Dal campo
La Grande Bellezza Italiana rilancia l’uva da tavola tra innovazione e tradizione
Odorizzi: “Dal progetto seedless alla Pizzutella, difendiamo valore e identità dei nostri prodotti”

Innovazione e tradizione: è questa la rotta che guida La Grande Bellezza Italiana nel comparto dell’uva da tavola, come emerso con forza durante la diretta IFN andata in onda nei giorni scorsi (Clicca qui per rivedere la diretta). Nel confronto tra produttori e distributori, Leonardo Odorizzi, responsabile commerciale de La Grande Bellezza Italiana e presidente del Consorzio Pesca di Verona Igp, ha ricordato le fondamenta di un’aggregazione unica nel suo genere, capace di riunire sotto lo stesso ombrello aziende e prodotti diversi, accomunati dalla ricerca dell’eccellenza. «La mission della Grande Bellezza Italiana – ha spiegato – è individuare e valorizzare le eccellenze da ogni area del Paese, senza limiti né preconcetti. Abbiamo maturato una forte esperienza con i prodotti a Indicazione Geografica, che il consumatore ricerca perché garanzia di qualità e territorialità. Spesso queste produzioni faticano a trovare spazio sul mercato del retail moderno a causa della frammentazione produttiva: qui entriamo in gioco noi, forti della nostra rete distributiva, capaci di dare valore a ogni tipologia di prodotto».

Un percorso che si riflette nell’esperienza maturata con l’uva di Puglia IGP, portata avanti ormai da sette anni in collaborazione con aziende che hanno creduto nel progetto, come la famiglia Valenzano, il Consorzio Uva di Puglia IGP, guidato da Michele Laporta e, più recentemente, la società Ermes di Giacomo Suglia. «Con loro – ha aggiunto Odorizzi – stiamo sviluppando un progetto dedicato alle varietà senza semi. Il mercato richiede seedless, ma oggi manca una caratterizzazione del prodotto: la distintività è la chiave per fidelizzare il consumatore. Per questo abbiamo lavorato a una brandizzazione che spinge molto sul tema dell’italianità. Non è solo l’origine della cultivar – in questo caso Autumn Crisp di Sun World – quanto il territorio di produzione a fare la differenza, e la Puglia è una zona altamente vocata. A fronte dell’aumento produttivo sarà fondamentale difendere il valore di questa uva, ingaggiando ed educando il consumatore».

L’innovazione, dunque, si affianca alla valorizzazione della tradizione. «La Pizzutella – ha ricordato Odorizzi – è da anni un nostro cavallo di battaglia, rilanciato con packaging accattivanti. I dati ne confermano la forte crescita e ci dicono che siamo sulla strada giusta. Lo stesso accade con l’uva di Puglia IGP, dove il brand territoriale funziona molto a livello consumer».

Il filo conduttore resta la sostenibilità economica per i produttori. «Il nostro obiettivo – ha concluso Odorizzi – è garantire progettualità e remunerazione a chi lavora in campo, perché senza di esse non c’è futuro. La qualità richiede investimenti importanti lungo tutta la filiera, per questo occorre equilibrio: bene l’innovazione, ma senza abbandonare i grandi prodotti della tradizione, che hanno una storia e un vissuto riconosciuto dai consumatori. In quest’ottica, il disciplinare di una IGP diventa fondamentale per assicurare origine e qualità».
