Il maltempo quest’anno non ha dato tregua ai produttori di meloni

Soprattutto al Nord ci sono state criticità importanti

Il maltempo quest’anno non ha dato tregua ai produttori di meloni

Concludiamo l’analisi sull’andamento della campagna del melone, esaminando le criticità vissute dal mondo produttivo, dopo aver approfondito le dinamiche relative ai consumi (clicca qui per approfondire).
Anche in questo caso il meteo è stato la variabile che ha determinato l’esito, negativo o positivo, a livello produttivo lungo tutta la Penisola. Per i produttori è sempre più difficile riuscire a gestire una variabilità così accentuata nel breve periodo, perché si passa da caldo torrido a eventi alluvionali, senza dimenticare le diverse grandinate che sono oramai una presenza costante da inizio a fine campagna. Quindi, oltre al danno diretto dell’evento meteo, si aggiunge la difficoltà nel contenere malattie rese più aggressive dalle mutate condizioni climatiche. 

È questa la sintesi che emerge dalle parole dei protagonisti del settore che trovate nell'approfondimento sottostante.

Maurizio Carbonini, responsabile commerciale di Mantua Fruit

Maurizio Carbonini, responsabile commerciale di Mantua Fruit, conferma le difficoltà vissute alla produzione: “All’appello è mancato fra il 20-25% della produzione, a causa delle note difficoltà a livello meteorologico di inizio stagione, che hanno provocato allegagioni più scarse e sfasamento nei trapianti. Come azienda siamo riusciti a limitare i danni grazie a una gestione tecnica accurata nei minimi dettagli; però è chiaro ed evidente che ogni anno siamo messi a dura prova da un clima sempre più imprevedibile che incide in maniera evidente anche sui consumi. Infatti, l’inizio (fino a giugno) e la coda (inizio settembre) sono stati caratterizzati, qui al Nord, da temperature più basse e questo ha provocato un accorciamento della campagna rispetto allo scorso anno, con quotazioni non eclatanti, ma che potremmo definire nella norma. Se non altro si conferma l’importanza del prodotto certificato di qualità, come il melone Mantovano IGP e la nostra linea dedicata “Antonio Francescon”, che stanno guadagnando consensi di anno in anno”.

Francesca Nadalini vicepresidente dell'Op Sermide Ortofruit

,“È una annata che definirei “antipatica” – dichiara Francesca Nadalini vicepresidente dell'Op Sermide Ortofruit – perché il meteo ha determinato problemi sia in produzione sia alle vendite soprattutto fra maggio e giugno. Infatti, le piogge costanti che hanno caratterizzato quel periodo, hanno, da un lato, limitato la produzione in campagna, e, allo stesso tempo, frenato la domanda che è tornata su buoni livelli solo da metà luglio in avanti, con agosto che è stato positivo dal punto di vista commerciale, ma non è stato comunque esente da criticità, poiché abbiamo riscontrato sbalzi termici anche di 20°C da un giorno all’altro. Infine, settembre è stato decisamente sottotono rispetto a un anno fa, almeno nella parte Nord della Penisola”.

Quindi continui alti e bassi che impongono una riflessione sulle scelte da intraprendere in futuro: “la priorità è riuscire a mantenere rese produttive accettabili perché senza di queste non tornano i conti. Per raggiungere questo obiettivo, il miglioramento genetico sarà molto importante, perché le varietà che riusciranno a sopportare gli stress ambientali, garantendo produttività e qualità, saranno premiate dai produttori. Poi, è ipotizzabile un aumento delle superfici protette per contenere i danni del meteo, ma è un processo costoso, che difficilmente troverà impiego su larga scala”.

il team di di Top Melon

Spostandoci in Centro Italia, più precisamente in Umbria, il meteo è stato più clemente, come ci spiega Marco Spinetti, responsabile controllo qualità e produzione di Top Melon: “Abbiamo terminato la produzione e commercializzazione del melone proprio la scorsa settimana. Questa campagna per noi è stata positiva, tanto per le produzioni quanto per i prezzi. C'è stato infatti un incremento medio delle quantità raccolte per tutti i trapianti, dai precoci in serra fino ai tardivi, con vendite sostenute, salvo brevi oscillazioni”.
“La qualità per il nostro areale è sempre risultata medio-alta – specifica Spinetti – con alcune produzioni davvero eccellenti sia dal punto di vista organolettico che morfologico, con frutti uniformi e capaci di mantenere a lungo la loro freschezza sullo scaffale. Sicuramente il retato classico è sempre la tipologia di punta”.

“Chiaramente non sono mancate le insidie, ma in minor misura rispetto ad altre zone. Per esempio, ci sono stati attacchi di afidi e di lumache molto pesanti e difficili da gestire, specialmente nel periodo tardo primaverile.
Parimenti la Didimella (Marciume gommoso del colletto) e varie altre malattie fungine hanno trovato un terreno fertile nel periodo di maggio-giugno, viste le forti piogge e la costante umidità; non meno, la grandine di fine settembre non ha mancato di danneggiare tanto le melonaie quanto le altre colture”.
“Per limitare questi danni, in futuro occorrerà monitorare gli appezzamenti con estrema accuratezza. Il controllo deve essere più mirato, preciso e, soprattutto, cadenzato, per non farsi cogliere impreparati da tutte quelle avversità che si possono prevenire, o quantomeno limitare” chiosa Spinetti.

Il commento di Nunhems: l’obiettivo è trovare varietà che si sappiano adattare alla variabilità metereologica
“L’innovazione si può definire tale se soddisfa un bisogno, in caso contrario rischia di rimanere un esercizio di differenziazione – afferma Matteo Bano, Account Manager melone e anguria area nord di BASF | Nunhems, che aggiunge: “La campagna di quest’anno evidenzia chiaramente che il primo bisogno è del produttore. Come Basf | Nunhems lavoriamo costantemente nella ricerca per portare innovazione a livello agronomico con varietà capaci di adattarsi alla variabilità metereologica, garantendo le rese produttive, come il melone retato Bernini e piante rustiche e con un pacchetto resistenze elevato, come Torricelli e le nuove introduzioni Gresini e Mercalli”.

Matteo Bano, Account Manager melone e anguria area nord di BASF | Nunhems

“La filiera – prosegue Bano – ci chiede soluzioni per garantire continuità di prodotto e conservabilità del frutto e, non ultimo, un prodotto che possa fornire servizio. Tutti requisiti che differenziano le varietà dal punto di vista delle caratteristiche genetiche che devono avere per adattarle all’uso finale”.
“Consapevoli che le necessità sono diverse, lavoriamo contestualmente, per rispondere anche ai bisogni dei consumatori. Possiamo vantare diverse varietà BASF | Nunhems che costituiscono il cuore di molte linee Premium e che sono apprezzate e riconosciute dai consumatori”. 
“In BASF | Nunhems, infatti, abbiamo sempre dato grande importanza all’aspetto organolettico e di servizio nello sviluppo delle nuove verità, con l’obiettivo di fornire alla filiera un prodotto in linea con trend e necessità del momento; quanto abbiamo in serbo per il breve periodo siamo certi lo sarà altrettanto” conclude Bano. 

Questo articolo è stato lanciato in anteprima sul servizio di aggiornamento settimanale su WhatsApp di Nunhems dedicato a melone e anguria (clicca qui per sapere come effettuare l'iscrizione). (gc)

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