«Imballaggi, la proposta Ue danneggerebbe tutta la filiera»

Ballini (Ilip): «Il consumatore va informato sugli enormi passi fatti in avanti»

«Imballaggi, la proposta Ue danneggerebbe tutta la filiera»

La proposta di regolamento è di novembre, ma è soprattutto in questo periodo che se ne discute. La commissione europea vuole abolire l’uso delle confezioni monouso per l’ortofrutta inferiore al peso di 1,5 kg. A proposito abbiamo interpellato Nicola Ballini, direttore commerciale di Ilip, parte del Gruppo Ilpa, leader a livello europeo nella trasformazione di materie prime plastiche e bioplastiche. “La proposta danneggerebbe tutta la filiera e non garantirebbe la sicurezza del consumatore senza dare evidenza oggettiva di eventuali impatti ambientali positivi. Il packaging è dimostrato che riduce i danneggiamenti da manipolazione dei prodotti lungo tutta la filiera e quindi gli scarti nei punti vendita o a casa del consumatore. Andrebbe quindi fatta una valutazione accurata, non ideologica, tra l’impatto ambientale del ciclo di vita degli imballaggi e quello dell’ortofrutta che andrà buttata”.

Nonostante sia in crescita il consumo di prodotti confezionati nell’opinione pubblica sembra essere però elevata la percezione che ci sia qualcosa di sbagliato nella presenza dell’imballaggio, soprattutto se è di plastica. 
“I consumatori andrebbero informati sui passi in avanti che sono stati fatti sulla capacità di separazione delle tipologie di imballaggi per polimero, provenienti dalla raccolta differenziata domestica e la loro trasformazione in materia prima seconda. Tutta la filiera ortofrutticola è contraria al regolamento, come emerso anche durante Think Fresh. Inoltre, ad oggi gli imballaggi in plastica per ortofrutta sono la soluzione migliore in termini di prestazioni, costi ed efficacia lungo tutti i passaggi della catena del valore dal campo alla tavola del consumatore. Non esistono materiali buoni o cattivi, ma applicazioni da parte degli utilizzatori e comportamenti da parte dei consumatori giusti o sbagliati”.

ezy:split

Ilip da tempo è concentrata nella riduzione dell’impatto ambientale dei propri prodotti, obiettivo che bene si sposa con la garanzia di conservabilità del prodotto ortofrutticolo. Prosegue Ballini: “I due obiettivi possono andare di pari passo. La sostituzione dei cestini con coperchio in plastica con quelli termosaldabili con film micro o macroperforato consente di ridurre del 40% l’uso della plastica e contemporaneamente di migliorare la shelf life dei prodotti. In ezy:split (il primo cestino Ibrido in plastica e cartone totalmente separabili dopo l’uso) abbiamo ridotto del 40-45% la plastica r-PET necessaria per ogni confezione grazie all’integrazione con il supporto in cartoncino, mantenendo la stessa consistenza della vaschetta e quindi uguale capacità di protezione della frutta premium. La vaschetta resta inoltre idonea al confezionamento automatico”.

B40

Da sempre Ilip mette la ricerca e l’innovazione al primo posto, due elementi che hanno portato numerose new entry tra gli imballaggi dedicati all’ortofrutta. Tra questi ci sono appunto il cestino B40 Air Wave, ezy:split e Life+, soluzioni che rispondono alle più recenti richiesti provenienti dal mercato e in linea con le esigenze di sostenibilità degli imballaggi. “I nostri prodotti sono realizzati in R-pet ottenuto non solo da bottiglie ma anche da vassoi e cestini, chiudendo in questo modo il ciclo di vita da cestino a cestino, completamente riciclabili e studiati per favorire la riduzione degli sprechi di cibo”. 
I cestini B40 Air Wave, Life+ e ezy:split sono pensati in particolare per frutti delicati e a elevata deperibilità di fascia premium, come i frutti di bosco, le fragole, l’uva, le ciliegie, i pomodorini. “Il riscontro da parte del mercato è positivo non solo dall’estero, come Uk – specifica il manager - ma anche dall’Italia e dalle aree a maggiore vocazione produttiva per prodotti premium”.

Stand a Fruit Logistica

Infine, un commento del direttore commerciale su come dovrebbe essere l’imballaggio perfetto. “L’imballaggio deve preservare la qualità garantendo la sicurezza del contenuto, ridurre gli sprechi di prodotto da deperimento, evitare i danneggiamenti nella logistica e durante gli spostamenti nel punto vendita ed anche facilitare ed ottimizzare la lavorazione del prodotto ortofrutticolo. Ma deve anche permettere al consumatore di poter vedere il prodotto prima dell’acquisto. Deve essere attrattivo, pratico ed è il primo media di comunicazione e informazione tra l’azienda e lo shopper. Inoltre, sempre di più il packaging deve essere “attivo”, da involucro inerte. Grazie alle innovazioni tecnologiche e all’internet of things sta diventando uno strumento per allungare la vita del prodotto e per comunicare all’esterno le caratteristiche del prodotto stesso, come il livello di maturazione, che ne descrivono lo stato di conservazione, esattamente come il nostro sistema Smart Ripe”.