Consumi 2022: carne e gastronomia affossano l’ortofrutta

L’inflazione falsa la percezione dell’acquisto, premiato comunque il servizio

Consumi 2022: carne e gastronomia affossano l’ortofrutta

Nel 2022, le vendite della Gdo hanno subito forti scossoni anche nei reparti freschi del libero servizio a seguito dell’aumento generalizzato di costi e prezzi. Dall’analisi macro emerge che i clienti hanno privilegiato altre categorie dei freschi rispetto alla regina del comparto, l’ortofrutta; infatti, la quota di quest’ultima è in calo rispetto al 2021 (-0,6 punti), a vantaggio di carne (+0,4 punti) e gastronomia (+0,2 punti). Ma gli effetti dell’inflazione investono un po' tutti i reparti: la carne è quella più coinvolta, con un aumento medio dei prezzi del 12% e con volumi in flessione. Poche le categorie che crescono anche a livello di consumi: salumi e piatti pronti della gastronomia sono quelli con i trend migliori.
Dall’analisi delle vendite negli ipermercati e supermercati della Gdo italiana, emerge dunque un quadro poco roseo ma comprensibile, se si pensa a tutti i fattori esterni che hanno avuto effetti sui prezzi al consumo e, di conseguenza, anche sulle quantità acquistate dai clienti. Fatte cento le vendite a valore dei tre principali reparti freschi della Gdo, nel 2022 l’ortofrutta (considerata nell’accezione allargata, quindi comprendente anche i piatti pronti e frutta e vegetali secchi) pesa ancora per quasi un terzo (32,5%). La quota della carne è più bassa - e pari al 25% - ma in crescita di 0,4 punti. La quota più sostanziosa di spesa, invece, spetta alla gastronomia (42,5%) ed anche questa cresce come quota rispetto al 2021 (+0,2 punti).

Ma veniamo ai trend di vendita. La cosa che salta subito all’occhio è il trasversale calo dei consumi, che trova il suo picco nella carne (-4,8%) e a seguire l’ortofrutta (-3,6%) e poi, in modo appena percettibile, anche la gastronomia (-1%). Tuttavia, il calo dei consumi non è direttamente proporzionale all’aumento dei prezzi. O meglio, nella carne si osserva l’aumento dei prezzi più consistente (+12,7%) e, parallelamente, il calo dei consumi più marcato, come detto. Ma se confrontiamo ortofrutta e gastronomia, l’aumento dei prezzi è di pari entità (rispettivamente, +7,2% e +7,1%), ma il calo dei consumi è più forte nel reparto frutta e verdura rispetto alla gastronomia.
 

Concludiamo dando uno sguardo alle performance delle diverse categorie che compongono i tre reparti, ordinate in modo decrescente, partendo da quelle che sviluppano più vendite. In testa al ranking troviamo i formaggi, per i quali si osserva un consistente calo di consumi, se paragonato al reparto di pertinenza, affiancato ad un evidente aumento di prezzi medi. Se, però, scendiamo di una posizione, troviamo i salumi per cui si rileva sempre un aumento dei prezzi, testimoniato da vendite a valore che crescono di più dei volumi e consumi comunque positivi. A livello generale quasi tutte le categorie sono caratterizzate da volumi in calo e vendite a valore in crescita. Fanno eccezione, oltre ai salumi, i piatti pronti della gastronomia (che più delle altre categorie, quindi, contribuiscono a mantenere il livello di consumi del reparto simile al 2021) e la IV Gamma in ortofrutta. Così, sembra chiaro che, pur con un aumento dei prezzi al consumo consistente, i clienti della Gdo non hanno rinunciato ai prodotti servizio (piatti pronti e IV Gamma) o ai prodotti a base carne che aiutano a preparare un pasto veloce (i salumi).