della manodopera. Se quest’anno abbiamo utilizzato il telo su un migliaio di metri quadri, l’anno prossimo lo applicheremo su 15/20 ettari”.
E guardando al futuro, non mancano le speranze degli agricoltori per nuove applicazioni del Mater-Bi su mezzi tecnici ampiamente utilizzati, come ad esempio per le ali gocciolanti oppure per nuove pacciamature fotoselettive. L’innovazione di Novamont continua e il settore è pronto ad ascoltarla.