Innovazione varietale, ecco i prodotti selezionati da Apofruit

Mele, kiwi, pesche e nettarine, fragole e ciliegie tra i frutti su cui si investe

Innovazione varietale, ecco i prodotti selezionati da Apofruit

Che l’innovazione varietale fosse al centro della strategia di crescita di Apofruit era già chiaro e nei giorni scorsi, durante il Macfrut, la Op ha approfondito i tratti del suo progetto in una conferenza stampa dedicata (clicca qui per approfondire). Ne riportiamo i tratti salienti, analizzando l’innovazione per i singoli prodotti. In particolare, ripercorriamo l’intervento del direttore Innovazione e sviluppo, Andrea Grassi.

Grassi ha innanzitutto individuato le due regole principe che in Apofruit muovono l’innovazione varietale che si possono riassumere in qualità e produttività. “Cerchiamo di ottenere sempre prodotti dall’elevata qualità organolettica, che il consumatore sia interessato ad acquistare sia in termini di gusto ma anche di principi ambientali e, quindi, di sostenibilità” ha spiegato Grassi. “Inoltre – ha continuato – il materiale che studiamo deve essere in grado di produrre sempre in termini di volume adeguato. La produttività è infatti un fattore fondamentale per le colture che proponiamo ai nostri soci”.

Ma veniamo ai prodotti su cui Apofruit sta investendo in termini di innovazione frutticola. Durante la conferenza sono stati presentati in ordine di stagionalità: fragole, pesche e nettarine, albicocche, susine, ciliegie, pere, mele, cachi, uva seedless e kiwi. 

“Per quanto riguarda le fragole, le produzioni di Apofruit si concentrano in Emilia Romagna e Basilicata che sono due mondi distinti dal punto di vista produttivo – ha spiegato Grassi – siamo continuamente alla ricerca di materiali adatti per ogni territorio e stiamo ragionando sia su proposte italiane che spagnole. Per valutare i prodotti, li portiamo sui nostri territori e, dopo test di prova di 1/ 2 anni, capiamo se ci sono buoni presupposti per adottarli, ovvero se rispondono ai nostri obiettivi in termini di qualità e produttività. Attualmente per le fragole stiamo collaborando con il Crea e Nova Siri Genetics”.

Pesche e nettarine rimangono il core business di Apofruit che ha diversificato le sue aree produttive, spostandosi verso le regioni del Sud Italia, come la Puglia. “Stiamo analizzando l’innovazione di prodotto, soprattutto per quanto riguarda le pesche piatte – illustra Grassi – questi frutti rappresentano uno sviluppo importante, dato che si tratta di materiale nuovo e dobbiamo ancora capire come si può adeguare ai nostri areali di riferimento. In questo caso, stiamo collaborando con diverse realtà come Star Fruit, PSB, Mayard, IPA e New Plant”.

Per quanto riguarda le albicocche, l’innovazione è legata a due aspetti, ovvero colore e sapore, ma anche gestione in post raccolta. “Oltre a lavorare su frutti rossi più gradevoli alla vista e buoni da mangiare – specifica il direttore Innovazione e Sviluppo – stiamo puntando anche su prodotti validi per la gestione del post raccolta, che rappresenta una fase delicata per il frutto”.

Le susine si trovano di fronte ad una perdita di valore sul mercato italiano e Apofruit sta studiando per questi frutti una strategia davvero innovativa. “Vogliamo recuperare l’appeal di questi frutti verso il consumatore e lo facciamo testando diverse tipologie di prodotto – specifica Grassi – si tratta però di operazioni complicate considerata la variabilità del clima, che in questi ultimi anni ha comportato gelate, così come alluvioni e trombe d’aria. Valutare materiale in queste condizioni è complicato ma si tratta di prodotti che rivoluzioneranno il gusto grazie al loro alto contenuto di zuccheri (pari a circa 20 gradi Brix). Quest’anno, per fortuna, non dovremmo avere problemi con la produzione e si tratta di capire se dalla prossima stagione potremmo partire con questa nuova tipologia di frutto”.

L’innovazione varietale va avanti anche per le ciliegie, prodotto per il quale il Gruppo collabora con Paesi esteri come Canada, California e Spagna. “Oltre a continuare a puntare sul gusto, per questo prodotto stiamo portando avanti ricerche dal punto di vista del calibro e della resistenza al cracking”.

La ricerca di Apofruit continua anche sulle pere. Come spiega Grassi: “Nonostante le pere rappresentino un frutto in crisi in Emilia Romagna, stiamo lavorando su due nuove linee: una dalla Nuova Zelanda con New Plant e un progetto nazionale con il Crea: il materiale considerato è davvero innovativo sia per la tenuta sui territorio che per la bontà dei frutti e la loro gestione in post raccolta e conservazione. Si tratta però di un prodotto molto complicato, considerato che la genetica richiede tempistiche molto lunghe, sia per valutare i possibili incroci, sia per i test sui diversi territori”.

Nonostante le mele rappresentino forse il comparto più inflazionato per quanto riguarda l’innovazione varietale, Apofruit continua la sua collaborazione con Star Fruit e Irta. “In questo caso, i nostri sforzi sono incentrati a realizzare frutti in grado di resistere al cambiamento climatico, fronteggiando anche le temperature più alte”, commenta il direttore Innovazione e sviluppo.

La ricerca di Apofruit va avanti anche per i cachi: “Abbiamo un progetto in collaborazione con New Plant con nuovi materiali nati dalla ricerca dell’università di Pisa – sottolinea Grassi – e anche qui stiamo valutando delle linee che per il futuro potrebbero riservarci grandi soddisfazioni”.

Da più di 15 anni il gruppo è presente sul mercato dell’uva seedless, prodotto su cui continua ad investire.“Per questo prodotto, siamo attivi solo sul Sud Italia e validiamo tutto il materiale che ci viene fornito per offrire ai consumatori una maggiore garanzia in termini di gusto, gestione di magazzino e post raccolta”.

Infine sono stati presentati i progetti relativamente ai kiwi. “Già a Berlino abbiamo presentato Dulcis (clicca qui per approfondire) e per il futuro avremo grandi novità in termini di consumo e produzione. Se oggi parliamo prevalentemente di Hayward, Dulcis e qualche tipologia gialla e rossa, per il futuro avremo a disposizione materiali per tutte e tre le tipologie (verde, giallo e rosso). Inoltre, per Dulcis disponiamo di una genetica di proprietà che, ne siamo sicuri, potrà portare ad ottimi risultati”.

Lo stand di Apofruit a Macfrut

Come di declina l’innovazione sul mercato e sulle attività dei soci?
Il direttore commerciale di Apofruit Mirco Zanelli ha ricordato le varie fasi che compongono i progetti di valorizzazione, ovvero il focus su prodotti strategici e innovativi, la tradizione dei prodotti Dop e Igp, la politica di marca e lo sviluppo del biologico.
Per quanto riguarda i prodotti strategici e innovativi che Apofruit sta sviluppando in Italia, vanno ricordati Pink Lady e Candine per le mele, Maxim per i cachi, Selenella per la patata al selenio, Dulcis e Zespri per i kiwi, il mini peperone Angello, Tang Gold per le clementine, le albicocche rosse, le fragole della Basilicata, il kiwi giallo, le ciliegie Sweet e le uve senza semi.
Tra i prodotti della tradizione Dop e Igp, Apofruit annovera le pesche e nettarine dell’Emilia Romagna Igp, le pere dell’Emilia Romagna Igp, l’asparago verde di Altedo Igp, le ciliegie di Vignola Igp, le patate di Bologna Dop e le patate del Fucino Igp. 
Per quanto riguarda lo sviluppo del bio, è stata ricordata l’esperienza di successo delle isole Almaverde Bio (clicca qui per approfondire), gestite direttamente al punto vendita da Canova e che nel 2023 hanno registrato +7% di vendite sia in termini di volumi che di fatturato.


“Possiamo dire di non aver sbagliato nulla rispetto agli investimenti fatti negli anni – ha concluso il direttore generale del gruppo Apofruit Ernesto Fornari – e le produzioni citate sono tuttora in produzione con volumi in crescita e per alcune si prospettano evoluzioni molto significative. Il prossimo anno festeggeremo i 65 anni di Apofruit e i 25 anni di Almaverde bio: si tratta di un’occasione importante per dare valore alla nostra realtà produttiva”. (am)