Dal campo
Melicoltura piemontese, verso nuovi portinnesti resistenti al colpo di fuoco e all'afide lanigero
Tra le varietà diffuse domina la Gala ma le Club avanzano
![Melicoltura piemontese, verso nuovi portinnesti resistenti al colpo di fuoco e all'afide lanigero](/upload/FOTO IFN/melicoltura-meleto-generica-1200x600-w.jpg)
La Fondazione Agrion ha realizzato un incontro su “Ricerca e innovazione in frutticoltura”. Durante il focus, tenutosi venerdì scorso presso la sede di Manta (CN) della Fondazione, sono state approfondite tematiche cruciali per il futuro della melicoltura; in particolar modo innovazione varietale e sviluppo di nuovi portinnesti. A prendere la parola durante l’incontro in merito all’innovazione varietale del melo è stato Davide Nari che ha descritto la mappa della diffusione delle varietà melicole in Piemonte.
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“Dal punto di vista varietale, il Piemonte è dominato dal gruppo varietale Gala, con il 42% di diffusione – ha precisato l’esperto – ma c’è anche uno zoccolo duro di Red Delicious che presidia il territorio con il 20%. L’aspetto da sottolineare, però, è che queste varietà negli ultimi anni non hanno registrato nuovi impianti.
Le varietà che stanno avanzato a grandi passi sono le Club, che rappresentano il 15% delle superfici melicole piemontesi: la più diffusa è Ambrosia, con 400 ettari; segue Crimson Snow con 250 ettari. Altri gruppi vaeritali che si stanno diffondendo sono le resistenti a ticchiolatura, tra queste la più diffusa è Inored Story, con 200 ettari”.
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Ma ad oggi, per la selezione varietale – come ha sottolineato Nari – tra i criteri scelti dai frutticoltori prevale su tutti l’adattamento al cambiamento climatico delle piante.
Basti pensare che per il gruppo Gala, tra i nuovi cloni che si stanno diffondendo ci sono quelli a maturazione precoce: tra quelli introdotti annoveriamo Galamax, Gala Fensoon e Gala RKD con quasi venti giorni di anticipo.
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Nuovi portinnesti per la melicoltura piemonetese
Valentina Roera ha approfondito il lavoro di ricerca che si sta portando avanti in merito ai portinnesti. “Stiamo lavorando a un’alternativa al portinnesto M9 che ha un vigore contenuto, efficienza produttiva, qualità dei frutti, affinità e adattabilità pedo-climatica ma con cui non si riesce a far fronte a problematiche come sensibilità al colpo di fuoco batterico e all’afide lanigero. Siamo anche alla ricerca di un portainnesto resistente al freddo e tollerante al reimpianto”.
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La fondazione sta anche seguendo tre programmi internazionali di miglioramento genetico. In specifico:
- PROGRAMMA AMERICANO (Genev): focalizzato sulla resistenza alle malattie batteriche e a quelle dell’apparato radicale, oltre allo sviluppo di portinnesti nanizzanti;
- PROGRAMMA NEOZELANDESE: incentrato sulla selezione di portinnesti semi-nanizzanti, resistenti a parassiti e malattie;
- PROGRAMMA GRAN BRETAGNA: dedicato alla individuazione di portinnesti in grado di superare la stanchezza del terreno.
In termini di portinnesti consigliati per: Gala, Golden e Fuji, nella figura successiva sono indicati quelli scelti dalla Fondazione in funzione delle caratteristiche del terreno.
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La scelta del portinnesto dipende dalla fertilità del suolo. Infatti, per i suoli poco fertili e soggetti a reimpianto vengono consigliati G11, M9 EMLA e M9 Pajam 1. Per quanto riguarda i terreni fertili i portinnesti con le performance migliori sono M9 T377 e M9 Pajam 1.
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