Emilia-Romagna, nel 2022 agroalimentare positivo. Frutta a +26%

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Emilia-Romagna, nel 2022 agroalimentare positivo. Frutta a +26%

Il valore della produzione, che si è attestato attorno ai 5,8 miliardi di euro, registrando un aumento su base annua di 455 milioni di euro, pari ad un incremento percentuale dell’8,5%. Gli allevamenti hanno contribuito in maniera più rilevante all’aumento complessivo del fatturato agricolo regionale, con una crescita di quasi 250 milioni di euro (+9,6%) rispetto al 2021, grazie al contributo determinante di carni (+25%) e uova (+17,6%). L’incremento dei ricavi del settore vegetale è risultato invece più contenuto - con un aumento di quasi 210 milioni di euro, pari al +7,5%, con una notevole differenza nell’andamento dei diversi comparti: a fronte dei lievi incrementi di cereali (+2,1%), patate e ortaggi (+2,3%) o dei cali di piante industriali (-4,4%) e vino (-9,3%) si segnala infatti la forte crescita di frutta (+26%) e colture sementiere (+42,5%).

Nel 2022 le esportazioni dell’Emilia-Romagna di prodotti agroalimentari hanno sfiorato i 9.300 milioni di euro, quasi il 16 per cento di quanto venduto all’estero dall’Italia. Ogni mille euro commercializzati a livello mondiale di prodotti agroalimentari 4,6 euro sono relativi a prodotti ‘Made in Emilia-Romagna’. L’Emilia-Romagna è la seconda regione dell’Italia per valore dell’export, preceduta solamente dalla Lombardia; le due regioni sono separate da circa 360 milioni di euro, un valore analogo a quello che divide l’Emilia-Romagna dal Veneto, terza regione esportatrice. Anche nell’agroalimentare, così come nel resto dell’economia, si conferma il ruolo centrale dell’area Lover - acronimo delle tre regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – area vasta che in questi anni ha evidenziato un 
tasso di crescita superiore al resto del Paese. Con riferimento al solo agroalimentare, quasi la metà (47 per cento) delle esportazioni italiane hanno origine in queste tre regioni. Nel 2022 tutte le regioni italiane hanno aumentato le proprie vendite all’estero, con incrementi maggiori per la Basilicata e il Molise, più contenuti per Lazio e Valle d’Aosta. Complessivamente agroalimentare vale il 9,4 per cento del totale export nazionale, quota che per l’Emilia-Romagna sale all’11,1 per cento. Le regioni il cui export è a maggior vocazione agroalimentare sono la Calabria (39,8 per cento) e la Campania (30,2 per cento). Non raggiungono la quota del tre per cento le Marche e la Sardegna.

Filiere Dop e Igp. Il valore regionale alla produzione per le 44 DOP e IGP (a cui aderiscono ad almeno una filiera oltre 5.800 imprese) aumenta di ben 12 punti percentuali rispetto al 2021, in recupero dopo la congiuntura dominata dall’emergenza sanitaria. L’Emilia-Romagna si colloca al primo posto per le DOP e IGP alimentari (3,11 miliardi di euro, il 39% del valore nazionale) e al settimo in quello vitivinicolo (486 milioni di euro). Le imprese regionali agroalimentari aderenti ad almeno una filiera delle 44 DOP-IGP sono state 5.834. Il risultato dell’Emilia-Romagna continua ad essere determinato soprattutto dalle province di Parma, Modena e Reggio Emilia. Anche nel 2022 le DOP e IGP principali in termini di valore sono Parmigiano Reggiano DOP, che rappresenta oltre la metà del valore regionale, Prosciutto di Parma DOP, anche se in riduzione, Aceto Balsamico di Modena IGP, interamente prodotte in Emilia-Romagna, nonché Mortadella Bologna IGP e Grana Padano DOP (per la quota parte prodotta in regione). Per queste DOP e IGP è molto rilevante anche la quota destinata all’esportazione, che rappresenta il 91% per l’insieme degli aceti balsamici DOP e IGP, il 30% per il Parmigiano-Reggiano (+24%), il 36% per il Grana Padano, mentre anche prosciutto di Parma e Mortadella Bologna riscontrano aumenti rispettivamente superiori al 16% e al 21%. Per le DOP e IGP italiane il valore dell’export è stimato in aumento: 4,41 miliardi per gli alimentari (+12,5%) e 6,29 miliardi per il vino (+13%), sostenuto soprattutto dagli spumanti.

Fonte: Ufficio stampa Regione Emilia-Romagna