Agrumi, le superfici italiane arrivano a 86 mila ettari

Dalla lotta alla "tristeza" la prima spinta all' innovazione

Agrumi, le superfici italiane arrivano a 86 mila ettari

L'innovazione nella coltivazione delle arance in Italia affonda le proprie radici nel processo di rinnovamento degli impianti attuato tra il 2007 e il 2010 dalla Sicilia, con l'utilizzo di nuove varietà su portainnesti resistenti al virus della "tristeza", diffusosi alcuni anni prima nell'area.  

Oggi la Sicilia (che conta i 2/3 degli agrumeti nazionali) guida un processo di ristrutturazione che in Italia sta determinando un profondo cambiamento del tessuto produttivo: stanno uscendo di scena gli agrumeti marginali condotti da imprese non professionali, mentre i reimpianti puntano alle nuove varietà, facendo leva su tecniche innovative di irrigazione e su moderne gestioni agronomiche. La superficie coltivata ad arance in Italia - secondo la fotografia scattata dal nuovo "Tendenze Agrumi" di ISMEA - ammonta a circa 86mila ettari ed è in lieve ripresa sia rispetto al 2022 (+1,1%) sia sul dato medio dell'ultimo triennio (+1,6%).

In Italia, la produzione di arance per la campagna in corso è stimata in 1,6 milioni di tonnellate, in aumento del 20% su base annua, ma al di sotto della media delle ultime tre campagne. Quella attuale è inoltre caratterizzata dall'abbondante presenza di frutti di calibro medio-piccolo. Poco dinamica la domanda interna, ma la commercializzazione è partita quest'anno in ritardo, per la raccolta posticipata dal caldo anomalo. Finisce anche l'effetto-spremuta, avviato dal lockdown e protrattosi, anche per i cambiamenti nello stile di vita e la diffusione dello smart working, almeno fino al 2022.

Ne dà evidenza la dinamica delle vendite di arance in rete (prodotto confezionato) che da ottobre a febbraio scorsi hanno accusato una contrazione del 19% su base annua

Migliora invece l'export. I dati sull'interscambio con l'estero indicano che, tra ottobre e dicembre 2023, le importazioni si sono ridotte del 19% rispetto allo stesso periodo del 2022, a fronte di un aumento dei prezzi medi del 53%. Nello stesso trimestre le esportazioni dell'Italia hanno superato quota 24 mila tonnellate con un incremento del 29% su base annua e un aumento del 6% dei listini medi. Allargando lo sguardo al contesto europeo, si prevede che la produzione dell'Ue diminuirà di circa 90mila tonnellate, attestandosi attorno ai 5,5 milioni. La causa della riduzione del raccolto è attribuibile alle perdite di resa dovute al clima secco e all'eccezionale ondata di calore estivo. In Spagna, in particolare, gli effetti del clima hanno ridotto la produzione di arance 2023/24 a 2,6 milioni di tonnellate, con una flessione del 9% sulla scorsa annata, già deficitaria, e del 27% rispetto alla campagna 2021/22. (am)

Clicca qui per scaricare il report.

Fonte: Ufficio stampa Ismea