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«Ortofrutta nel carrello tricolore: serve più collaborazione»
L’appello del ministro Lollobrigida ad associazioni di categoria e imprenditori

Che il carrello tricolore rappresenti una bella iniziativa per le famiglie italiane non vi è dubbio e nei giorni scorsi l’iniziativa è stata appoggiata dalle rappresentanze della distribuzione e numerose aziende hanno già presentato i loro programmi specifici.
Ma come avevamo anticipato nel nostro articolo (clicca qui per approfondire) nel paniere dei beni disponibili c’è un grande assente: l’ortofrutta fresca. Ci siamo a lungo interrogati sulle dinamiche che hanno portato a questa esclusione e se in futuro l’iniziativa potrà avere degli sviluppi inclusivi per il nostro settore.
Sulla futura presenza dell’ortofrutta nel paniere tricolore abbiamo voluto coinvolgere anche uno stakeholder d’eccezione, ovvero il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi durante la nostra partecipazione a Fruit Attraction aMadrid.
Sulla possibilità di inserire l’ortofrutta nel paniere del carrello tricolore, Lollobrigida ha fatto un appello alle associazioni di categoria e a tutte le associazioni degli imprenditori agricoli. “Sono ben accetti tutti coloro che sono disponibili a lavorare con noi per calmierare i prezzi in questa fase difficile. Con questo progetto vogliamo garantire una spesa dignitosa ai nostri cittadini e far si che il carrello degli italiani ricada sempre in una buona fascia qualitativa. Sviluppare la possibilità di acquisto delle famiglie italiane è un obiettivo di tutti e contribuisce a reggere il sistema. L’impegno può essere collettivo e tutti coloro che vogliono, possono e anzi devono lavorare con noi”.
Come era evidente non vi sono dunque preclusioni sul fronte istituzionale e le prime settimane saranno decisive per capire eventuali effetti negativi sulle categorie escluse rispetto al paniere supportato. Per non dover sempre rincorrere in affanno, sarebbe auspicabile investire un po’ tempo per pensare sin da ora come coinvolgere l’ortofrutta senza prestare il fianco con le sue debolezze esaltando le sue peculiarità qualora si rilevino criticità che possano ulteriormente deprimere i consumi. Un approccio, una volta tanto, proattivo e non reattivo.
Ha collaborato Alessandro Iasevoli; Foto IFN
