Dal campo
'Fumarole', ancora un problema nel 2023. Altro che sostenibilità
Il prezzo da pagare in salute è molto più alto delle tasse sui rifiuti
Termina la stagione serricola invernale e purtroppo a darne notizia, spesso, sono i segnali di fumo che provengono dai roghi che gli operatori agricoli fanno divampare per smaltire i rifiuti orignati dai materiali dismessi dalle serre, con effetti diretti sulla salute dell’uomo. Un metodo illecito che danneggia in modo irrimediabile l’ambiente. Queste vecchie abitudini, che annualmente si ripetono, non fanno onore al settore ma, soprattutto, a quei produttori che si battono per ridurre le emissioni.
Ma il controsenso è che il nostro settore, più di altri, dovrebbe conoscere la parola sostenibilità, se ne parla in lungo e in largo, ma c’è chi non recepisce il messaggio e, purtroppo, le cosiddette “fumarole” vengono innescate nelle zone serricole per smaltire i rifiuti originati dai cicli colturali nel modo più sbagliato possibile.
Le fumarole sino a qualche decennio fa non erano un problema perché si ignoravano i rischi che generavano per salute e ambiente, ma negli anni la sensibilizzazione dei produttori e degli addetti ai lavori è aumentata scatenando dibattiti e sollecitando l’azione delle istituzioni locali.
Tra le zone maggiormente interessate al fenomeno c’è il ragusano, culla della serricoltura italiana. I comuni si sono attrezzati per prevenire il fenomeno con controlli serrati, sfruttando la tecnologia come i droni che sorvolano le zone più a rischio. Tanti produttori giustificano questa pratica con la storia del caro tasse sullo smaltimento dei rifiuti ma, forse, non sanno o non vogliono sapere che il costo si rifletterà sulla salute dei cittadini delle aree limitrofe.
Tra i comuni che stanno implementando azioni di contrasto c’è il comune di Acate. Il sindato Gianfranco Fidone dichiara ai microfoni di Ragusah24: “I danni ambientali e d’immagine sono incalcolabili. Tutti i comuni della fascia trasformata stanno cercando soluzioni immediate”.
Manteniamo la guardia alta e l’invito è di avere la coscienza di non rovinare la qualità dell’aria mettendo a repentaglio la salute dei cittadini.