«Frutta esotica, la Sicilia deve fare squadra»

Vincenzo Amata (PapaMango) interviene sullo stato del settore

«Frutta esotica, la Sicilia deve fare squadra»

La campagna commerciale del mango siciliano parte con buone prospettive, anche se bisognerà aspettare la seconda metà di agosto per capire le reazioni del mercato. E' certo che, considerate le problematiche che affliggono il settore, serve una una riflessione a tutto tondo sullo stato della filiera. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Amata, referente commerciale per l’azienda PapaMango di S. Agata Militello in provincia di Messina.

“Abbiamo aspettative enormi per questa campagna del mango – spiega Amata a IFN – ma dobbiamo sperare che i cambiamenti climatici repentini non apportino problematiche fungine ai frutticini per evitare la cascola. Finora le condizioni meteo sono state le più propizie degli ultimi dieci anni, speriamo solo che si mantengano così, per evitare quello che sta succedendo in Spagna, dove la produzione sarà inferiore del 70% rispetto alle annate precedenti. Il mango tende infatti ad ammalarsi di antracnosi e, per evitare questa situazione, le piante devono essere in pieno equilibrio dal punto di vista nutritivo”.
E aggiunge: “Rimaniamo con il fiato sospeso, considerando anche le perturbazioni programmate per questa settimana. A rovinare tutto il lavoro fatto fino ad oggi, basterebbe una grandinata di pochi minuti”.

L’azienda PapaMango ha già investito dieci anni fa in irrigazione, creando per le sue colture impianti a goccia, un sistema di irrigazione che garantisce la massima efficienza e il massimo risparmio energetico. “Grazie a questi investimenti possiamo oggi contare su una capacità irrigua sufficiente – commenta Amata – mentre la situazione è molto diversa per tutte quelle aziende che dipendono dai pozzi, il cui livello si è molto abbassato, se non annullato”.
E continua: “Credo che ci sia stata troppa incoscienza al momento della nascita degli impianti di frutta esotica: troppi produttori si sono lasciati trascinare dalla moda del momento, spinta anche da temperature sempre più alte. Ma non si può realizzare un campo con 500 piante esotiche quando l’unica fonte di irrigazione è una diga molto distante, le cui pompe rischiano di danneggiarsi continuamente. È impossibile pensare di mantenere piante e frutti in equilibrio senza una corretta irrigazione e concimazione: anche se le piante tenderanno a produrre, i frutti probabilmente non saranno buoni o con la tendenza ad ammalarsi. I produttori devono pensare a lungo termine e affidarsi a degli impianti di agricoltura di precisione”.

Al di là delle problematiche legate all’irrigazione, Amata sottolinea come il comparto necessiti di superare l’attuale frammentazione per creare un fronte compatto di produttori, secondo il modello spagnolo.
Dobbiamo creare un’unica immagine del prodotto esotico siciliano – sottolinea Amata – ma per farlo dobbiamo prima di tutto allearci noi produttori e creare un unico disciplinare che crei unità dal punto di vista di piani colturali e pratiche agronomiche. Il nostro principale obiettivo dev’essere la qualità, anche a fronte di ingenti investimenti. Noi, per esempio, abbiamo capito che non basta irrigare le piante per ottenere un mango di qualità: servono anche concimi adatti e l’apporto di tanti microelementi come ferro, calcio, boro ecc.. E ancora, i frutti vanno raccolti a maturazione e non quando sono ancora verdi”.

E conclude: “Servono grandissima attenzione e cura ai dettagli per ottenere frutti di qualità. Ma si tratta di sacrifici che vengono ripagati dalla shelf life: i nostri mango hanno una vita media di scaffale di 10/12 giorni, perché sono frutti di alta qualità che vengono raccolti nel momento giusto. Per questo facciamo passare i nostri collaboratori nei campi per due volte al giorno per osservare i frutti: in base al calore della giornata, è probabile che si possa già raccogliere un frutto che al mattino era ancora troppo indietro. Se invece lo lasciassimo sull’albero per il giorno dopo, probabilmente sarebbe da buttare: è questione di un brevissimo periodo temporale che, come tutti i dettagli, fa davvero la differenza”. (am) 

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